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Dolore e infernale tormento si propagavano nel suo corpo, mentre sangue purtrescente fuoriusciva dalla sua nuova ferita, macchiando il suo volto. Ogni cosa venne ingoiato da un grido lancinante e dalla sconfinata oscurità. L’unica cosa che riusciva a sentire era il suo battito veloce, che martellava il petto e sembrava voler sfondare la gabbia toracica per scappare via. Intanto, si chiedeva come diamine sia potuto succedere. Era bastato un attimo, un singolo momento di distrazione e aveva perso un occhio. Il sangue scendeva come un rovente fiume dal suo occhio sinistro e colava lungo la guancia, arrivando all’angolo della sua bocca piegata in un ghigno per il dolore.Con un forte strattone, tirò via la freccia che portò via con sé il suo bulbo oculare. Xiahou Dun lo fissò per un lungo momento. Era scintillante nel bagliore lunare e il sangue nero sembrava avvolgero in una fitta tenebra, facendolo somigliare ad un rubino forgiato nell’utero oscuro del regno degli Inferi.Un brivido scosse le sue membra, mentre la sua immagine veniva riflessa nella sua pupilla ormai morta. Un sussulto lo scosse violentemente, mentre reprimeva un altro grido, un grido di collera e frustazione, perché ora era diventato un guerriero a metà…come avrebbe potuto servire il suo signore? Quell’arciere lo aveva mutilato ed ora Dun era pronto a prendersi la sua vendetta.Ora era pronto a trasformarsi in quella creatura divoratrice che regnava in quel mondo di ombre, oscurità e tenebra ed inogiare ogni cosa: le sue paure, la sua frustazione, la sua collera e per giunta anche quell’occhio, per riuscire a diventare un essere perfetto, un essere forgiato dall’odio e dal rancore. Per diventare un essere privo dalla più assoluta pietà!Innalzò il dardo verso quel cielo notturno, colmo di stelle simili a diamanti freddi e ad una luna grossa e tonda, che faceva pensare al seno di una donna prosperosa. L’occhio, conficcato sulla freccia, brillò nuovamente, facendolo apparire della somiglianza di un grosso uovo cremisi di un uccello mitologico come la Fenice. Sì, la Fenice è sempre rinata dalle sue ceneri e così avrebbe fatto quel giorno, quella notte…Lui sarebbe rinato in quel preciso momento!