Editore PiemmeCollana FreewayFormato RilegatoPubblicato 07/10/2014Pagine 356Lingua ItalianoTitolo Originale Black IceLingua Originale IngleseISBN-13 9788856641035Traduttore I. Annoni
Cari lettori, era un po' che non pubblicavo una recensione e mi scuso con voi. Sto lavorando alla stesura di due romanzi e pertanto, il tempo per il blog è sempre meno. Ma non per questo, lascerò che non abbiate contenuti. Non pubblicherò più quattro o cinque recensioni a settimana, ma al mese, o anche meno. Spero comprendiate la mia scelta.Oggi pubblico la recensione di un libro che ha attirato da subito la mia attenzione.In verità, avevo grandissime aspettative per questo libro. Ho apprezzato Becca Fitzpatrick nella saga degli angeli caduti. Il suo stile è fluido e ammalia il lettore, senza troppi fronzoli.Eppure qui manca del tutto la verve che l'ha sempre contraddistinta.Alle prime pagine di "Black ice", mi sono sentita coinvolta, quasi rapita. Ma passate le prime 15, l'attenzione è calata. E non ci sono stati miglioramenti nelle successive.Becca ci conferma la sua bravura nella descrizione delle ambientazioni, qui più o meno improbabili, dato che si passa da splendide giornate e gelate improvvise, con tempeste di neve che durano giorni. Ma essendo il romanzo ambientato il montagna, ci può anche stare.Mi hanno deluso i personaggi. Odiose le due amiche, Korbie e Britt, le quali dovrebbero essere complici e invece non fanno che invidiarsi e darsi contro. Non credo di poterle definire propriamente amiche.Scontata e fatua la protagonista, Britt, la quale afferma di essere affetta dalla Sindrome di Stoccolma. Cosa della quale non sarei del tutto convinta, inoltre questo aspetto non viene nemmeno approfondito più del dovuto.Inverosimile, la dinamica dei personaggi, il modo in cui interagiscono e la banalità in cui cadono.Sembrano tutti pedine di un gioco già visto. C'è da dire che la Fitzpatrick ha saputo giocare sui momenti di suspense, ma non li ha sfruttati appieno. Forse si è troppo crogiolata nel successo della precedente saga, per spremersi di più e offrire ai lettori, un prodotto che la confermasse. Sinceramente, non ho apprezzato questo libro e devo dire di aver fatto fatica a finirlo. Mi aspettavo un thriller mozzafiato e invece ho trovato una storia banalotta, per adolescenti senza troppe pretese.