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Recensione | Agents of S.H.I.E.L.D. 2×04 “I Will Face My Enemy”

Creato il 19 ottobre 2014 da Parolepelate

Okay, ragazzi, sgomberate la baracca. Whedon ha sgarrato, la Marvel deve aver avuto un ictus per approvare uno show del genere, stendiamo un velo pietoso sulla trama e sul casting… Ma chi voglio prendere in giro? Questo show è una bomba, dall’inizio alla fine. Che gusto c’é a fare la recensitrice se non può neanche avere la soddisfazione di criticare un po’ qualcosa?!

Subject of the day: Melinda May. Fa anche rima, lol

Io AMO la May di questa stagione. Se la storia continua così, correte ai ripari, perché vi tormenterò. È che è così.. così.. badass! Adoro le donne badass (vedi: Joan Watson, Mary Watson, Mulan.. e basta. Questa non è una recensione sulle donne badass), perché ricordano alla gente che non tutto il genere femminile è capelli, trucco, tacchi e vestitini. E poi la May è così tosta, intelligente, seria, cazzimmosa…. okay, basta. Un po’ di contegno, per la miseria!

Ci siamo resi abbastanza conto che anche se è a pezzi, lo SHIELD ha risorse inesauribili, e quando il Team vuole qualcosa nessuno nessuno può fermarli. Beh, a parte l’HYDRA. E Talbot. Oh, insomma, quasi nessuno.

Dunque, stavolta il Team ha messo gli occhi su un vecchio dipinto (del 1500 se non erro), miracolosamente salvatosi dall’incendio di una chiesa, e che riporta sul retro le stesse incisioni enigmatiche che Coulson fa periodicamente, evidentemente a causa del siero somministratogli per resuscitarlo.

Purtroppo, il dipinto è nelle mani di un tale Gabriel Soto, che darà una festa per mostrarlo al pubblico. Dunque, il Team si mette in moto per imboscare qualcuno a quella festa.

South Beach, Florida, tanta bella gente che circola in bikini e bermuda, musichetta niente male, Hunter che pomicia con una ragazza (Bridget, segretaria di Soto)… e Skye che gli passa accanto a tutto gas con una Vespetta, afferrando al volo una chiavetta che Hunter ha appena preso dalla sua borsa.  Ordinaria amministrazione, allo SHIELD.

Intanto Mack parcheggia nella villa di Soto, e scopriamo che gli imboscati sono Coulson e May. Ma quanto era bella la May in quel vestito?? Quando sorride poi ancora di più.

Skye ha compiuto (come sempre) un egregio lavoro di hackeraggio, creando per loro due identità nuove nuove con tanto di biglietti gratis, così i due riescono ad entrare alla festa senza intoppi.

Ad un certo punto Phil spegne i comunicatori, e c’è una scena fantastica: Coulson e May che ballano. Non bastavano il vestito, il sorrisone, ma soprattutto la risata? Giuro che non ricordavo di aver mai sentito Melinda ridere. È terrificante ma al tempo stesso esaltante.

Ma ovviamente non poteva andare tutto bene, eh no. Infatti chi c’è tra gli invitati? Talbot in persona! Zan zan!

Il colonnello/generale/non ricordo cosa è palesemente ubriaco, il che é deducibile dal fatto che promette a Coulson di non fargli saltar la copertura. Phil non si fida e riaccende i comunicatori, giusto in tempo per interrompere il racconto poetico dell’incontro tra Hunter e sua moglie, con gran sollievo di Mack. Li informa che la missione é a rischio, e che dovranno improvvisare, e come al solito é May a prendere l’iniziativa, attaccando bottone con Soto.

Ha detto più parole ora di quante gliene abbia sentite dire in un anno.

Stavo pensando la stessa identica cosa ahahahah

Dopo aver ottenuto l’immagine degli occhi di Soto, che servirà ad aprire una porta, Coulson si accorge che Talbot ha mandato all’aria la loro copertura, quindi lui e la May corrono nei sotterranei a cercare il dipinto. Ad un certo punto si bloccano alle griglie laser, e Coulson si prepara a passarci attraverso, mentre la May prende e ci passa attraverso con nonchalance, tanto la loro copertura è già andata a farsi benedire. Che vi dicevo? Badass!
In ogni caso, tutta fatica sprecata, perché il dipinto non c’è. È stato requisito da Talbot con la scusa di un’indagine governativa, e il suddetto, non capendomi una beata fava, vuole l’aiuto di Coulson per comprendere le iscrizioni sul retro. Coulson non si fida, e qui entra in gioco la May, che si accolla il compito di verificare la veridicità(?) dell’offerta di Talbot.

Si infiltra dunque nella sua stanza d’albergo, e ci trova l’Agente 33, che spulcia il fascicolo personale di Coulson. E qui compare la Cavalleria in tutta la sua potenza: combatte da sola contro Talbot e 33 contemporaneamente, e riesce anche a cavarsela, finché non strappa letteralmente la faccia a Talbot, abbassando la guardia e permettendo a 33 di colpirla alle spalle.

Sorpresa! In realtà Talbot non è Talbot, ma è il tirapiedi di Whitehall. Ecco che tutto si spiega.
33 fabbrica una nuova maschera mutaforma, assumendo l’identità della May per avvicinare Coulson senza insospettirlo. Tipo nella scena in macchina, quando Coulson non sa ancora che May non è la vera May, io li guardavo e mi dicevo “Ma Cristo, possibile che non si ne accorge?? Davvero Coulson si fa fregare così?” E giù con gli insulti contro 33, contro l’HYDRA manipolatrice e tutto il resto.

Alla fine però Coulson se ne accorge con una domanda a trabbocchetto, e le dà un pugno in piena faccia di quelli che si ricordano per la vita. Ah, che soddisfazione!

La vera May, invece, si trova in una situazione… elettrizzante. Non linciatemi, sono squallida, lo so. Non so voi ma io quel tirapiedi lo schifo a morte. Lo trovo repellente, sia la faccia che la voce. Stai lontano dal Team, stupido leccapiedi! >_<

Quella cacchetta della falsa May, comunque, prima di essere beccata, ha piazzato sul Pulmino un dispositivo che causa un blackout ed esplosioni varie in giro per l’aereo, rischiando di farlo esplodere definitivamente con tutti bloccati dentro. Fitz allora è costretto ad uscire dal suo isolamento autoimposto, e ad aggiustare l’aereo con l’aiuto delle mani di Hunter, che in quanto babbano va benissimo come semplice manodopera.

L’elettrizzante esecuzione di May, la vera May, viene rimandata per i rumori di combattimento tra la Falsa e Coulson che giungono dal corridoio. Melinda ha così il tempo di liberarsi, spaccando praticamente la sedia su cui era legata e correndo incontro al tirapiedi come una furia in canottiera grigia, e dopo averlo conciato per le feste irrompe nel corridoio, decisa a ridurre a brandelli la sé Falsa. Cavalleria in azioneeee!! Dopo un combattimento da brrrivido, la vera May abbrustolisce la faccia della Falsa con il filo elettrico, mentre Coulson insegue il tirapiedi e recupera il dipinto prima che possa scappare.

Ma torniamo a Fitz, che in questa puntata è stato un po’ accantonato. Come accennavo prima, tende sempre a chiudersi nel suo piccolo mondo, nel suo silenzio, nelle sue difficoltà, nonostante i suggerimenti di Jemma lo spingano a cercare almeno di partecipare alle conversazioni. È stato davvero dolce quando Hunter ha offerto la birra tutti per festeggiare la non-esplosione dell’aereo, e Fitz si è deciso a parlare ed ha sciorinato davanti a lui e a Mack la sua unica disavventura amorosa, ossia l’essere stato friendzonato da Simmons. La faccia di Hunter in quel momento è fantastica ahahahah

May e Coulson nel frattempo aggiornano Talbot, che poveretto, era del tutto ignaro che ci fosse un tizio con la sua stessa faccia in circolazione. Poi Coulson tira fuori per l’ennesima volta il discorso sul piano d’emergenza nel caso diventasse uno psicopatico farneticante come Garrett. Melinda ha ideato un piano che prevede una fuga in un posto lontano, dove potrà prendersi cura di lui, ma Phil vuole una cosa sola: che May gli pianti un proiettile dritto in testa. Nient’altro.

Ma.. ma.. non può farlo. Non dopo tutto il casino per riportarlo in vita, e che cavolo! E poi Coulson è l’anima del Team e dell’intero SHIELD! Mannaggia. Ç_Ç

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