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Recensione del libro: “I veri razionalisti sono i Cristiani”

Creato il 24 febbraio 2012 da Uccronline

Recensione del libro: “I veri razionalisti sono i Cristiani”

 

di Marie-Christine Ceruti*

*docente di Filosofia presso la facoltà di teologia ortodossa di Minsk

 

Les Vrais rationalistes sont les Chrétiens (“I veri razionalisti sono i Cristiani”, Dominique Martin Morin 2012). «Razionalisti» un nome usurpato. Questo libro dimostra con le matematiche, la fisica, l’astronomia, la biologi…che la ragione non si trova dal lato di quelli che si ostinano a volere che il caso sia razionale. Esso spiega attraverso quali mistificazioni gli pseudo-razionalisti sono arrivati a far credere che l’ateismo fosse coerente e a forzare i cristiani stessi a persuadersi che la loro fede sia estranea alla ragione.

In effetti la questione che si pone oggi non è perché l’umanità ha creato la religione, attraverso quale processo l’idea di una divinità ha potuto germogliare e/o come mai il Cristianesimo si sia sviluppato, ma piuttosto come l’ateismo possa mai spiegarsi, con una tale ostinazione in realtà oscurantista, per negare l’evidenza. Le scienze della natura, ciascuna dal proprio lato, sviluppandosi, inciampano nell’impossibilità logica dell’assenza di un’intelligenza esterna al mondo, sulla necessità di un inizio dell’universo, su una complessità del vivente che non si può spiegare con il caos, con l’onnipresenza di un’informazione che non ha niente di materiale, con delle leggi fisiche che sono appunto delle leggi, con delle matematiche che si permettono di presentarsi come esterne alla volontà dell’uomo, con una terra, una galassia, un universo che appaiono come un immenso meccanismo organizzato per permettere la vita.

E di fronte a tutto ciò noi troviamo degli sforzi disperati e un po’ pietosi per cercare di far scomparire queste difficoltà. Tutto entra in gioco: la panspermia, il multiverso, il caso, la selezione (che può selezionare solo quello che esiste già, peggio ancora che non può selezionare il migliore grazie ad una scelta di valore, soprattutto quando si tratta di materia inanimata, ma anche nel caso del vivente – perché la vita sarebbe preferibile alla morte o al nulla, se non a causa di una legge, di una legge preesistente?), la divinizzazione della natura che prende la forma di una certa ecologia e che non è che un panteismo mascherato, l’affermazione divertente che gli organismi viventi non sono che bricolage – con un’accozzaglia di esempi che servono solo a dimostrare la nostra ignoranza. Evidentemente il tentativo di confondere le piste e la legge del silenzio, sono ugualmente molto in voga. Quando la conoscenza scientifica in favore di un’esistenza che non si vuole, diventa troppo esplicita, ci si arrangia perché non traspaia. Chi tra il grande pubblico e talvolta persino tra gli scienziati (è il colmo!), sa che cos’è l’entropia, conseguenza del secondo principio della termodinamica, quello di Carnot-Clausius? E quando ciò non è sufficiente la rabbia si installa. Una rabbia che attiene ad un squilibrio affettivo, nervoso sicuramente non razionale, molto sorprendente presso coloro che pretendono appunto di detenere il monopolio della razionalità. Prima di passare ad esaminare il meccanismo psicologico interiore che porta a queste strane conseguenze, non sarà male valutare gli argomenti dichiarati o piuttosto sbandierati esteriormente e ufficialmente per respingere il valore razionale del Cristianesimo.

Il Cristianesimo è forse stato fonte di ignoranza e di oscurantismo, e in questo caso come si spiega che siano i Paesi di antica cultura cristiana quelli ad essere oggi i leader della scienza e del progresso? Della morale cristiana e della morale atea, statistiche alla mano, quale di esse blocca maggiormente l’evoluzione positiva della società e dell’individuo? Come si spiega che la religione più perseguitata nel tempo e nello spazio stia ancora in piedi se è così irrazionale come si pretende?  In effetti è sulla base di tali argomentazioni che si cerca di uccidere il Cristianesimo. Le vere ragioni di questa volontà di massacro non possono essere avanzate. La guerra psicologica ha bisogno di appoggiarsi su dei motivi razionali e non psichici o addirittura patologici. Il Cristianesimo è presentato come un ammasso di credenze soggettive, emotive, e fanatiche. E’ tempo di rovesciare i ruoli… e di porci la questione: il Cristianesimo è irrazionale o è l’entità che, più di tutte le altre, ha difeso e promosso il valore della ragione?


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