Detto questo veniamo ai libri. Devo dire che ultimamente non posso certo lamentarmi delle mie letture, le sto trovando una più coinvolgente dell'altra, e anche se non mi sono approcciata a romanzi particolarmente impegnativi, sono più che soddisfatta.
Oggi vi parlo di Bunker Diary un libro che non credevo potesse lasciarmi con lo sguardo perso nel vuoto per tipo dieci minuti, ma non riuscivo più a riprendermi dalla fine.
BUNKER DIARY di Kevin Brooks
| Piemme, 05/2015 | pag. 300 | € 15,00 |
Linus, 16 anni, insieme a quattro adulti e una ragazzina di nove anni, si trova intrappolato in un bunker, uno spazio claustrofobico, da cui nessuno può fuggire. Sono stati rapiti da qualcuno che si è presentato loro ogni volta in modo diverso e non sanno perché sono stati scelti. Spiati da decine di telecamere e microfoni perfino in bagno, dovranno trovare un modo per sopravvivere.Voto:
Spiazzante, cattivo, infido, ecco cos'è questo libro. Se per caso vi venisse in mente di iniziarlo fatevi trovare preparati, perché qui si cade. Sempre di più. In una voragine nera, asfissiante, claustrofobica... lenta.
Il diario che tiene Linus, un sedicenne rapito con altre cinque persone di età ed estrazione sociale diverse, è l'unica traccia tangibile di quello che succede tra le mura gelide della loro prigione, un bunker sotterraneo senza porte e finestre che li costringe in un abbraccio mortale.
Il mondo probabilmente non li ha dimenticati, genitori, amici e polizia li staranno cercando, ma loro si sono dimenticati del mondo; è strano come in poco tempo ci si possa abituare a una situazione tanto anomala.
C'è una telecamera che li sorveglia, un microfono che li ascolta, un orologio che inganna il tempo e un ascensore che li premia o punisce a seconda di come si comportano. E poi ci sono sei taccuini su cui possono annotare le richieste da lasciare in ascensore: cibo, sapone, medicine... Se ringraziano è anche meglio. Alcune volte ottengono quanto chiedono, altre no, e guai a tentare la fuga, il Grande Fratello di Brooks è sadico, impietoso, e non ammette alcuna forma di ribellione. Per lui sembra essere tutto un macabro gioco. Ha sei ostaggi. Sei topolini in gabbia. E sta lì a guardarli. C'è chi reagisce, chi si chiude in se stesso, chi non perde la speranza e chi va fuori di testa. I sei prigionieri lottano contro la fame, la sete, le scariche elettriche, il fetore, i rumori assordanti e i narcotici. Lottano contro se stessi e contro un nemico invisibile. A un certo punto la situazione diventa così claustrofobica che la loro frustrazione diventa anche quella del lettore.
Eppure, penserete voi, questo è un romanzo per ragazzi.
Ebbene sì, ma ormai è un dato di fatto, ci sono young adult più coraggiosi di tanti libri per adulti. Insomma, non è che io sia a digiuno di thriller e horror eppure questo romanzo mi ha lasciato attonita. Mi sono portata sulla pelle la storia di Linus per giorni, una storia che mentre la leggi sembra scorrere così veloce che quasi non ti accorgi di come precipitano le cose e di quanto in fretta si arrivi alla fine. E' un romanzo che si legge in tre ore circa, ma ha un effetto a scoppio ritardato. Nonostante non ci siano scene truculente è angosciante, feroce e spietato in modo indicibile. A volte è l'ignoto che spaventa. E' quello che non vediamo, che non sappiamo, che non sentiamo a terrorizzarci di più.
A quanto pare Brooks sa dove colpire, sa quali sono i tasti da premere per non farsi dimenticare. Click, click, click... e anche tu sei suo prigioniero.
* romanzo vincitore della Carnegie Medal
Acquista su Amazon
Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.