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Read Only Memory - n. 8

Da Hombre @LaLineadHombre
Read Only Memory - n. 8Leggere David Foster Wallace è un'esperienza mistica. E devastante.
Se ami leggere vieni preso per mano, a volte spinto con forza o trascinato, altre preso a calci nel culo fino a che ti guardi attorno e hai raggiunto la vetta, un punto panoramico talmente elevato da cui puoi intravedere il paradiso del lettore e percepirne l'estasi. Lassù dove senti l'odore di Omero e di Hemingway.
E ogni altro libro che hai letto sbiadirà nella tua bibliomente come fosse una banconota da mille lire centrifugata al dixan.
Se invece hai una qualche, benché misera, velleità di metter giù tre parole in fila, in un racconto, in un post o foss'anche in una lista della spesa, allora verrai ghermito e imbavagliato, infagottato stretto e macinato a testa in giù nel tritarifiuti usato da Steve Buscemi in Fargo. E ogni cazzosa cosa tu abbia scritto fino ad allora ti sembrerà elementare come una filastrocca per i bambini della materna ma, fatalmente, meno nobile.
E ogni cazzosa cosa tu abbia avuto in mente di scrivere finirà fortunatamente triturata con te.
Quindi, lettori, leggete Wallace che vi condurrà su di un celeste cammino e pseudo/aspiranti scrittori leggete Wallace che vi aiuterà a smettere.
Ho letto La scopa del sistema, ecco.
...
Vengo invitato da Rex Metalman a un qualche Rito della Pubertà in onore della figlia.
Detto rito consistente di file e file, di schiere e schiere, di intere nazioni di sfinite e nervose ragazze in smodati abiti rosa e pessimo portamento. Gracili, capo chino, mani poggiate reciprocamente sulle spalle, labbra in movimento esclusivamente se a ridosso dell'orecchio della vicina. Strabuzzo un po' gli occhi al mio terzo a quarto qualcosa e mi sento in un pantano ghiacciato e scrocchiante, gelido laghetto di fenicotteri canditi, fiori di neve che lentamente si screpolano sotto un sole di cristallo variegato. Poi le ragazze si trasformano e per un po' diventano vagamente rettilee, teste sporgenti come di tartaruga, vagamente anfibie, in apparente continuo scrutinio di premio o minaccia - con brufoli svettanti in determinati angoli di determinate bocche.
Sì, ovviamente tutte tranne Mindy Metalman, che era in abito bianco, con garofano di zucchero rosa, e capelli raccolti in una crocchia fitta ma con un'esplosione di nera ciocca qua, e là, e qua, avvisaglie della scura nova che la sua chioma era pronta a diventare da un momento all'altro purché qualcuno estraneo al mio ascendente lo volesse.
E Melinda Metalman dritta in piedi, colonna dritta tranne per la curva cignea del collo e per quella pelvica, cioè quella con cui demoliva gli incauti, ragazza solida e dritta e succosa, abito corto quel tanto da consentire al maschio pensante un facile accesso immaginativo alle ivi ospitate compagini in ampia e silente rivoluzione attorno al loro asse rovente.

...
Va bene, potete riprendere fiato, e magari lasciare la vostra traccia di lettura.

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