31/01/2015
Un vero e proprio j'accuse contro la burocrazia e tutti i suoi percorsi così contorti da costringere spesso i cittadini a ricorrere ai patronati o altri esperti per riuscire a disimpegnare qualunque pratica nelle pubbliche amministrazioni ed anche a dover ricorrere a degli specialisti semplicemente per pagare le tasse, aggravando così il carico economico ed il dispendio di tempo che ogni singolo deve sobbarcarsi nei sui rapporti con lo stato e la cosa pubblica: questo è quello che si legge nel rapporto Eurispes 2015. pubblicato ieri on line.
Secondo l'Istituto di ricerca sarebbero la burocrazia, il sistema di tassazione e la miopia politica del sistema a condizionare la persistenza della crisi economica in Italia: le famiglie italiane vivono ormai alla giornata.
I dati presentati sono quelli emersi da una rilevazione realizzata tra il 15 dicembre ed il 5 gennaio ed alla quale hanno partecipato 1.042 cittadini (presumibilmente selezionati con una sistema di campionatura random, ma questo aspetto non viene esplicitato nella presentazione dei risultati).
Nel campione esaminato la situazione economica delle famiglie risulta peggiorata nel 76,7% dei casi ed il 47,6% non arriva a fine mese, questa quota è aumentata del 16,4% rispetto al 2014. Il 62,8% delle famiglie intaccano i risparmi per sbarcare il lunario ed anche questa quota è in aumento rispetto al 51,8% dello scorso anno. Riuscire a preservare il proprio tetto è un problema per la maggioranza: il 73,1% di coloro che hanno un mutuo incontrano difficoltà nel pagamento delle rate ed il 69,6% di chi è in affitto fatica a pagare il canone di locazione. Circa un cittadino su tre (34,4%) non ha abbastanza soldi per pagare i trasporti ed il 40,9% non può permettersi le spese mediche. L'80% non riesce a risparmiare nulla ed il 90% ritiene che nell'ultimo anno la situazione economica nazionale sia peggiorata, ma soprattutto il 55,7% non crede che ci sarà alcuna ripresa.
Gli italiani con la valigia pronta e disposti a trasferirsi all'estero sono il 45,4% (con un incremento del 4,8 rispetto allo scorso anno) ma questa percentuale si impenna al 65% se viene considerato il gruppo degli studenti: sembra che le giovani generazioni abbiano sfiduciato lo stato italiano.
Sfiora il 40% (39,5% per l'esattezza) la quota degli italiani che si considera sfortunato a vivere in Italia: questo sentimento è oggi molto più diffuso rispetto allo scorso anno, quando quelli che si ritenevano sfortunati per essere italiani erano il 26%.
Il potere d'acquisto delle famiglie si è ridotto in 7 casi su 10 e si risparmia dagli alimentari alle spese mediche mentre il superfluo è un lusso per pochi. Aumenta il rischio di usura dal 10,1% dell'anno scorso al 15,5% di oggi hanno chiesto prestiti a privati, non possedendo i requisiti per accedere ai finanziamenti bancari. Il 40,1% degli intervistati vuole uscire dall'euro, considerato per lo più responsabile del nostro crollo economico.
Il 69,4% dichiara di avere ridotto la propria fiducia nelle istituzioni: questa è la fotografia degli italiani per quanto attiene la situazione economica ed al momento è abbastanza allarmante.