QUESTA RECENSIONE E’ OSPITATA SU
Un film costruito da tre cortometraggi messi insieme e che seguono, dalla nascita all’adolescenza, la vita di Jean-Christophe (Gaëtan Vettier), un giovane omosessuale che vive con una madre prostituta e che sperimenta i confini della propria sessualità, fino a quando non incontra finalmente il padre (Manuel Blanc), da lungo tempo assente. Un trittico artistico surreale, stravagante e caleidoscopico, che si impone allo spettatore con uno stile sperimentale che è tale fin dalla scena iniziale, cioè quando la madre di Jean-Christophe, Maria, sovrappeso e di mezza età, riceve la visita di un “angelo” che le annuncia la nascita di un bambino.
La stampa francese ha paragonato già Antony Hickling a Derek Jarman ma la strada è ancora molto lunga per queste similitudini. Rimane tuttavia palese che il suo lavoro sia stato fortemente influenzato dal grande cineasta queer.
Hickling, però e dal canto suo, riesce a infondere un po’ di grottesco umorismo in uno scenario molto stravagante (proprio quasi alla Jarman) e, con una regia ossessionata da immagini religiose e intessuta di riferimenti all’arte (anche sacra, per l’appunto), segue una sceneggiatura brutale che non risparmia masochismi e nudità. Al tutto, si mescolano anche scene musical, optando evidentemente per un approccio multimediale che non fa altro che sostenere la vivida e sconfinata immaginazione dell’autore.
Purtroppo, però, anche in questo caso cinematografico, gay va a braccetto con trasgressione e meno come un percorso di vita normale e comune. Problemi, vicissitudini, opportunità e scelte vengono descritti in maniera talmente astratta da limitare la comprensione della pellicola, che sembra si sviluppi in un piano puramente sessuale. Senza dubbio, si tratta di un progetto alternativo, votato all’essenzialità e all’erotismo, che mira alla formazione dell’identità, allo sviluppo della personalità e alla costruzione di rapporti interpersonali e sociali, ma manca di vere riflessioni fondamentali e si riempie invece di sogni mentali.
Fabio Secchi Frau