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Recensione a “La cucina arancione” di Lorenzo Spurio

Creato il 19 gennaio 2014 da Soleeluna

cover_frontOggi vi presentiamo una nuovissima raccolta di ventiquattro racconti.
E’ “La cucina arancione” di Lorenzo Spurio, autore più volte ospite del nostro blog, di cui abbiamo il piacere di poter recensire anche questa volta.
I racconti presenti nella raccolta trattano tutti lo stesso filone: una sorta di analisi dei casi umani. Si parla quindi di ossessioni adolescenziali, solitudine, occasioni perdute, ma anche si violenza, pedofilia e tanto altro.

Spurio ci presenta i suoi personaggi come fossero persone normali, ma in realtà nel loro profondo celano disagi profondi. Cosa c’è di bello in questi racconti?
Sicuramente lo stile narrativo dell’autore che è curato, mai lasciato al caso, e poi le storie. Racconti in grado di tenerci con il fiato sospeso, di farci restare a bocca aperta sul finale,  ma anche si strapparci un amaro sorriso riga dopo riga.

Perché, in fondo, ognuno di noi si è chiesto cosa significhi davvero essere normali e leggendo queste sillogie spesso ci si ritrova a riflettere sul fatto che forse male e bene non siano divisi da una netta linea di demarcazione, ma che probabilmente, e molto spesso, quella linea possegga molte sfumature. Ci si ritrova a pensare che la normalità non sia altro che una condizione in cui noi stessi ci rifugiamo per fuggire da comportamenti che ci spaventano, che ci risultano incomprensibili.

C’è poca da aggiungere sull’abilità dell’autore di tessere trame originali e intriganti. L’uso della parola per Spurio sembra essere fluido come lo scorrere di un ruscello. Non ci sono difetti in questa raccolta, nemmeno a voler cercare un ago nel pagliaio.

Devo ammettere, un pensiero tutto di Laura, che di solito non amo molto leggere racconti e che lascio questo compito spesso al mio collega Dylan, ma quando ho aperto il file di Lorenzo mi sono trovata a non riuscirmi a staccare dai racconti.

Questa raccolta si legge come fosse un’unica storia, si è curiosi di scoprire come va a finire anche se una vera fine non c’è. Oppure sì…

C’è una fine, il momento del giudizio, non solo sull’opera, ma soprattutto sui comportamenti umani che l’autore ci descrive. Un’altra nota di pregio per Spurio. In nessuno dei racconti, nemmeno nei momenti più crudi, si sente mai l’opinione di colui che le storie le ha scritte. Sarà solo il lettore, con la sua sensibilità e intelligenza, a decretare il suo pensiero.

Consigliamo questo libro a tutti. Vorremo concludere citando Marzia Carocci, che ha curato la prefazione al libro:

Un’appassionante raccolta fantasiosa, dove l’autore con immaginazione, intelligenza e acutezza, propone al lettore vicende realistiche e chimeriche di una mente che va oltre il consueto, sottolineando, però, in questo percorso d’indagine psicologica anche pregi e difetti dell’umanità.

Recensione a cura di Dylan Berro e Laura Bellini.
Sole e Luna Blog.


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