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[Recensione] Black Friars – L’ordine della chiave di Virginia de Winter

Creato il 14 luglio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Black Friars – L’ordine della chiave di Virginia de WinterTitolo: Black Friars – L’ordine della chiave
Autore: Virginia de Winter
Editore: Fazi
ISBN: 9788876251306
Numero pagine: 454
Prezzo: € 18,00
Voto: [Recensione] Black Friars – L’ordine della chiave di Virginia de Winter

Trama:
Axel Vandemberg, giovane crede al trono del regno più importante del Vecchio Continente, farebbe qualsiasi cosa per amore, anche picchiare uno dei suoi migliori amici. Imprigionato nel carcere degli studenti per una rissa, il suo unico, struggente pensiero è dedicato a Eloise Weiss, la ragazza cui ha consacrato la vita fin dall’infanzia. Axel non sa che il suo mondo sta per essere sconvolto dal fatale incontro con Belladore de Lanchale, una cortigiana dal fascino oscuro che ben presto imprigiona il ragazzo in una trama fitta di bugie e ricatti. Mentre Axel lotta contro la seduzione del male, la città pare farsi specchio dei suoi tormenti, trasformandosi in uno scenario di efferati delitti. Protetto dalla notte, tra i vicoli non ancora illuminati dalla luce a gas di una città ammantata di atmosfere gotiche, un assassino inafferrabile uccide giovani umane e bellissime vampire. Unica traccia utile alla Magistratura incaricata delle indagini è il macabro e accurato gioco dell’omicida, che ricompone i corpi delle vittime ispirandosi a celebri fiabe: Raperonzolo strangolata dalle sue lunghe trecce, la Bella Addormentata dilaniata dal morso del principe. Biancaneve avvelenata dalla mela…

Recensione:
Ci risiamo. Ormai mi ero lanciato nell’impresa, e mi credevo sufficientemente preparato: considerando che questo secondo volume sarebbe un prequel, mi aspettavo se non altro che tanti punti oscuri venissero finalmente svelati, dal momento che buona parte del primo risultava incomprensibile. Inoltre, come già detto nella recensione precedente, la scrittura era talmente ridondante che anche volendo mettere tutta la buona volontà del mondo sarebbe stato impossibile seguire un filo logico.
Si diceva anche che questo libro sarebbe stato più scorrevole del precedente, senza quelle tremende pagine accumulate di pura narrazione spesso anche non funzionale ai fini della trama: ebbene, no. Si capisce, lo stile di un autore tende a non subire particolari variazioni a meno che non si tratti di un genio dall’inesauribile creatività; ma qui, sebbene i dialoghi siano tutto sommato leggermente più vivaci, siamo ancora ben lontani da una lettura agile e sciolta. Il linguaggio usato dai personaggi è talmente pomposo da sconfinare, in una parola, nel ridicolo: è poco credibile, anche nell’epoca in cui è ambientato, che amici e studenti si parlino l’un l’altro con un tono che rasenta la deferenza del più umile dei servi rivolto a un maestoso sovrano. Appesantisce una narrazione già saccente e difficile.
Un sollievo viene dall’assenza della Mary Sue/Eloise, che per tutta la durata della storia si limita a essere una presenza sdegnosa e cattedratica pronta a storcere il naso e indignarsi come una bambina viziata che tiene il broncio. C’è però a compensarla la figura del suo innamorato disperato, Axel, che dall’inizio alla fine alterna la consueta ampollosità spacciata per educazione, una devozione sproporzionata che lo riduce a sembrare un giocattolo nelle mani di tutte le donne (umane volubili e vampire ammalianti) possibili, e improbabili impeti di coraggio guerriero che hanno il solo scopo di ribadire quanto lui sia bellissimo, fortissimo, dolcissimo e qualsiasi altro aggettivo in –issimo possa far girare la testa alle affezionate amykette lettrici.
Non mancano anche in questo caso le copiature da i riferimenti a Harry Potter e a Twilight, dall’atmosfera gotica di Hogwarts e dintorni, alle regole della scuola, agli immancabili lupi giganti da combattimento, ai vampiri belli e marmorei come statue. Alcuni di questi, peraltro, così grottescamente effeminati che anche una piccolissima e marginale scena slash sembra a tutti gli effetti un approccio perfettamente eterosessuale. E dire che in quel momento mi sembrava quasi di poter sollevare il giudizio finale!
Altra pecca non risolta dello stile, affiancata al solito editing non sempre ben curato, è la ripetizione di frasi formulari relative alla descrizione di ambienti e personaggi: spesso le frasi si ripetono uguali, copincollate, e l’impressione è a tratti quella di rileggere le stesse pagine superate qualche capitolo prima.
La conclusione è il colpo di grazia: conoscendo Eloise dal primo e Axel dal secondo libro si sa già che quel loro sguardo conclusivo porterà a una romantica e appassionata riappacificazione, magari anche con una figlioletta stile Twilight, ma sempre rigorosamente tormentata da pagine e pagine di noiosissime e infinite dissertazioni.
Ebbene, sono proprio curioso di vedere se il seguito uscito proprio in questi giorni mi smentirà. Lo spero.


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