RECENSIONE Degno successore del primo capitolo. Le avventure dei cinque amici, ormai diventati quattro in questo capitolo, continuano tra ricordi e realtà. Tutto diventa un po’ triste e sofferente sul finale. Gli amici stanno raggiungendo l’età in cui la zingarata comincia ad essere difficile da realizzare. Ma loro lottano e vanno avanti come eterni ragazzini. Divertente e un po’ triste questo secondo capitolo, che comunque va ricordato.
TRAMA Rimasti in quattro dopo la morte di Perozzi, il Mascetti, il Melandri, il Necchi e il Sassaroli continuano senza freno i loro scherzi zingareschi. Malgrado qualche intoppo familiare (sono alle prese con la figlia del conte Mascetti rimasta incinta e con la moglie del Necchi, Carmen, che ha una relazione con un cliente del bar), i quattro amiconi d’infanzia proseguono le loro zingarate nel presente ricordando anche il passato col Perozzi (che compare in flashback), nel periodo in cui viveva ancora con la moglie e il figlio Luciano era un bambino “secchione”. Si erano lasciati a causa della relazione che Perozzi aveva avuto con Anita, la moglie del fornaio; erano stati sorpresi il giorno dell’alluvione di Firenze del 1966 quando il marito fornaio li vide assieme in camera da letto arrivando a casa in barca per portare in salvo la moglie. Poi quando si fecero in quattro per salvare il povero e decaduto conte Mascetti dall’usuraio Capogreco, che gli aveva finanziato un maxi-prestito per soggiornare in un albergo di lusso e comprare una Ferrari durante una relazione intrattenuta con la contorsionista spagnola Carmencita. Mascetti rischierà di morire colpito da trombosi, sopravviverà su una sedia a rotelle. Questo non gli impedirà il divertimento goliardico e le zingarate in compagnia degli altri tre compagni.
NAZIONE Italia | ANNO 1982 | GENERE Commedia | REGIA Mario Monicelli