Editoriale di Edoardo Lombardo.
Incompetenza. Dei giornalisti, dei parlamentari e dei cittadini (con o senza stelle) tuttologi.
Ricostruiamo il colpo di Stato.
Per chi avesse poca memoria, breve cronistoria del Governo Berlusconi IV (fonte: Wikipedia – Se hai buona memoria salta)
15 novembre 2010. Rassegnano le dimissioni gli esponenti di Futuro e Libertà nel Governo: il ministro Andrea Ronchi (Politiche europee), il viceministro Adolfo Urso (Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero), i sottosegretari Antonio Buonfiglio (Politiche agricole) e Roberto Menia (Ambiente)[48].
18 novembre 2010. Giuseppe Vegas si dimette da viceministro del Ministero dell’Economia e delle Finanze dopo la sua nomina alla presidenza della Consob decisa dal Consiglio dei Ministri.[49]
20 novembre 2010. Approvazione definitiva del cosiddetto ddl svuotacarceri presentato dal Ministro Angelino Alfano; entrambe le Camere lo approvano direttamente in Commissione Giustizia, grazie al voto favorevole dei 4/5 dei gruppi, con l’opposizione della sola Lega Nord. La popolazione carceraria si alleggerisce così di 7 mila unità.
14 dicembre 2010. Al Senato, dopo che il Presidente del Consiglio ha riferito sull’operato dell’esecutivo[50], il Governo chiede un voto di fiducia, approvato con 162 sì, 135 no e 11 astenuti[51]. Alla Camera dei Deputati viene respinta una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, con 311 sì, 314 no e 2 astenuti[52]). A seguito dei lavori parlamentari, Berlusconi dichiara di voler allargare la maggioranza parlamentare a sostegno del Governo.[53] Alla notizia dell’ottenuta fiducia hanno fatto seguito pesanti scontri nelle strade di Roma, con un bilancio di oltre cento feriti.[54]
23 dicembre 2010. Il Senato approva in via definitiva il ddl Gelmini 2010 sull’Universita con 161 sì, 99 no e 6 astenuti.
13 gennaio 2011. La Corte Costituzionale dichiara incostituzionale la legge sul legittimo impedimento nel punto in cui impone al giudice di rimandare l’udienza qualora richiesto dal CdM, privando quindi il giudice di ogni potere discrezionale.
20 gennaio 2011. si costituisce alla Camera il gruppo parlamentare Iniziativa Responsabile, che raccoglie 21 deputati provenienti dalle forze politiche minori che il 14 dicembre hanno sostenuto il governo in occasione della mozione di sfiducia (Noi Sud, I Popolari di Italia Domani, Azione Popolare, Movimento di Responsabilità Nazionale, Alleanza di Centro).[55]
2 febbraio 2011. La Giunta per le Autorizzazioni a procedere approva la relazione Paniz (PdL) che nega la perquisizione nell’ufficio di Giuseppe Spinelli ragioniere del deputato e Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (11 sì, 10 no). Rimanda quindi le carte alla Procura di Milano affermando che la competenza spetta al Tribunale dei Ministri. Dopo la Giunta anche la Camera approva tale relazione con 315 sì, 298 no e nessun astenuto.
4 febbraio 2011. La Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo respinge a parità di voti (15 sì contro 15 no e nessun astenuto) il quarto decreto attuativo del federalismo fiscale sul fisco municipale; determinante per il respingimento il voto contrario di Mario Baldassarri, esponente di Fli da poco passata all’opposizione. La Lega aveva avanzato l’idea di negare la fiducia al Governo se il provvedimento fosse stato bocciato, perciò in serata il Governo decide di ignorare il parere della Commissione approvando il testo per decreto, scelta duramente criticata dal Capo dello Stato che decide di rimandarlo alle Camere per un voto del Parlamento.
16 febbraio 2011. La Camera approva, con i voti della maggioranza e dell’Italia dei Valori e l’astensione di FLI, il ddl presentato dalla Lega che verrà poi chiamato, in seguito a pesanti modifiche, “processo lungo”: si mira inizialmente a sancire l’inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti punibili con l’ergastolo. Il ddl sarà poi al centro di una polemica fra maggioranza e opposizione, causata da un emendamento del centrodestra che mira a obbligare il giudice ad accettare tutti i testimoni presentati dalla difesa.
26 febbraio 2011. Al Senato si costituisce un nuovo gruppo parlamentare denominato Coesione Nazionale, analogo al gruppo della Camera Iniziativa Responsabile. Ne fanno parte 6 senatori di maggioranza appartenenti alle forze politiche minori, più 4 senatori che hanno lasciato il PdL per consentire la costituzione del gruppo. Intanto il Senato approva in via definitiva il ddl Milleproroghe 2011 che diventa legge dopo l’approvazione della Camera con 159 sì, 126 no e 2 astenuti.[56]
19 marzo 2011. Iniziano le operazioni militari in Libia da parte di una coalizione internazionale della quale anche l’Italia fa parte.
23 marzo 2011. Giancarlo Galan subentra come Ministro per i Beni e le Attività Culturali in sostituzione di Sandro Bondi, dimessosi a seguito di polemiche sul pessimo stato di alcuni importanti siti archeologici. Francesco Saverio Romano, di Iniziativa Responsabile, diventa il nuovo Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali in sostituzione di Galan.[57]
30 marzo 2011. Il sottosegretario al Ministero dell’Interno con delega all’Immigrazione Alfredo Mantovano, in disaccordo con la gestione governativa dell’emergenza profughi dal Magreb, rassegna le dimissioni,[58] poi rientrate.
31 marzo 2011. In seguito al disastro nucleare di Fukushima il governo emana un decreto legge che stabilisce una moratoria sull’energia nucleare, poi convertito in legge dal Parlamento a maggio, con ulteriori modifiche. Il centrosinistra protesta, ritenendo che il ddl può far mancare il quorum ai 4 referendum previsti per giugno “disinnescando” quello sul nucleare, che, a causa dell’onda emotiva, avrebbe più probabilità di attirare votanti alle urne. Tuttavia il referendum sul nucleare si svolge ugualmente, a seguito di una modifica del quesito, che mira così a impedire anche un’eventuale dietrofront del Governo.
5 aprile 2011. La Camera vota il conflitto di attribuzioni riguardante Berlusconi nei confronti della Procura di Milano con 314 sì, 298 no e un astenuto, raccogliendo anche i voti dei deputati Liberal Democratici, che il 14 aprile stipulano patti federativi con il PdL, rientrando di fatto nella maggioranza parlamentare.[59]
15 aprile 2011. Nello Musumeci, esponente de La Destra rimasta fuori dal Parlamento dopo le elezioni politiche del 2008, viene nominato dal Consiglio dei Ministri Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali come rappresentante esterno.[60]
4 maggio 2011. La Camera è chiamata ad esprimersi se autorizzare (dopo averne gia concesso l’intervento) un’azione militare piu incisiva (tramite l’invio di bombardieri come chiesto da altre forze internazionali) sul suolo libico. Dopo le forti tensioni nella maggioranza tra il Pdl favorevole e la Lega fortemente contraria il Governo riesce a far approvare la mozione di maggioranza che autorizza “azioni mirate contro specifici obiettivi militari in Libia” chiedendo allo stesso tempo al Governo di impegnarsi per “fissare un termine temporale certo entro cui concluderle”.
5 maggio 2011. Il Consiglio dei Ministri nomina 9 nuovi sottosegretari: Catia Polidori (IR) diventa Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Giampiero Catone (IR) diventa Sottosegretario all’Ambiente, Bruno Cesario (IR) diventa Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Daniela Melchiorre (LD) diventa Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Aurelio Misiti (indipendente del gruppo Misto alla Camera, ex MpA) diventa Sottosegretario alle Infrastrutture, Riccardo Villari (CN) diventa Sottosegretario ai Beni Culturali, Luca Bellotti (PdL) diventa Sottosegretario al Lavoro, Roberto Rosso (Pdl) diventa Sottosegretario all’Agricoltura e infine Antonio Gentile (PdL) nuovo Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze con lo spostamento di Sonia Viale (LN) al Ministero dell’Interno[61].
15 e 16 maggio 2011. Le elezioni amministrative vedono un’inaspettata affermazione del centrosinistra in quasi tutte le principali città in cui si vota. I ballottaggi di due settimane dopo confermeranno la tendenza.
28 maggio 2011. Il sottosegretario Daniela Melchiorre (LD) rassegna le dimissioni dall’incarico in polemica con le esternazioni del presidente del Consiglio contro i magistrati[62].
12 e 13 giugno 2011. Raggiunto per la prima volta dal 1995 il quorum in un referendum nazionale: vengono abrogate 4 norme riguardanti l’energia nucleare, la privatizzazione della gestione dei servizi idrici e il legittimo impedimento (quest’ultima già pesantemente mutilata a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale).
1º luglio 2011. Il ministro della giustizia Angelino Alfano viene nominato segretario nazionale del Popolo della Libertà; annuncia pertanto le proprie dimissioni entro le successive due settimane[63].
5 luglio 2011. Respinte alla Camera le mozioni presentate dall’Idv sulla soppressione delle Province, con 83 sì, 225 nò e 250 astenuti. Maggioranza contro, Idv e Terzo Polo a favore, Pd astenuto.
6 luglio 2011. La Corte Costituzionale riconosce il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, sollevato dalla Camera nei confronti della Procura di Milano e del GIP, in merito al Caso Ruby.
20 luglio 2011. La Camera concede l’autorizzazione a procedere con misure cautelari nei confronti di Alfonso Papa, deputato del PdL indagato a Napoli. Contemporaneamente il Senato respinge l’autorizzazione alle stesse misure nei confronti del senatore Alberto Tedesco (PD). Decisivo l’atteggiamento di una parte della Lega che vota con le opposizioni a favore degli arresti.[64]
23 luglio 2011. Vengono inaugurate a Monza le sedi distaccate di 4 ministeri, fortemente richieste dalla Lega Nord.[65] Il Presidente della Repubblica critica l’iniziativa.
28 luglio 2011. Il sottosegretario all’Interno Nitto Francesco Palma è nominato Ministro della Giustizia in sostituzione del dimissionario Angelino Alfano, che il 1º luglio era stato nominato segretario del PdL. Anna Maria Bernini è nominata Ministro alle politiche comunitarie ed Elio Vittorio Belcastro sottosegretario all’Ambiente.
29 luglio 2011. Il Senato approva la fiducia al disegno di legge sul cosiddetto “processo lungo” modificato, che consente alla difesa di presentare lunghe liste di testimoni e stabilisce che non si può più considerare come prova definitiva in un processo la sentenza passata in giudicato di un altro procedimento.[66]
2 agosto 2011. La Camera approva a larga maggioranza il rifinanziamento delle missioni italiane all’estero.[67] Lo stesso giorno la Camera nega, con 278 sì, 301 no e 3 astenuti, la richiesta dei magistrati che indagano sugli appalti per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo di poter utilizzare le intercettazioni nei confronti del Coordinatore Nazionale del PdL Denis Verdini.[68].
5 agosto 2011. Il governatore uscente della BCE, Jean Claude Trichet, e quello in pectore, Mario Draghi, scrivono una lettera al governo italiano indicando una serie di misure urgenti per uscire dalla crisi.[69]
8 settembre 2011. Il Consiglio dei Ministri vara due proposte di legge Costituzionale: una sull’introduzione del principio del pareggio del bilancio nella Costituzione e una sulla soppressione delle province.
13 settembre 2011. Il Senato vota dopo la Camera il conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale tra la Procura della Repubblica di Milano e il Parlamento riguardanti il premier Silvio Berlusconi con 151 si e 129 no[70].
19 settembre 2011. Il Presidente del Consiglio presenzia all’udienza del cosiddetto “processo Mills” presso il Tribunale di Milano[71] e annulla la sua partecipazione all’assemblea dell’ONU.
22 settembre 2011. La Camera respinge l’autorizzazione ad eseguire misure cautelari nei confronti dell’on. Marco Mario Milanese del Pdl.[72]
29 settembre 2011. La camera respinge, con 315 no e 292 sì, la sfiducia individuale nei confronti del Ministro per le Politiche agricole Francesco Saverio Romano, rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa.
10 ottobre 2011. Alla Camera il governo è battuto per un voto sull’Articolo 1 del Rendiconto di bilancio 2010, con 290 sì e 290 no, anche a causa delle numerose assenze fra i banchi della maggioranza. L’opposizione chiede le dimissioni del Governo citando il caso del Governo Goria, dimissionario dopo la bocciatura del Rendiconto. I capigruppo della maggioranza Cicchitto (PdL), Reguzzoni (Lega Nord) e Moffa (Pt), scrivono una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolineando che la bocciatura del Rendiconto rappresenta un “mero incidente parlamentare” respingendo le richieste di dimissioni del Governo provenienti dalle opposizioni e lamentando uno squilibrio tra maggioranza e opposizione nella composizione della Giunta per il Regolamento e un comportamento fazioso del Presidente della Camera Fini, che aveva disposto un blocco dell’esame del disegno di legge nonostante non fosse stato bocciato nella sua interezza ma fosse stato respinto soltanto l’Articolo 1 [5]. Il Presidente della Repubblica rispondendo alla lettera ha invitato a non eccedere con la richiesta del voto di fiducia esprimendo fiducia nelle prerogative del Presidente della Camera convenendo in una ripresentazione del testo di bilancio dopo un chiarimento politico.[73]
14 ottobre 2011. La Camera approva, con 316 sì e 301 no, la questione di fiducia posta dal Governo allo scopo di verificare la tenuta della maggioranza dopo l’incidente sul rendiconto.[74]. Nel medesimo giorno Giuseppe Galati (PdL) è nominato sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, i sottosegretari Catia Polidori e Aurelio Misiti sono promossi a viceministri dello Sviluppo Economico, con delega al Commercio Estero, e Infrastrutture e dei Trasporti, con delega alle Infrastrutture, e il sottosegretario Guido Viceconteviene trasferito dal Ministero dell’Istruzione a quello degli Affari Interni.[75]
3 e 4 novembre 2011. Il presidente del consiglio partecipa a Cannes al summit del G20. A seguito delle pressioni, registratesi durante gli incontri, per il rafforzamento della credibilità del paese, il governo italiano accetta che una delegazione del Fondo Monetario Internazionalemonitori i progressi sulle riforme economiche e gli effetti di queste sui conti pubblici[77][78][79][80][81][82][83].
7 novembre 2011. Il sottosegretario agli Affari Esteri Enzo Scotti si dimette e firma insieme a due deputati di Noi Sud una richiesta a Berlusconi di dimettersi per favorire la formazione di un governo di unità nazionale.[84].
8 novembre 2011. Nuova votazione alla Camera sul Rendiconto Generale dello Stato 2010 bocciato un mese prima; l’opposizione non partecipa al voto allo scopo di garantire l’approvazione del provvedimento (che ha valore meramente formale), dimostrando nel contempo che il Governo non dispone dei 316 voti che gli garantirebbero la maggioranza. La Camera approva con soli 308 voti a favore, nessun contrario e un astenuto.[85]. In seguito all’esito del voto, Silvio Berlusconi sale al Quirinale e, dopo un colloquio col Presidente della Repubblica, annuncia che si dimetterà in seguito all’approvazione della legge di stabilità.[86]
12 novembre 2011. La Camera approva i disegni di legge, già approvati dal Senato, contenenti le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2012), il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2012 ed il bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014[87]; dopodiché, il Presidente del Consiglio sale al Quirinale e rassegna le dimissioni[5]. L’evento richiama una grande e spontanea partecipazione di popolo, mai vista in casi analoghi, che sulla piazza del Quirinale attende l’arrivo del dimissionario Presidente del Consiglio, pacificamente ma dando segni di grande soddisfazione.
16 novembre 2011. Dopo la formazione, la presentazione e il giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica del nuovo esecutivo guidato da Mario Monti, termina ufficialmente il Governo Berlusconi IV con il tradizionale passaggio di consegne a Palazzo Chigi.
Giorgio Napolitano avrebbe sentito già nel Giugno 2011 sia Mario Monti che Corrado Passera per proporre alle Camere un nuovo Governo.
Il Governo Berlusconi non era più in grado dal Dicembre 2010 di garantire una governabilità sui temi fondamentali dell’economia italiana e di far fronte ad una crisi economica di enormi dimensioni.
La nostra è una Repubblica Parlamentare. I cittadini votano il Parlamento, non il Governo nè il Presidente del Consiglio. E’ il Parlamento a votare la fiducia ad un Governo di nomina del Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può, nell’esercizio delle sue funzioni, sondare la possibilità di nominare un Presidente del Consiglio alternativo, qualora la situazione politica lo imponga o lo renda necessario.
Silvio Berlusconi si è dimesso. E poteva non farlo.
Mario Monti e il suo Governo hanno ottenuto dal Parlamento la fiducia di 550 su 630 Onorevoli e 285 su 322 Senatori. Berlusconiani compresi.
Ma di cosa stiamo parlando?