Il Presidente Cubano Raul Castro ha riferito che il prossimo Congresso del Partito Comunista Cubano è programmato per il prossimo Aprile.
A più riprese in questi ultimi tempi gli interventi di Raul hanno marcato sull’importanza di applicare la riforma in tempi stretti e con la collaborazione di tutti. Parola chiave: cambiamenti o morte a sostituzione del sempre(meno)verde motto rivoluzionario Patria o Muerte.
Il Capo di Stato Raul ha senza mezzi termini parlato di tracollo economico e minaccia concreta al processo Rivoluzionario se non saranno approvate al più presto le riforme economiche che prevedono un taglio in sei mesi, di mezzo milione di posti di lavoro nelle imprese statali.
Per applicare i piani previsti nei tempi previsti – prosegue Raul – c’è bisogno che tutta la classe operaia sia correttamente informata e convinta dell’importanza delle riforme.
Il Generale, al comando del Governo dal 2006, ha riferito questo di fronte a 200 persone facenti parte del Comitato dei lavoratori cubani, ad alcuni funzionari del governo ed al leader venezuelano Hugo Chavez, presente per celebrare il decimo anniversario del trattato di collaborazione tra i due Paesi.
Secondo la nuova linea del governo cubano è importante eliminare quelle falle del sistema che mettono in ginocchio l’economia cubana. “Dobbiamo smettere di assecondare la fastidiosa tendenza di alcuni di mascherare le lacune presenti e negare gli errori commessi. L’unica cosa che c’è di positivo in un errore è la consapevolezza dello stesso per evitare di ripeterlo in futuro”.
L’ultimo Congresso del Partito Comunista di Cuba si tenne nel 1997. Questo sarà il sesto incontro dei vertici del partito da quando, nel 1959, Fidel Castro iniziò a guidare l’Isla. L’importanza di questa edizione è la definizione urgente delle nuove strategie economico-finanziarie e fare chiarezza se Fidel Castro sarà ancora il capo del Partito Comunista (l’unico partito presente oggi a Cuba) o meno.
Raul Castro è stato molto chiaro nell’esporre le motivazioni che porteranno dal Marzo 2011 ad una riduzione della forza lavoro in carico allo Stato del 10% e non ha nascosto che “o le misure saranno accettate, o sprofonderemo”.
Attualmente i lavoratori statali cubani (il 95% del totale) percepiscono uno stipendio pari a circa 20 dollari, ma in cambio ricevono gratuitamente istruzione, assistenza sanitaria, casa, e anche agevolazioni sui trasporti oltre ad una sussistenza basica alimentare.
La crisi del sistema economico cubano deve la propria emergenza allo stato di completa illiquidità del proprio sistema bancario, che di fatto blocca gli investimenti e che da qualche tempo ha dovuto congelare i pagamenti alle aziende straniere.
Evidente poi le ripercussioni dovute ad un settore di servizi che ha via via rosicato posti ed energia ad un sistema produttivo in continuo calo. In altre parole – afferma il Ministro dell’Economia Marino Murillo – il sistema sta distribuendo beni di consumo ad un ritmo maggiore rispetto a quanto vengano attualmente generati. Va tenuto conto poi, che parte della produzione viene inutilmente dissipata da carenze negli aspetti logistici ed organizzativi, che portano a grossi sprechi.