Recensione di Cappuccetto rosso sangue
RECENSIONE Cappuccetto Rosso, un personaggio amato da milioni di bambini, in questo film si trasforma in una ragazzina dall’oscuro destino. Ennesimo film, questo, dedicato ai lupi mannari e alla lotta per la sopravvivenza degli uomini. Niente di nuovo in questa storia, che non siano cose già viste e riviste. Mi stavo per ricredere a metà film, visto che sembrava quasi indirizzato a diventare un buon thriller. Ma poi niente, tutto fumo negli occhi, e la storia ritorna ad essere la solita noia. Insomma, un film da evitare assolutamente.
TRAMA In un piccolo villaggio ai bordi della foresta, gli abitanti vivono con terrore le notti di luna piena per la presenza di un lupo mannaro. La giovane Valerie è cresciuta in questo clima cupo e segnato dal destino, ma ha anche altri problemi: sin dall’infanzia, è innamorata di Peter, ma i suoi genitori vogliono farle sposare il ricco Henry. Peter e Valerie decidono di fuggire insieme, ma il villaggio è sconvolto da una nuova uccisione causata dal licantropo: la sorella maggiore di Valerie. Il lupo mannaro ha violato una sorta di tregua con i popolani, nonostante questi l’abbiano rispettata offrendogli in sacrificio degli animali. È giunto quindi il momento della vendetta: c’è chi chiama Padre Solomon, specialista in uccisione di licantropi, e chi vuole fare da sé, senza attenderne l’arrivo. Valerie è preoccupata: tra quelli che partono per la caccia c’è anche Peter. La nonna, che vive in una solitaria casa nella foresta, la conforta e le regala un mantello rosso, con cappuccio. La caccia produce l’uccisione di un grosso lupo, ma quando Solomon arriva, avvisa tutti che quello non è un licantropo. Il licantropo, avverte, non è morto ed è ancora più pericoloso. Inoltre, si nasconde tra loro, nella sua forma umana.
NAZIONE Stati Uniti, Canada | ANNO 2011 | GENERE Thriller | REGIA Catherine Hardwicke
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