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[Recensione] 365 racconti erotici per un anno di AA.VV.

Creato il 20 aprile 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Trecentosessantacinque racconti erotici per un annoTitolo: 365 racconti erotici per un anno
Autore: Autori Vari
A cura di: Francesco Forte
Editore: Delos Book
ISBN: 9788865300015
Lingua: italiana
Numero pagine: 376
Prezzo: 15,90 Euro
Genere: Erotico
Voto: [Recensione] 365 racconti erotici per un anno di AA.VV.

ContenutoUn’antologia che non ha eguali, un esperimento che ha portato oltre 365 autori a esprimersi su una materia tanto controversa quanto popolare come l’erotismo, facendolo ogni volta in modo completamente nuovo, con una freschezza e un’originalità che hanno del sorprendente. 365 racconti selezionati su oltre 2000 che hanno partecipato a un’affascinante kermesse letteraria per dare vita a una raccolta che sta facendo discutere e continuerà a farlo per molto tempo, senza alcuna preclusione nel mischiare autori professionisti con scrittori al loro esordio letterario. Un’antologia da non perdere, per trascorrere ogni giorno dell’anno in compagnia di un racconto dai risvolti imprevedibili.

Recensione: Negli intenti si tratta di una raccolta notevole per il modo in cui è stata confezionata, preparata e i racconti messi insieme. Basta leggere l’introduzione del curatore per rendersi conto della serietà e della passione nel lavoro svolto. Che poi si tratti di un’opera che ha fatto e farà discutere, è stato messo in preventivo.

A fine lettura ho avvertito, tuttavia, non poche perplessità.

La sfida per il singolo autore e la singola autrice è stata piuttosto ardua, forse a causa del numero esiguo di caratteri (2500) e di parole (450-500 circa). Ebbene non tutti gli autori sono stati in grado di esprimersi al meglio, esordienti e no. Parecchi racconti acquistano troppa velocità, procedono in modo brusco, mancano di qualcosa di essenziale. Qualcuno è persino fuori tono e fuori tema. Per taluni è stato inevitabile concentrarsi sul rapporto fisico, nella descrizione dell’amplesso. Il rischio corso è stato quello di allestire un resoconto dettagliato e oggettivo, quasi fotografico, nel quale viene soffocato il contesto più ampio, o si fatica a intravederlo. Non c’è un prima, né un dopo, solo un durante. Qualcuno si è salvato con uno stratagemma, ricostruendo il contesto a posteriori con un colpo di scena ingegnoso. Ma a parte questi casi, ve ne sono alcuni che mancano di un perché, che appaiono troncati di netto. E questo rende sterile, spento e vacuo più di un racconto. Non è facile attenuare questa sensazione. Nel puro e semplice movimento di corpi che si succedono spesso non trapela l’essenziale, non si rivela né il desiderio, né la malizia, né i contorni dell’anima. Nemmeno l’affettività che, se non è assente, è priva di profondità.

Altro aspetto che vorrei mettere in rilievo è che di frequente non si è in grado di apprezzare lo stile, troppo omogeneo, o di identificare un autore dall’altro e di superare l’impressione di una certa intercambiabilità. Troppi autori rispettano il canone (sempre che ve ne sia uno) fino all’osso: alcune scene vengono riportate con le stesse parole, si scelgono aggettivi che ricorrono in maniera martellante. Sembra assente la ricerca espressiva, come il tocco personale.

Eppure non mancano racconti delicati e toccanti, come quelli briosi, giocosi, tenebrosi. In essi si respirano gli ingredienti che non dovrebbero mai mancare.

Passarli tutti in rassegna è impossibile, prenderò in considerazione quelli che più mi hanno colpito e che hanno ovviato a loro modo ai difetti qui considerati.

18 gennaio, Cristina Cardone – Tango sulla Rambla e vino francese: è la storia di un ritratto fatto in strada, sul momento, durante un corteggiamento verbale raffinato, molto diretto ma non volgare.

22 gennaio, Matteo Ciccone – Un lavoro sporco ma fatto bene: ha l’apparenza di un noir, veloce e tagliente, la tensione si scioglie in un finale cinico e terrificante.

24 gennaio, Aldo Cirri – La lezione: un racconto malizioso ben riuscito, dove ciò che appare non è. Divertente.

1 febbraio, Valentina D’Amico – Al prossimo mercoledì: la narrazione segue una direzione poi scardinata dal finale imprevisto. Interessante.

4 febbraio, Ornella Prina – Senza protezione: storia triste di un rapporto coniugale andato in frantumi, e della vendetta che ne consegue. Toccante.

6 marzo, Niki Borea – Senza traccia di peccato: è un racconto filosofico  il quale si pone  una domanda fondamentale, cosa sia l’eros. Risposta che il titolo già riassume.

7 marzo, Daniela Barisone, Il prigioniero: qui la ricerca espressiva e la cura del linguaggio si accompagna a un racconto dal ritmo in crescendo e dall’ imprevedibile risvolto fantascientifico. Uno dei rari casi in cui il colpo di scena illumina e non salva soltanto il racconto.

18 marzo, Jundra Pinelli – L’incontro. Interessante e originale, pone l’accento sull’oggetto del desiderio, di per sé insindacabile, che può essere una persona, una cosa, un luogo, persino le forme sinuose della Tour Eiffel.

25 aprile, Enrica Muraro – Scusa il ritardo: racconta un amplesso, ma in modo non scurrile, né scontato. Si nota attenzione nella scelta del lessico, è un incontro tra anime attraverso il contatto fisico, uno dei più difficili da scrivere.

28 aprile, Gabriele Stella – Spes ultima dea: esprime bene l’idea che l’eros ride del calcolo e della strategia, seguendo piuttosto percorsi imprevedibili e mai scontati.

5 maggio, Filomena – Schiuma: dalle ultime righe scopriamo che si tratta di un noir che fa venire la pelle d’oca.

18 giugno, Alda Teodorani – Letizia la collezionista: uno dei più dissacranti e intelligenti.

30 giugno, Alessandra Gallo – Annalberta: direi che ci siamo, è un racconto dove tutte le sfumature dell’eros sono presenti, nel bene e nel male.

2 luglio, Federica Ramponi, Mano morta: dove vi è attesa, sogno, il riflesso di ciò che riassume il tutto che eros dovrebbe rappresentare: una magia che viene dissolta da una mano morta imbecille.

19 ottobre, Guido Pacitto, Amore non corrisposto: uno dei più struggenti, tra detto e il non detto.

6 novembre, Massimo Jumior D’Auria, Un copragonista qualunque: monologo triste di un palo di lap dance.

30 dicembre, Matteo Gambaro, Non così: dove eros e thanatos non potrebbero essere più intensamente allacciati.

Che dire in conclusione?

La raccolta qui esaminata è un panorama esauriente, credo, della letteratura erotica in circolazione. Il quadro nel complesso non è troppo entusiasmante. Questa non può certo essere una giustificazione: ciascun autore poteva e dovere fare molto di più, lavorare con maggior lena e passione: 450 parole non sono tantissime, d’accordo, ma rappresentavano un banco di prova sul quale puntare tutta la propria arte. Il discorso riguarda non pochi autori professionisti che non hanno brillato in particolar modo, non andando oltre la mera sufficienza.


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