Per la prima volta in tutta la mia vita, ho amato un personaggio interpretato da Ben Stiller e ho amato Ben Stiller (e io normalmente gli darei foco perché troppo nervoso). Il ragazzo ha dimostrato che, quando fa le cose in grande e pensandoci, ci sa fare. A stento, riuscivo a strappare gli occhi da tutto quello che questo film ha offerto alle mie pupille. Il personaggio di Walter Mitty, basato su un vecchio film Sogni proibiti di Norman Z. McLeod del 1947 (a sua volta tratto da un racconto) che, da ordinario impiegato, mette qualcosa in valigia e parte come se dovesse andare dietro l’angolo di casa, con un’incoscienza che la metà basta è una bellissima sorpresa.
La commedia riflette sul tema dell’incoscienza e del viaggio, del piacere di guardare il mondo con gli occhi di un esploratore e senza prevedere nulla. Come ha scritto Andrea nella sua recensione, Ben Stiller ha fatto un buon lavoro. Non ha sbagliato… Anche perché se sbagliava, fine. Game Over. Intrappolato per sempre dentro il ruolo di attore da commediole per bambini dentro un fottuto museo che prende vita o, peggio ancora impegnato nell’ennesimo sequel di Ti presento i miei… E invece lui cresce, diventa un rassegnato attore e regista maturo e sceglie l’inevitabile sentiero della direzione per mostrarsi padrone della cinepresa e della storia.
Il cast di contorno (una supergentile Shirley MacLaine… strana vederla così e un cordiale Sean Penn) ammazza il tempo con dei piccoli e poco impegnativi ruoletti e il montaggio e le musiche di Theodore Shapiro agevolano rapidamente la successione delle scene.
Fabio Secchi Frau
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