Recensione: Confessions

Creato il 17 ottobre 2013 da Annalisaemme @annalisaemme
Confessionsdi Kanae Minato
Prezzo di copertina: € 14,90
Prezzo EBook: Disponibile a Breve
Editore: Giano
Titolo Originale: Kokuhaku
Traduttore: G. CociPagine: 270Genere: Narrativa Moderna


La rivelazione è di quelle agghiaccianti, soprattutto se a farla è una giovane professoressa che ha da poco perso la sua bambina e ad ascoltarla sono i suoi alunni, la classe alla quale Moriguchi Yuko rivolge un discorso di addio: "La mia Manami non è morta accidentalmente; è stata uccisa da qualcuno di voi". La figlia dell'insegnante di scienze aveva quattro anni quando, un mese prima della fine dell'anno scolastico alla scuola media, in una cittadina del Giappone, è stata trovata morta nella piscina dell'istituto. A causa di quello che tutti hanno ritenuto un incidente, la madre ha deciso di abbandonare per sempre il suo lavoro. Freddamente, quasi scientificamente definendoli A e B, la professoressa rende identificabili ai compagni i due ragazzi e rivela la sua scoperta di come essi abbiano premeditato e compiuto l'omicidio di una bambina indifesa. Inoltre, con altrettanta freddezza, l'insegnante comunica la sua decisione: non ha intenzione di denunciare i due assassini alla polizia. Ha invece già messo in atto una personale vendetta, atroce e immediata ma escogitata in modo che le devastanti conseguenze si manifestino lentamente, affinché i giovani criminali abbiano il tempo di pentirsi e trascorrere il resto dei loro giorni sopportando il fardello della colpa di cui si sono macchiati. Nelle settimane successive, attraverso un diario, un blog, una lettera, appare in tutta la sua spaventosa portata il perché del gesto compiuto da Nao e Shuya.


La piccola Manami aveva solo quattro anni quando è morta e la sua non è stata una morte accidentale, qualcuno l'ha uccisa. Questo sarà l'evento attorno a cui l'intero romanzo si snoda: ascolteremo la madre della piccola mentre annuncia che dietro alla sua perdita si nascondono due assassini a sangue freddo, due tredicenni chiamati A e B della sua stessa classe. La sua confessione, la prima del libro, porterà alla luce dettagli sconosciuti di sè stessa e della sua vita ma  soprattutto è una confessione volta alla vendetta: sebbene abbia subìto un lutto e non abbia perdonato gli assassini il suo piano la porterà allo stesso livello di chi le ha strappato via tutto. Arriveranno altre confessioni che aggiungeranno nuovi risvolti all'accaduto ma soprattutto descriveranno una società in cui il bisogno di appartenere ad un gruppo porta gli adolescenti a compiere questi estremi pur di emergere dal piattume della vita quotidiana. Kanae Minato non solo ha creato un thriller che si snoda su molti livelli ma ha saputo anche denunciare i mali della società moderna. Genitori che non sanno ascoltare e non vogliono vedere il disagio dei propri figli e che incolpano la scuola saranno alla base della denuncia dell'autrice. I personaggi urlano attraverso le pagine tutto il loro disagio e il loro bisogno di attenzione: infanzie rubate, genitori assenti e l'impossibilità di emergere risultano eclatanti e la frustrazione provata attanaglia il lettore. Un ottimo romanzo da cui è stato tratto anche un film molto fedele che mi sento davvero di consigliare a chi ama il genere thriller: un'ottima prova di un'autrice di talento.

Durata della lettura: due giorni
Bevanda consigliata: tè alla pesca
Età di lettura consigliata: dai 18 anni

“Cinque confessione..cinque vite diverse che si intrecciano.."
Kanae Minato nasce nel 1973 in una piccola isola della prefettura di Hiroshima. Esordisce nel 2007 con il racconto La sacerdotessa (che poi diventerà il primo capitolo di Confessioni), con il quale vince il Premio per scrittori esordienti mistery. Nel 2008 arriva il grande successo con La Confessione (da cui sono stati tratti un film e un manga), che vende oltre un milione di copie e si aggiudica il prestigioso Premio dei librai (2009). Il suo secondo romanzo è intitolato Shojoako («Ragazze»). Di recente è apparsa in Giappone la sua nuova opera: Ykanransha («La ruota panoramica notturna»).
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E voi cosa ne pensate? Siete incuriositi?



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