Devo confessarlo, io sono un grande fruitore di qualsivoglia contenuto a base Disney. Dai primi Alice Comedies (praticamente una droga) ai recenti sviluppi del colosso creatore di tenere storia che cavalcano il sentimentalismo… anche se a volte mi fanno schifo.
Vi siete mai chiesti come è nato il film di Mary Poppins? Se non ve lo siete chiesti, siete come me. Poi però magari, come me, studiate storia del cinema e questa storia la venite a scoprire da soli… e così questo film diventa solo una narrazione di fatti che già conoscete e nulla di più. Però, mentre lo guardate dite, «Dai, però è carino.»
Allora, Saving Mrs. Banks di John Lee Hancock (che ruba a piene mani dalle inquadrature del film Mary Poppins di Robert Stevenson) non è male. E questo è un bene.
Nella parte di Walt Disney ci hanno ficcato Tom Hanks che gli assomiglia così così e che fa quello che deve senza essere troppo dolciastro… ma, forse, un po’ troppo superficiale come personaggio (di Walt Disney in America, non se ne può parlare male a quanto pare!). Ovviamente, gli mangia letteralmente la testa la performance di Emma Thompson nel ruolo della madre letteraria di Mary Poppins, Pamela Lyndon Travers, che è semplicemente pazza e acida (di lei, a quanto pare, se ne può parlar male a iosa nel film), specialmente quando deve rapportarsi con i fratelli Sherman e che ritrova invece tutto il suo malinconico lato infantile nel ricordo dei suoi genitori (interpretati da Colin Farrell e Ruth Wilson), e in particolare del padre.
Musiche composte da Thomas Newman (non molto interessante il suo apporto) e sceneggiatura di Sue Smith e Kelly Marcel che ben rendono l’idea di quanta frustrazione sia esistita nell’anima di Pamela Lyndon Travers, la quale non aveva alcuna intenzione di fare qualcosa “di nuovo” con il suo personaggio ma, anzi, di fare qualcosa di irrimediabilmente negativo per il gusto di avere la sensazione di poter “demolire” un progetto altrui che usava le sue idee.
Quanto la capisco.
Fabio Secchi Frau