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Recensione a “Adam White e la vendetta del Primogenito” di Mario Mauro

Creato il 27 febbraio 2015 da Soleeluna
La recensione del Sole e Luna Blog

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Oggi recensiamo un romanzo fantasy davvero particolare di un autore giovanissimo! Vediamo insieme se ci ha convinti.

Il romanzo racconta la storia di Adam White (che parla in prima persona), un personaggio che nella vita è stato un assassino ed è morto suicida, e che nell’Aldilà, se così possiamo definirlo, si ritrova non all’Inferno bensì alla Città Bianca. 

Il suo primo incontro è con una specie di clochard di nome Ramael, che smista le anime che giungono in quel luogo (ricorda vagamente Caronte che traghetta le anime), chiedendo loro se vogliono essere “guerriere” o “passanti”. Quale sia la differenza tra le due non è immediatamente chiara al nostro protagonista, e non è nemmeno evidente cosa dovrà fare in quel luogo, dove deve recarsi e il motivo per cui è lì.

A poco a poco proseguirà il percorso attraversando la Città Bianca e recandosi alla sede dove abita il grande Maestro che lo nominerà suo servus civitatis (l’autore strizza l’occhio al latino).

Adam White verrà aiutato, durante questo suo “viaggio”, anche da una donna, un angelo che gli mostrerà, gradualmente, il suo destino.

Dunque, analizzando, i contenuti di questo fantasy, non possiamo che affermare che sono veramente originali. L’idea delle tre gerarchie degli angeli, di questo mondo ultraterreno e di angeli non sempre buoni è certamente innovativa; l’idea di far trapelare a poco a poco il passato di Adam White attraverso i flashback e sempre lentamente il suo futuro contribuisce ad aumentare la curiosità del lettore.

Se dobbiamo ravvisare qualche pecca, possiamo consigliare di prestare maggiore attenzione alle virgole, che alle volte sono nel posto sbagliato, e alla sinossi, che svela troppo. Ma sono piccolezze in confronto a ciò che Mario Mauro ha creato, pur essendo ancora giovane e avendo la possibilità di impreziosire e affinare il suo modo di raccontare, il suo stile.

Quindi, i nostri complimenti.

Recensione a cura di Dylan Berro e Laura Bellini


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