Pubblicato da Roberto Gerilli
Titolo originale: The Second Coming Traduttore: Marco Rossari Editore: Einaudi Collana: Einaudi. Stile libero big Data di Pubblicazione: Febbraio 2012 Pagine: 381 Prezzo: 19€ Trama: A volte ritorno è un romanzo comico e irriverente dello scrittore scozzese John Niven. La domanda che sta alla base della storia è: Cosa succederebbe se Dio tornasse sulla terra ai nostri giorni? Dopo essersi preso un lunga vacanza durata alcuni secoli, Dio ritorna nel suo ufficio in Paradiso. La prima cosa che decide di fare è di radunare il suo staff per avere gli aggiornamenti su tutto ciò che è accaduto durante la sua assenza e per avere una panoramica completa dell'attuale situazione: guerre, preti che sodomizzano i bambini, sprechi ci cibo, popolazioni intere che muiono di fame, indifferenza e tante altre atrocità. Il quadro catastrofico che emerge dal briefing dei suoi collaboratori induce Dio a mandare nuovamente sulla terra JC (Jesus Christ), suo figlio. A nulla serve il tentativo di JC di ricordare a Dio cosa accadde l'ultima volta che fece la sua apparizione sulla terra, il padre è davvero inamovibile nella sua scelta. Così JC scende sulla terra e va a New York, dove, vivendo in mezzo agli emarginati sociali, si rende conto delle ipocrisie e delle assurdità che rappresentano la triste quotidianità del mondo dell'uomo moderno. Per cercare di sistemare le cose diventa, grazie ad un programma televisivo simile ad X-Factor, un nuovo idolo delle masse. Con una visione estremamente moderna, decide di sfruttare i mezzi mediatici per diffondere la sua parola. Con i soldi che guadagna decide di aprire una struttura per dare alloggio a tossicodipendenti, prostitute e a tutti gli emarginati. Purtroppo però dovrà constatare che chi aiuta i più deboli deve prima o poi fare i conti con i potenti della terra. John Niven, con il romanzo dal titolo A volte ritorno, getta uno sguardo critico e ironico sulla religione, sulla fede, sulle istituzioni e sulla cultura che caratterizza la nostra epoca.
RECENSIONE Ci sono libri che deludono, altri che entusiasmano. Poi ci sono quelli, pochi purtroppo, che ti danno quella sensazione di dipendenza che ti tortura finché non arrivi a leggere la parola fine. A volte ritorno è uno di questi. Folle, surreale, irriverente, amaro e veritiero. Un romanzo che fa ridere e al contempo riflettere. Tutto questo è John Niven. Tutto questo è A volte ritorno.
Nel grande ufficio del Paradiso, dove è sempre venerdì pomeriggio, tutti gli impiegati sono in fibrillazione. Il Grande Capo sta tornando dalle vacanze e le notizie che troverà sono tutto fuorché buone. Si è preso una settimana di ferie (circa cinquecento anni del tempo terrestre) e l'umanità è andata allo scatafascio. Ha lasciato gli uomini nel pieno del rinascimento e ora…
- Allora… - dice Dio, mettendosi a capotavola e sistemando i Suoi appunti. - Visto che quelli scatenano un genocidio o una carestia ogni quarto d'ora, meglio metterci sotto. Quindi… - Dio appoggia i gomiti sul tavolo, intreccia le dita delle mani e li scruta. - Cosa cazzo succede laggiù?
Guerre, razzismo, omofobia, creazionismo. I musulmani che torturano le loro donno e i cattolici che predicano il loro perbenismo. Odio, diffidenza e ignoranza dilagano per le strade. La situazione sembra disperata. Tutta colpa di Mosè e del suo protagonismo.
«Fate i bravi». Ogni volta che Dio ripensa alla meravigliosa semplicità di quella frase, il Suo unico e originale comandamento, gli subentra in automatico un altro pensiero: quel coglione di Mosè. Che razza di arrogante testa di cazzo butta nel cesso l'unico comandamento che gli è stato dato e ne tira fuori dieci inventati di sana pianta? Mosè, ecco chi.
Giovanni consiglia di scatenare l'apocalisse: distruggere per ripartire da zero. Ma Dio non è d'accordo. Ci sono voluti milioni di anni per creare tutto e, nonostante i tempi in cui vivono, gli uomini sono comunque in grado di comporre, dipingere, costruire. Deve fare almeno un tentativo per salvare il mondo. L'unica speranza è il ritorno di suo figlio, Gesù Cristo, sulla Terra. Gli americani saranno più clementi rispetto agli antichi romani?
Ai vecchi tempi avrebbe puntato dritto verso i giardini di Washinton Square o ancora più a sud verso Wall Street, sarebbe salito su una cassetta capovolta e avrebbe provato a parlare alla gente, a farsi ascoltare. Niente da fare, ormai. Cazzarola, fino a ieri funzionava ancora. Ma qui in Occidente, all'alba del XXI secolo, un tizio fermo a un angolo di strada che dà fiato alla bocca non è più un'alternativa fattibile. I cristiani hanno sputtanato anche quello.
Gesù è un trentunenne perennemente strafatto che vive con gli altri due membri della sua rock band cercando di aiutare i disadattati di New York. La sua ingenua e straripante bontà si scontra con il menefreghismo della società e con l'ottusità della gente. Cerca di dare l'esempio ma nessuno sembra intenzionato ad ascoltarlo… almeno finché non diventa un concorrente di un reality musicale.
A volte ritorno è un romanzo divertente, che colpisce duro e manda il lettore KO. È surreale, graffiante e scevro da ogni buonismo. Fa ridere e poi colpisce duro allo stomaco. Una critica alla società, alla religione, all'umanità intera. John Niven, al suo esordio nel mercato italiano, espone tutto in maniera semplice, immediata. Si tiene lontano dalla scena e lascia che siano i suoi personaggi a parlare. La trama è suddivisa in sei parti, in cui il ritmo della narrazione varia, si evolve, mentre lo stile dell'autore si mantiene sempre qualitativamente elevato. In trecento ottantuno pagine non ci sono passaggi a vuoto, fasi di stanca, né tantomeno paragrafi superflui.
A volte ritorno è un romanzo dal messaggio importante e per questo scomodo. Un romanzo che può essere odiato o venerato. Un romanzo che non passa inosservato. Consigliato a tutti… perché i capolavori devono essere riconosciuti a prescindere dalle ideologie.
L'AUTORE John Niven è nato a Irvine, Ayrshire, Scozia. Scrive per «The Times», «The Independent», «Word» e «FHM». Ha pubblicato il romanzo breve Music from Big Pink e i romanzi Kill Your Friends (per «Word Magazine» probabilmente il miglior romanzo inglese dopo Trainspotting) e The Amateurs. Nel 2012 Einaudi ha pubblicato A volte ritorno.