Prosegue il nostro viaggio attraverso diversi metodi di valutazione delle prestazioni delle nazionali. Dopo il ranking alternativo per nazionali a livello mondiale, ecco un ranking alternativo continentale, riferito quest’oggi alle nazionali europee.
Dopo avervi presentato un Ranking mondiale per valori assoluti che potete trovare qui, questa volta è il turno di un ranking per valori relativi.
Partiamo quindi dall’Europa, il continente calcistico che molti di voi per forza di cosa conosceranno molto meglio degli altri.
Come funziona questo ranking? Semplicissimo o quasi: Il totale dei punti totalizzati nelle partite ufficiali ed i relativi bonus degli ultimi 4 anni, diviso per le partite effettivamente disputate e le volte in cui si è preso un bonus. Insomma un’autentica media punti gonfiata dei bonus, resi ancora partita “fantasma” concessa a chi se li è meritati.
Come sono distribuiti i punti? Con il classico criterio che avete ormai avete imparato a conoscere e che qui riproponiamo per l’ennesima volta con tanto di esempi. E quindi: 7 punti a chi vince un incontro durante i tempi regolamentari, 6 punti per chi vince ai supplementari, 5 punti per chi trionfa ai rigori, mentre il pareggio vale 4 punti per squadra. E le perdenti? 1 punto viene assegnato a chi perde nel corso dei tempi regolamentari, 2 punti a chi esce sconfitto dai supplementari e 3 punti a chi perde alla cosiddetta lotteria dei rigori.
A quanto detto sopra va considerata la differenza reti, positiva o negativa che sia, che una squadra ottiene al termine di ogni partita. Verrà quindi aggiunto 1 punto decimale ai punteggi riportati sopra e ne verrà tolto 1 per ogni goal di differenza reti, di partita in partita.
Infine viene riconosciuto un bonus di 8 per ogni passaggio di turno, per la qualificazione ad un grande evento (Europeo o Mondiale) e altri 8 per la sua effettiva partecipazione. Gli 8 punti di bonus vengono assegnati anche a tutte quelle nazionali che per merito saltano uno o più turni di qualificazione. Ne è quindi esclusa la nazione ospitante. Resta come sempre esclusa da questo bonus di 8 punti la vincitrice della finale per il terzo e quarto posto non essendo una vittoria finale di torneo e tantomeno un autentico passaggio di turno, bensì un passaggio di mezzo.
Dato che 8 punti sono a tutti gli effetti una vittoria per 10 – 0, il totale dei punti ottenuti nell’ultimo quadriennio può tranquillamente essere diviso per le partite effettivamente giocate e per le volte in cui un bonus è stato ottenuto per trovare la media che definisce la classifica delle nazionali. Avendo l’Europa una competizione continentale quadriennale ed un mondiale come maggiori competizioni, il numero minimo di partite richiesto ad una nazionale è di 6 (le tre degli eventuali gironi della competizione ufficiale per ciascuna delle due competizioni). Così il divisore minimo risulterà essere 6.
Qualche esempio concreto, ormai un classico: Italia – Inghilterra 2-1. L’Italia riceve 7 punti e l’Inghilterra 1. Tuttavia la prima si ritrova 1 punto decimale in più per la differenza reti e l’Inghilterra 1 in meno. Pertanto a fine partita l’Italia avrà totalizzato 7.1 e l’Inghilterra 0.9. Germania – Brasile 7 -1. La Germania totalizza un punteggio di 7.6 ed il Brasile di 0.4. Inoltre alla Germania vengono aggiunti 8 punti per il passaggio del turno. In finale invece la Germania ha sconfitto per 1-0 l’Argentina ma ai tempi supplementari. Il punteggio finale per il nostro ranking sarà quindi Germania 6.1 e Argentina 1.9, con la Germania che si ritrova anche gli 8 punti di bonus per la vittoria della coppa del mondo.
Detto che abbiamo messo in grassetto le prime 24 europee a sottolineare le partecipanti all’Europeo ideale, ecco qua la classifica:
La Germania appena laureatasi campione del mondo non poteva che essere al primo posto. Considerate che in 4 anni, tra qualificazioni e fasi finali, la Germania ha perso solo la semifinale con l’Italia ed ha pareggiato appena due partite.
Impossibile starle davanti anche per una nazionale come la Spagna che cede la leadership che aveva prima del mondiale. Due sconfitte, di cui una pesante, e la mancanza di diversi bonus per non essere andati avanti a Brasile 2014, han permesso ai tedeschi il sorpasso. Anche per loro tuttavia un cammino pressoché perfetto con pochi inciampi lungo il quadriennIo, anche se tutti abbastanza recenti.
Dietro l’Olanda che negli ultimi quattro anni ha sbagliato solamente l’Europeo ma vanta un’ottima tradizione nei gironi di qualificazione.
Incredibile ma vero l’Italia resiste al quarto posto grazie soprattutto a quanto di buono fatto durante le qualificazioni, agli europei e alla Confederations Cup, dove tra bonus e poche sconfitte la media ne ha risentito positivamente. Pur non incidendo questo nel ranking è curioso notare come l’Italia abbia subito solo una delle sue quattro sconfitte con una nazionale europea, la Spagna in finale di Euro 2012, uscendo battute nelle altre tre occasioni per mano dEL Brasile (gironi di Confederations Cup 2013) e dal duo Costa Rica e Uruguay all’ultimo mondiale.
La segue un’altra nazionale uscita con le ossa rotta dal mondiale vale a dire l’Inghilterra. Assurdo? Non tanto. Vi basti pensare che tra vittorie e pareggi ha subito due sole sconfitte in quattro anni ma tutte all’ultimo mondiale, mentre contro di noi ai quarti dell’Europeo è andata fuori ma soltanto ai rigori. Davvero niente male per una classifica basata sulla media.
La brutta quanto redditizia Grecia segue al quinto posto. L’aver fatto il proprio dovere in gironi tutt’altro che insormontabili nelle qualificazioni, agli europei ed al mondiale le ha permesso di consolidarsi come una delle nazionali più ostiche da battere di tutto il vecchio continente.
Davanti a lei ci sarebbe di sicuro stato il Portogallo non avesse disputato un mondiale con pochi risultati in grado di alzare la propria media ed una qualificazione molto tentennante.
Il Belgio in ottava posizione appare soltanto di passaggio. Probabile che nel giro di un anno, sicuramente nel 2016 per gli europei, la formazione di Marc Wilmotsguadagni posizioni su posizioni mano a mano che andranno a “scadere” risultati e punteggi di qualificazione dell’Europeo 2012 in favore di quelli del 2016.
Lo stesso discorso può essere fatto per la Francia che essendo tuttavia paese ospitante vedrà aumentare la propria media restando ferma, non dovendo giocare partite di qualificazione.
La Russia di Fabio Capello chiude onorevolmente decima. Ma se la Grecia è al sesto posto grazie anche all’aver sfruttato un girone mondiale abbordabile, non aver fatto altrettanto penalizza la Russia in termini di classifica.
Con merito e onore Svizzera e Bosnia precedono la Svezia Ibrahimovicdipendente. Per gli scandinavi sarà imperativo qualificarsi al prossimo europeo per alzare o quantomeno mantenere una buona posizione nel ranking.
La segue una Danimarca un po’ lontana dai vecchi fasti ed un’Ucraina che in questo decennio pare essersi stabilizzata in queste posizioni tutt’altro che disonorevoli per la propria storia.
Detto della Croazia che paga gli scarsi risultati che ottiene alla fasi finali delle varie competizioni, in diciassettesima posizione troviamo una Repubblica Ceca in evidente calo rispetto ai riultati e alle potenzialità delle nazionali di metà anni novanta e del duemila. Gli eredi di Nedved, Berger e Poborsky non sembrano minimamente in grado di prendere il posto dei propri predecessori.
Al diciottesimo posto una rediviva Ungheria che con l’Europeo allargato a 24 squadre “deve” tornare nel calcio che conta e da cui manca dal 1986 e l’Irlanda che orfana di Trapattoni dovrà inventarsi una nuova vita.
Con Fatih Terim in panchina anche per la Turchia scalare le posizioni non dovrebbe essere un problema, così dovrebbe essere quasi un obbligo qualificarsi all’europeo. Un traguardo a cui deve tornare anche la Romania.
Al ventiduesimo posto una grande incompiuta come Israele. Nonostante i tanti soldi spesi negli ultimi anni dal governo per finanziare progetti calcistici gli israeliani devono ancora riuscire a qualificarsi per una grande competizione dopo aver partecipato al mondiale 1970 come nazione asiatica.
Chiudono la top 24 la Norvegia e la sorprendente Armenia che alle ultime qualificazioni mondiali stava per concludere al secondo posto nel girone dell’Italia.
Appena fuori, e a sorpresa, nazionali sulla carta più quotate di Armenia ed altre come l’Austria e la Serbia. Idem per la Polonia che chiude ventinovesima e la Scozia in caduta libera al trentunesimo posto.
E sotto? La Bottom 10 vede San Marino peggior nazionale europea. La precede come da tradizione Andorra, mentre Malta ringrazia la nascita di queste due nazionali che negli ultimi venti anni le hanno permesso di non essere la peggior europea come era consuetudine un tempo. Le sorprendenti Isole Far Oer son riuscite a fare meno peggio dei maltesi così come il Liechtenstein. Cipro riesce a farsi rispettare anche in Champions League coi propri club. Con la nazionale il discorso è ben diverso. Idem per l’emergente Kazakistan che lentamente sta scalando a suon di soldi e risultati il ranking Uefa per coefficienti ma con la nazionale ha ancora un percorso infinito da percorrere. Il Lussemburgo precede la Macedonia a dimostrazione che i suoi eredi da Darko Pancev han preso solo il peggio. L’Azerbaijan chiude questa bottom ten.
Per il ranking zonale Uefa è tutto. Nei prossimi post affronteremo i ranking zonali degli altri cinque continenti calcistici.
Il post è originariamente apparso sul Blog "Calcio e altri elementi", di Marco De Santis