Non sempre il videogioco è un mezzo narrativo per via della sua trama articolata o dei dialoghi ben congegnati. A volte basta un immagine, che unita alla musica regala delle emozioni indescrivibili, talvolta superiori addirittura alle opere descritte poc’anzi fa. Diversi titoli si sono cimentati in questo tipo di “narrazione senza narrazione”, ma è dopo l’uscita di Journey che le cose cambiarono completamente. Il titolo ha conquistato il premio del miglior gioco per Playstation 3 e ha sbaragliato la difesa emotiva di tantissime persone, compresi alcuni redattori del nostro sito. Il gioco di ThatGameCompany ha narrato una storia piena di filosofia e d’amore senza usare una sola parola, senza una vera storia di fondo. Starbreeze Studio, reduci da diverse deulusioni economiche hanno cercato di fare lo stesso successo con un altro gioco minimale, ma dalle atmosfere completamente diverse. Brothers: A Tale of Two Sons è un gioco d’avventura pubblicato su Xbox 360, PSN e Steam ed è il motivo della nostra recensione odierna.
Insieme, per sempre.
Come avevamo detto prima, Brothers: A Tale of Two Sons è un gioco d’avventura che ci mette alla guida di due fratelli. La storia si apre con una donna che affoga nel mare e il figlio che fallisce tentando di salvarla. Subito dopo vediamo lo stesso ragazzo seduto in ginocchia vicino alla tomba della madre e vede il suo fantasma apparire e confortarlo, ma l’atmosfera si spezza quando il fratello maggiore arriva e i due iniziano a trasportare il padre ammalato verso la clinica, dove scopriranno che per guarirlo serve un liquido di un albero molto distante da loro. Inizia cosi l’avventura di due fratelli, che dovranno affrontare diversi pericoli e diverse peripezie per arrivare al prestabilito.
La cosa che balza all’occhio molto in fretta è il tema cupo della vicenda. Ogni posto che andremo a visitare è ricolmo di una tristezza infinita, che è quasi un simbolismo dell nostro mondo. Un mondo in cui solo l’unione può fare la forza. Infatti i due fratelli durante il corso dell’avventura impareranno ad affrontare le proprie paure, aiutandosi a vicenda. Risulta chiaro quindi che il fratello minore non è un peso, ma piuttosto è il secondo remo che fa andare dritta la barca in mezzo al mare. Tuttavia la madre morta comparirà al fratello minore, come se fosse un modo per torturarlo per non averla salvata. Durante una piccola sessione i dovranno cercare di non farsi mangiare dai lupi durante la notte. Il tutto è narrato magistralmente da Josef Fares, il regista di origini Armei, candidato diverse volte ai vari festival cinematografici. Ad alleggerire la storia, però, ci pensa il comparto grafico molto fantasioso e fiabbesco che riesce nel suo intento di trasportarci nel mondo creato da Starbreeze.
La famiglia è tutto.
Brothers: A Tale of Two Sons utilizza il motore grafico Unreal Engine 3 e lo fa in un modo tutto particolare. Starbreeze non hanno voluto puntare sul realismo delle figure, ma come abbiamo detto nel capitolo precedente, sul fiabbesco. Sarà per via della situazione finanziaria della compagnia o per una semplice voglia di cambiare rotta, ma questa tipologia di comparto grafico è completamente diversa dagli altri titoli della compagna. Figure leggermente deformate, mostri che troviamo nelle leggende mitologiche del nord europa, tutto sotto mano dei giocatori. Le strutture degli edifici si ergono orgogliose sul terreno roccioso delle montagne. Ogni edificio è una struttura di fantasia, eppure, sembrano solide e reali, come se stessero vicino a noi. Il mondo di gioco è stato ricreato sicuramente senza sfruttare al massimo il motore grafico, ma sfrutta qualcosa di più importante, la leva emotiva di ognuno di noi.
Grande attenzione è stata posta sugli effetti di luce, che qui si mostrano in tutto il suo splendore, catturando l’attenzione del giocatore. Il mondo durante il tramonto è visibile in tutto il suo splendore, mentre di notte i bagliori della luna riescono nell’intento di spaventare e rattristire il giocatore, finendo per mostrare delle persone impiccate sugli alberi. Visioni che certamente non sono drammatiche, ma rendono l’idea di cosa vivono i due fratelli. Le animazioni sono fluide e non si notano i rallentamenti o i scatti e in generale si nota una grande parsimonia nella costruzione grafica dei vari livelli. Il tutto finisce troppo in fretta però, durando una manciata di ore, che però al livello emotivo ne valgono centinaia.
Il controllo del duo
I giochi con due protagonisti non sono certo un eccezione nel mondo odierno. Tanti sono stati i tentativi di portare due personaggi contemporaneamente sullo schermo, ma in questo gioco parliamo di un approccio leggermente differente. Oltre a portare due protagonisti, il gioco di permette di controllarli simultaneamente. Ogni personaggio è controllato con uno stick diverso e i dorsali invece servono per le rispettive azioni dei personaggi. Questo è tutto il sistema di gioco messo a punto; semplice, vero? Proprio grazie al gameplay cosi semplice e basilare che è possibile immergersi al 101% nel mondo di gioco e di godere appieno della narrazione senza mezzi vocali. Purtroppo questo risulta essere allo stesso tempo anche un difetto. Per controllare simultaneamente due personaggi dobbiamo muovere i due stick insieme e ciò potrebbe destabilizzare un fluido andare. Grazie agli fps e simili, infatti abbiamo imparato a i due stick controllando un solo personaggio, mentre qui ne muoviamo due e confondersi non sarà difficile.
L’accompagnamento musicale
La colonna sonora (diegetica e non) è uno dei medium all’interno del videogioco che riesce nel suo intento, trasmetterci delle emozioni. Brothers: A Tale of Two Sons non è un eccezione in questo caso, riuscendo in pieno nell’intento di trasportare il giocatore nel mondo di gioco. Le musiche non appaiono mai troppo invasive, ma riescono a dare la verve necessaria per far battere il cuore al momento opportuno. Un gran lavoro quindi anche dal lato musicale.
dCommento:
Brothers: A Tale of Two Sons è un gioco particolare, nato da una software house che ha sofferto di non pochi problemi, ma che probabilmente ha trovato il suo genere proprio ora. La trama è tanto banale quanto emozionante, proprio grazie alla mancanza di una qualsivoglia testo. La giocabilità non è il massimo, ma ben presto ci si l’abitudine e le poche ore volano via in un attimo.
PRO:
+ Atmosfere uniche
+ Una storia che vi strapperà qualche lacrima
+ Semplice, ma immediato
+ Un’avventura da vivere…
CONTRO:
- Ma dura davvero poco
- Il controllo non è ben calibrato
- Potrebbe non piacere a chi cerca un gioco classico
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