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Recensione "Dark Divine" di Bree Despaine

Creato il 30 gennaio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Valentina Coluccelli Recensione Titolo: Dark Divine
Titolo originale: Dark Divine
Autrice: Bree Despaine
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 320
Prezzo: 17,90
Data uscita: 24.05.2011
Trama: La prima volta che Grace Divine ha incontrato Daniel, con quegli occhi neri così profondi e misteriosi, non immaginava certo che tra loro sarebbe nata subito un'amicizia tenerissima, destinata a diventare qualcosa di più. Una notte, però, Daniel scompare. Quella stessa notte, Jude, il fratello di Grace, viene ritrovato sulla veranda di casa, ricoperto di sangue. Nessuno sa cosa gli sia successo, e lui si rifiuta di parlarne. Da quel momento, la vita non sarà più la stessa per Grace: Daniel, il suo Daniel, l'ha abbandonata, senza nemmeno una spiegazione, e lei non riesce a perdonarlo. O a dimenticarsi di lui. Finché un giorno, improvvisamente, lui ricompare: sono passati tre anni, e ha qualcosa di diverso. Forse gli occhi, ancora più scuri, ancora più magnetici. Questa volta, tra lui e Grace è subito amore, un sentimento irresistibile e travolgente. Grace non è mai stata così felice in vita sua. Non sa ancora che qualcosa di molto pericoloso minaccia il loro amore: Daniel ha un segreto, lo stesso che si cela nel buio della notte in cui Jude è stato assalito. Un segreto terribile che lei non può ignorare. Ma Grace ha già perso Daniel una volta, e ora è disposta a rinunciare a qualunque cosa, anche la più importante, per non perderlo di nuovo. Perché l'amore è sempre una scelta. A volte, quella più difficile di tutte.
RECENSIONE Dark DivineOscuro e Divino. Tenebra e Luce. Torbido e Candido. È su questo ossimoro, su questo forte contrasto tra due termini e due realtà incompatibili, che si costruisce l’intero romanzo, primo capitolo di una trilogia urban fantasy young adultGrace Divine (leggi: grazia divina) è figlia di un pastore e parte di una famiglia più che per bene, alla quale i concittadini guardano come modello di buon operare, buon pensare e buon essere. Nessun conflitto interiore, nessun attrito relazionale. A portare entrambi nella vita di Grace, e dell’intera famiglia del resto, è Daniel: amico d’infanzia, accolto in casa come un figlio e un fratello per un breve periodo perché vittima della violenza del padre, sparito improvvisamente lasciando dietro sé una scia di dolore e incomprensione e segreti, e ora tornato, con abiti luridi, un look dark e trasandato, e una strana e agghiacciante luce argentea che illumina talvolta i suoi occhi, altrimenti scuri e profondi come due “frittelle di fango”. Con una discreta sapienza, l’autrice alterna ricordi, nuovi eventi e rivelazioni,mostrando come la famiglia Divine perda, membro dopo membro, la propria serenità e le proprie certezze, mentre eventi più grandi condizionano la vita di tutti e toccano profondamente identità e nature. Grace è costretta a fare i conti con i sentimenti mai sopiti che prova per Daniel, sbocciati con nuova intensità ora che lo ha rincontrato, e con i compromessi ai quali l’amore per lui sembra portarla, mentre emergono allarmanti rivelazioni sul passato di suo fratello Jude e dello stesso Daniel, e soprattutto sulla natura di quest’ultimo. Ai dubbi e ai compromessi, si accosterà presto la disarmante verità sul ruolo che le spetta nella vita del ragazzo che ama.
Accanto a queste realtà umane, l’autrice propone una mitologia abbastanza interessante che affronta la licantropia in modo originale, facendone risalire le origini a “prima che venisse inventato il linguaggio scritto, addirittura a prima che esistesse una civiltà vera e propria”, e disegnandone un triste percorso: a causa dell’orgoglio dei suoi depositari, infatti, quella che era nata come una benedizione divina si è trasformata, lungo i secoli, in una maledizione. Ancora una volta, quindi, Dark e Divine.
Questo ripetuto dualismo che l’autrice si propone di realizzare, però, perde spessore nella narrazione che nonostante i temi profondi, nonostante la tentata introspezione del personaggio protagonista, nonostante il sacrificio finale cui questo è chiamato, risulta sempre poco strutturata, poco definita e approfondita. È vero che semplicità, linearità e freschezza sono tratti tipici di una certa letteratura young adult, ma  ci sono  diversi esempi di saghe urban fantasy col medesimo target di lettori che non peccano di leggerezza e che possono contare su un world-building straordinario e complesso (cito solo a titolo esemplificativo l’ottima Mortal Instruments series di Cassandra Clare). La Despaine, invece, si focalizza sulla propria protagonista, lasciando tutto il resto all’immaginazione: delle caratterizzazioni degli altri personaggi non si vedono che labili contorni (riempiti spesso grazie agli involontari e spontanei accostamenti ai personaggi del serial televisivo Seven Heaven a causa dell’evidente somiglianza; esperienza, questa, che credo abbiano condiviso molti lettori), le ambientazioni sono appena accennate (al punto che si fatica a capire se Rose Crest sia una piccola cittadina o un rione di una grande città, visto che le due realtà sembrano alternarsi), e anche le descrizioni fisiche sono tralasciate, come se fossero assolutamente futili.
Ciò non toglie che il romanzo sappia emozionare. Con l’intreccio insolito; con l’inaspettata richiesta d’aiuto del protagonista maschile, che invece di allontanare l’amata la cerca e accetta il suo aiuto, il suo amore e il suo sacrificio; e infine con alcune scene che sembrano prendere forma non attraverso parole scritte nero su bianco, ma sotto pennellate che le disegnano e colorano rendendole vivide, reali e in qualche modo indelebili.
«Daniel!» strillai, ma la mia voce era niente rispetto al rombo della moto che si allontanava. «Non te ne andare. »Il mondo mi precipitò addosso, girando. Non avevo più fiato nei polmoni. Mi cedevano le ginocchia. Avrei avuto bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi, per evitare di cadere.Ma invece di crollare sul marciapiede, venni sollevata da forti braccia che mi strinsero. Un respiro caldo s’intrecciò ai miei capelli. «Non te ne andare», ripetei.«Sono qui, Grace. Sono qui.»
La chiusura del libro non può essere ritenuta in alcun senso un finale: lascia aperte molte questioni e ne apre altrettante, proiettando il lettore direttamente nel capitolo successivo della saga, The Lost Saint DARK DIVINE SERIES Recensione 1. Dark Divine (2009) * Dark divine (Sperling & Kupfer 2011) 2. The Lost Saint (2010) * ancora inedito 3. The Savage Grace (previsto per il 13 marzo 2012) * ancora inedito Recensione L'AUTRICE Bree Despain ha sempre adorato raccontare storie. Ma la sua passione ha davvero preso forma solo durante gli anni del college, quando Bree ha dedicato un intero semestre a scrivere e dirigere spettacoli teatrali per i ragazzi meno fortunati della periferia di New York e Philadelphia. Ora vive a Salt Lake City con il marito e i figli. Sito dell'autrice QUI

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