Antonio Salieri, ex musicista di corte, rievoca ad un giovane prete, nel manicomio in cui è rinchiuso, il suo rapporto con Mozart, contro il quale egli aveva complottato per rovinarlo e carpirgli la gloria.
Il film, nonostante il titolo, più che Mozart pare celebrare il genio incompreso del giovane Salieri, che però non godette mai dei propri successi a causa della devastante invidia che egli provava nei confronti di Mozart che, ingenuamente, lo credeva suo amico.
Il film ritrae Mozart come una persona estrosa, con anche un pizzico di follia, grazie alla quale riusciva ad abbattere le barriere tra lui e il suo pubblico, per puntare dritto al cuore della gente. L’immagine è quella di un Mozart incompreso e sembra che il regista prenda sottogamba la bravura dell’artista, quasi a voler mostrare quanto sia insensata l’invidia nutrita da parte di Salieri, che invece viene dipinto come il vero genio musicale.