Arriva come un tornado, tanto potente da risucchiarti in un fiume di pensieri malinconici, lasciandoti in un oceano di fredda solitudine… e uso l’aggettivo “fredda” su solitudine, perché notoriamente le acque dell’oceano sono molto fredde e io sono una persona molto coerente!
L’ultima pellicola… ma che dico pellicola… M E R A V I G L I A di Spike Jonze, Her – Lei, è uno dei film più interessanti e fantastici che ci ha portato il 2013. Un filmone che andrebbe segnalato a chi, come me, ha un deboluccio per le commedie sentimentali ambientate nelle metropoli megafighe, supertecnologiche, che si illuminano di notte come il presepio di mia nonna nella notte di Natale.
In tutto questo, per vivacizzare un po’ il film, c’è la storia di un impiegato di una futuristica realtà che, dopo il difficile divorzio dall’amatissima moglie, non riesce più a colmare il senso di abbandono che prova, così si scarica un’applicazione che dovrebbe fargli compagnia… peccato che l’applicazione gli sequestri il cuore… ma non in senso letterale… non è un horror. È una metafora romantica… e per farvi capire meglio, ci metto anche un cuoricino. Ecco:
Spike Jonze guida la sua ultima fatica con la stessa facilità con cui io guido le Panda. Suggerisce, atterra e salva (oppure no?) i suoi personaggi con uno stile molto simile a quello di molti registi della nuova generazione… e, nel frattempo, vi impartisce una delle lezioni più importanti che voi possiate imparare in una pellicola: non importa quanto soli possiate sentirvi dentro le vostre case o per le strade di una città, neanche la realtà virtuale potrà cancellare ciò che sentite. È necessaria la grazia di un altro essere umano e affrontare ferocemente la vita, senza curarsi di quanto vicina o lontana possa essere la malinconia che avvertite… oppure potete cercare un paio di tette vere!
Joaquin Phoenix (Santo subito, Oscar subito!), che noi siamo abituati a vedere solitamente in ruoli da “squalo che nuota inferocito e mostruoso” fra personaggi più positivi, qui dimostra tutta la sua fragilità e, nel medesimo tempo, anche la sua versatilità drammatica… tanto che, nel guardarlo, si rimane così O_O per lo stupore quando si pensa che è lo stesso attore che ha vestito i panni dell’Imperatore Commodo in Il gladiatore e della bestia umana Freddie Quell in The Master.
Brave anche tutte le altre interpreti femminili, le tre possibili o impossibili storie d’amore catastrofiche del protagonista, interpretate da Rooney Mara, Amy Adams e Olivia Wilde (che guai a toccarmela, perché faccio una strage). La voce dell’applicazione è, invece, di Scarlett Johansson, taroccata (e dico taroccata e non doppiata per un motivo) in italiano dalla pessima voce di Micaela Ramazzotti.
Punto forte è senza dubbio la sceneggiatura (meritevole dell’Oscar che ha conquistato) e che è poesia allo stato puro e capace di seminare intimismi e confessioni private riconducibili agli stati d’animo che il regista sentì quando divorziò (EPICAMENTE) dalla sua collega Sofia Coppola. Insomma, è l’apertura di un vaso di Pandora della mestizia.
Un affettuoso abbraccio, invece, agli Arcade Fire e a Owen Pallett che ne hanno curato le musiche (GE-NIA-LI!).
Dunque, grande onore a Spike Jonze e Her – Lei. Una grande firma per un film che è entrato, giustamente, nella mia wishlist di DVD da avere a casa.
Fabio Secchi Frau