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Recensione: "Alera" di Cayla Kluver

Creato il 02 giugno 2011 da Lauragiussani
Titolo: Alera
Autore: Cayla Kluver
Editre: Sperling & Kupfer
Data uscita: 29 marzo 2011
Pagine: 448
Prezzo: 14,90 euro
Al proprio destino non si sfugge, e Narian sa che su di lui incombe una terribile maledizione che lo condanna a distruggere il regno di Hytanica per sempre. Ecco perché ha rinunciato all’amore della principessa Alera, permettendo così che lei sposasse Steldor. Quando il Gran Signore di Cokyri rapisce la sorella di Alera come ricatto per costringerlo a condurre l’esercito contro Hytanica, Narian capisce che la profezia sta per compiersi, ma non ha scelta: può solo ubbidire. Presto la guerra divampa cruenta, lasciando Hytanica in fiamme e il cuore di Alera in pezzi. Ma la principessa non è pronta ad arrendersi al destino. Nemmeno al più crudele.

RECENSIONE: Secondo capitolo di una saga fantasy leggera e godibile anche per i non amanti del genere...(Livello Spoiler: basso) “Alera” è stata per me una lettura davvero singolare. Si tratta del secondo capitolo di una saga, ed è stata credo la prima volta che ho iniziato a leggere un libro a storia già avviata. Sì, perché il primo libro, Legacy, non l’ho ancora letto. Ci tengo a sottolineare che non è stato un acquisto, perché altrimenti molti di voi si staranno già chiedendo “Ma perché è partita dal secondo, invece di seguire l’ordine giusto?”. Ecco dunque spiegato il motivo.
Un approccio insolito, per la sottoscritta, e non privo di perplessità (non ero convinta di riuscire a seguire la vicenda, essendomi persa tutta la prima parte). Invece si è rivelata essere una lettura piacevole, dove i diversi riferimenti a Legacy non mi hanno comunque impedito di seguire con chiarezza il filo della storia.
La copertina non mi piace, l’ho trovata banale e parecchio fuorviante. Più fiabesca che fantasy, con un castello dai tetti a punta (fa un po’ logo Disney) sullo sfondo e una principessa in primo piano che potrebbe tranquillamente passare per la Jasmine di Aladdin (tanto per rimanere in tema). Molto più appropriata quella spagnola, la migliore tra tutte, per quanto mi riguarda.
Passando ai contenuti, “Alera” si è rivelata essere una lettura veloce e abbastanza piacevole. Non è un libro memorabile, certo, ma assicura qualche ora di svago e piacevole relax. Personalmente non sono molto amante dei fantasy (eccezione fatta per gli urban fantasy): faccio fatica a entrare in “mondi” diversi, tenere a mente lunghe serie di nomi spesso improponibili e staccarmi dalla realtà quel tanto che basta per seguire con interesse la vicenda.
Alera, però, mi è comunque piaciuto. Per certi versi mi ricorda “Fire” della Cashore…le trame sono differenti, certo, ma in entrambi i casi si tratta di fantasy “leggeri”, dove viene dato ampio spazio alla vita quotidiana dei protagonisti, alle relazioni umane…e solo in parte a battaglie e conflitti tra popoli e creature immaginarie. Molte scene, infatti, sono ambientate nelle stanze di Alera o del marito, Steldor. Battibecchi, avances, litigi, tregue, occhiate torve piuttosto che ironiche o risentite tra i due coniugi occupano buona parte delle pagine del romanzo.
Interessante il conflitto tra Hytanica e il regno di Cockyri, anche se l’ho vissuto come elemento di sottofondo, quasi scenografico. Frammenti di battaglie irrompono nella vita quotidiana della principessa Alera, della sua famiglia e dei suoi sudditi, sospendendo la routine quotidiana e i problemi personali, che vengono puntualmente rimandati a data da definirsi di fronte alla preoccupazione per il popolo di Hytanica.
Come protagonista femminile, non ispira il massimo della simpatia. Ma forse questo mio parere dipende dal fatto che ho semplicemente adorato Steldor. Gran bel personaggio, in equilibrio tra pregi e difetti, complesso e portato avanti dall’autrice con estrema coerenza. Un personaggio valido, che Alera non sembra comprendere fino in fondo. Da lettrice, non avendo tra l’altro seguito le vicende di “Legacy”, mi sono sempre ritrovata a schierarmi dalla parte di Steldor. Alera ne riconosce spesso i lati buoni, teme scenate violente e colleriche che puntualmente non si verificano, e alla fine arriva addirittura a manifestare sentimenti amorevoli nei suoi confronti. Ciò nonostante passa l’intero libro a fare la difficile, tra una paranoia e l’altra, sognando a occhi aperti Narian. Narian, è il caso di dirlo, in questo secondo libro è un po’ un fantasma. Non mi ha colpita per niente (forse, se avessi letto anche Legacy, la penserei diversamente), l’ho trovato piatto e di contorno… stride davvero la fiducia cieca e l’amore incondizionato che Alera nutre nei suoi confronti. Quanto agli altri personaggi, ho apprezzato in particolar modo London: l’autrice ha saputo caratterizzarlo con cura, dandogli quella marcia in più – e quello spessore – che manca a molti altri per emergere dal gruppo.
La storia ruota attorno al conflitto tra Hytanica e Cockyri, che a tratti si fa più aspro e a tratti viene accantonato per seguire da vicino la vita di Alera. La seconda parte del romanzo riserva qualche interessante colpo di scena, che purtroppo però trovano la conclusione in un finale abbastanza prevedibile.
Tirando le somme, una lettura buona, da tre stelline piene. Sono curiosa di leggere Legacy e vedere se il mio punto di vista rimarrà comunque tale, per quanto riguarda questo secondo libro. Quanto al seguito, non so…non attenderò con ansia l’uscita del terzo libro, ma visto che la storia è comunque una lettura piacevole, perché no…

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