Recensione "CARAGARTHOS - La pietra di Thol Dhruwid" di Vincenzo Cortese
Creato il 21 agosto 2014 da Tresor85
Salve cari lettori, oggi voglio allietarvi con una nuova recensione!
Ormai sono tornata e riprendo in grande con un romanzo fantasy, ma molto fantasy.
Un fantasy che ci fa tornare agli albori del genere, che fa sempre piacere leggere, soprattutto se è ben scritto.
Autore: Vincenzo Cortese
Titolo: CARAGARTHOS - La pietra di Thol Dhruwid
Editore: Self-publishing
Genere: fantasy
Pagine: 398
Prezzo: 0,89
Trama: "Caragarthos" è una parola
che in celtico vuol dire "Orso Stregone". Il nome con cui vengono
identificati i druidi mutapelle protagonisti di questo Fantasy ispirato alla
mitologia celtica e contaminato con la rielaborazione di molte leggende di
origine etrusca. Una contaminazione basata su un ipotesi storica secondo la
quale le due popolazioni sono venute a contatto contaminandosi a vicenda. Ma
non dimentichiamo che tutto si svolge in una dimensione fantastica, la magica
valle di Dhunbaras.
La storia ruota attorno alle vicende di un
cacciatore, Arafhos, il quale, dietro consiglio del druido Meilyr, parte a
caccia di un cervo.
La battuta è estenuante e, nonostante fosse
riuscito a colpire l'animale, questo lo trascina in un lungo inseguimento fino
ai confini del Dhunbaras, quasi a ridosso della Marca, il regno retto da un
usurpatore.
Stremato, Arafhos decide di fermarsi per riposare.
Si addormenta all'ombra di un salice ma viene bruscamente svegliato da tre
balordi al servizio dell'usurpatore che, adducendo un'ordinanza insulsa,
cercano di appropriarsi del suo cavallo. L'uomo reagisce ma finisce per essere
sopraffatto dai vigiles i quali decidono di deportarlo nella Marca.
Quando la situazione sembra ormai disperata, un
prodigioso evento soprannaturale crea sgomento nei tre energumeni che, udendo
un verso raccapricciante provenire dalla foresta stregata di Anation Caitos,
fuggono atterriti abbandonando il povero Arafhos al suo destino.
In realtà il fenomeno era stato prodotto dalle
Naiadi, spiriti delle acque del fiume, le quali rassicurano il cacciatore e gli
affidano un infante come pegno del loro intervento.
Arafhos, che è reduce da un doloroso passato che
lo ha privato della sua sposa, Grainne, uccisa da un servo dell'usurpatore
quando aspettava il loro primo bambino, vede in ciò un dono inviatogli proprio
da Grainne dall'oltretomba.
Sin da subito, quindi, inizia a provare per quella
creatura un tenero affetto e accetta di buon grado il pegno della sua salvezza.
La sua vita, fino a poco tempo prima dissoluta e
senza scopo a causa delle atroci sofferenze subite, cambia radicalmente con
l'accudimento di Aedwin, questo è il nome che da al bambino, il quale cresce
ignorando che in realtà Arafhos non è suo padre.
Ad aiutare il cacciatore nell'allevamento del
piccolo è il druido Meilyr.
Ben presto, tuttavia, si presentano i problemi
sottoforma di una persecuzione della casta dei druidi a opera di un nascente
ordine religioso retto da un Oscuro Veggente. In qualche modo sono coinvolti
anche i mercenari dell'usurpatore e, alla fine, Meilyr, Arafhos e Aedwin sono
costretti a intraprendere un lungo viaggio per sottrarsi a tali angherie.
Lo svolgersi del romanzo segue un
andamento che va di pari passo alla crescita del bambino Aedwin e al modo in
cui egli vede il mondo. Un passaggio psicologico da giovane volenteroso e
curioso, riguardo alle meraviglie che compongono la sua realtà, fino
all'acquisizione della consapevolezza della prima maturità, con la scoperta
anche degli aspetti più negativi della natura umana.
Recensione: Caragarthos, è un romanzo che mi ha piacevolmente colpito. Diversi elementi del fantasy classico, quasi epico si mescolano con la cultura celtica e non solo anche con i miti, molto legati alla natura. Non solo, sono presenti anche dei riferimenti alla mitologia etrusca e greca come le "Naiadi" ninfee che vivevano nelle acque dolci, quali fiumi, laghi.
Queste creature saranno presenti nel romanzo con uno scopo ben preciso. Oppure l'utilizzo della parola "Leucos" che in greco vuol dire "lucente, bianco".
Ma andiamo per grado.
Arafhos è un cacciatore e su di lui gira l'intera storia. Tutto inizia con la caccia a un cervo, e sin da queste prime pagine si può notare l'abilità descrittiva dell'autore. la cui semplice caccia diventa una vera e propria avventura, creando un filo logico dove il più delle volte è difficile mantenere.
L'avventura scatta nel momento in cui dopo un estenuante caccia, Arafhos riesce al colpire il cervo che lo trascina fino al confine tra la Dhunbaras e la Marca.
La Marca era governata da un tiranno, e il regno viveva nel caos. Arafhos era rassegnato al suo destino, ma qualcosa mette in fuga i suoi aggressori. Presto un prodigio si manifesterà agli occhi del cacciatore. Si tratta di un bambino, donanto dalle Naiadi, di cui dovrà prendersi cura e dargli un nome.
"Uomo dell'est, questa creatura proviene da un regno di là dal versante occidentale di ciò che voi dhunbariani chiamate Grande Cordigliera. Occupatene, questo è il solo tributo che ti chiediamo in cambio del tuo scampo."
"Oltre quella radura troverai il tuo cavallo. Non temere, non correrai altri pericoli. Ora vai e dai a quest'anima innocente un nome per cui sarà ricordato." Conclusero le Naiadi.
Arafhor raccolse il neonato e, scoprendolo ulteriormente dal panno finemente ricamato che lo copriva, vide che era un maschio. Carezzò dolcemente i suoi capelli, di un rosso fiammante, e sorrise quando il piccolo gli afferrò un dito stringendolo forte.
"Che stretta tenace che hai... Aedwin."
"Aedwin" ripetè con soddisfazione. "È così che ti chiamerò, figlio mio."
Da questi versi si intuisce come il cacciatore si affeziona immediatamente al bambino, credendolo un dono da parte della moglie defunta.
Deciderà di farsi aiutare dal druido Meilyr, a crescere il piccolo. Le insidie e le avventure sono dietro l'angolo, non voglio svelarvi troppo. Però il piccolo Aedwin vedrà e attraverserà non poche difficoltà durante il suo percorso di crescita. Dove durante la lettura infatti, noteremo le diverse metamorfosi in cui l'autore non solo descrive i cambiamenti fisici di Aedwin, ma anche la parte psicologica.
L'ho trovato molto piacevole e intenso, una scrittura scorrevole, che ti trascina in questo magico mondo tutto da vivere. Un fantasy dal sapore antico che si sposa con quello moderno, creando un mix vincente.
Angolo Autore: Vincenzo Cortese nasce a Napoli nel
1972. Svolge la professione di medico veterinario, gira in bicicletta tra
Napoli e provincia, ma coltiva la passione
per la scrittura fin dai tempi del liceo. Oltre a scrivere, illustra anche i
suoi romanzi e racconti, talvolta prestando la matita anche a quelli di altri
autori. La sua carriera ha inizio con il nuovo millennio poiché viene pubblicato
nel 2006 il racconto Lo specchio di Gerberius all’interno della raccolta La
penna oltre il camice e nel 2008 il suo primo romanzo, Anuir, un fantasy
mediterraneo. Nel 2013 si cimenta anche col genere storico e, per Edizioni il
Ciliegio, issa le vele anche Corsa a Levante, un romanzo ispirato al genere
salgariano ma ambientato in un mediterraneo del XV secolo.
Esperienze Editoriali:
"Anuir il segreto di Halamon" Giraldi
editore 2006 (Fantasy)
"Lo Specchio di Gerberius" nella
Raccolta la "Penna Oltre il Camice Belvedere" editore 2007 (Fantasy)
"Corsa a Levante" Edizioni
Il Ciliegio 2013 (Storico-Avventuroso)
"Caragarthos" La Pietra di
Thol Dhruwid - edizione indipendente Amazon per Kindle
LINKS:
Booktrailer:
http://www.youtube.com/watch?v=_tYHF9WQX8g
Pagina Facebook autore/illustratore:
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Gruppo Facebook Caragarthos (In questo
gruppo troverete molte illustrazioni scaricabili, estratti da leggere e molte
altre notizie utili per l'articolo) :
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Pagina Amazon del romanzo:
http://www.amazon.it/CARAGARTHOS-La-Pietra-Thol-Dhruwid-ebook/dp/B00K6L21GY
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