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Recensione di Il mangiatore di lacrime di Marco Dini Sin

Creato il 23 aprile 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Il mangiatore di lacrime di Marco Dini SinVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Marco Dini Sin
Pubblicato da:Metamorfosi
Genere:FantasyReligione & Spiritualità
Formato e pagine:
in offerta
Trama:
"Ma io non sto morendo, sto semplicemente tornando a casa, anche se in realtà la mia casa ora è nel tuo cuore".

Il mondo è dominato da malvagità e da oscurità ma anche prossimo alla luce e alla speranza, spesso, nei libri. Questa è la visione cardine della storia di Il mangiatore di lacrime di Marco Dini Sin ed è opportuno rilevare fin da subito la natura “ibrida” di questo testo, che non rientra completamente in un genere specifico, ma presenta caratteristiche comuni a generi diversi. La storia imbastita dal Dini Sin, infatti, ha degli elementi tipici del fantasy, qualcuno della fantascienza e altri che lo rendono perlopiù un testo esoterico-religioso. L’autore certamente attinge dalle sue numerose esperienze nelle antiche traduzioni spirituali, astrologiche e conoscenze sui cristalli che ha pubblicato separatamente come guide. Non manca la forza dell’amore, profondo e carnale, indissolubile e mistico.

Hinthial Vanth riceve dalla Dea una comunicazione importante: aspetterà un figlio e sarà una nascita particolare, importante, per l’umanità. Nonostante questa somiglianza con il tema biblico della nascita di Cristo avvenuta in maniera miracolosa dal grembo della vergine Maria, la natura del nascituro di questa storia sorprenderà ma non avrà alcun legame con quella del Messia. Dopo un viaggio verso il gran sacerdote Veltasclan e aver consultato l’oracolo, il futuro si compie: fra tre mattoni sacri nasce colui che incarna la speranza di sopravvivenza della stirpe dei rasna, un bimbo bellissimo, immortale, capace di guarire e di rigenerarsi da solo, di natura aliena.

Che cosa sarà in grado di compiere lo tralascio, per non rovinarvi la lettura. Ma vorrei inquadrare la sua personalità. Vanthur, questo è il suo nome, è l’elemento di congiunzione tra passato e futuro, il disegno degli Dei vi ruota attorno. Rinascere dentro se stessi, l’immortalità, significa anche solitudine, presuppone dover perdere puntualmente qualcuno di caro. Oltre a questo dolore, che il Destino gli ha riservato, la sua natura non umana lo priva dei sentimenti, preziosi, tipicamente umani. Carenza che viene colmata attraverso l’assunzione per via orale di lacrime di ogni tipo, vera essenza dei sentimenti umani, di amore, di gioia, di dolore, di morte. In questo equilibrio esploderà un bellissimo e destabilizzante amore per Il Genio, un rapporto molto passionale e un’unione che va al di là della comprensione umana.

Lui, un immortale genio della corte della Dea del fato, stava morendo di quella morte che gli esseri umani chiamano amore.

(Il mangiatore di lacrime – Marco Dini Sin)

 Il Genio rinuncerà all’immortalità per Vanthur che assaggerà lacrime che gli cambieranno la vita. Gli Dei seguono la vicenda conoscendo ogni cosa di questi e futuri eventi che sono stati, da sempre, un progetto. Tramandare la verità in generazioni di buio sarà la sfida, ma ogni pietra, ogni portale, ogni preghiera, ogni sacralità, ogni incantesimo o sogno divino saranno passi importanti per il cammino tracciato dal Destino e dai suoi attori.

 

Approfondimento

Il mangiatore di lacrime è un libro spiazzante poiché gioca con la dimensione onirica e con la realtà, senza tregua. La scrittura è ordinata e fortemente evocativa. Per una forma di rispetto verso la sfera del sacro il linguaggio usato è frequentemente impersonale, ossequioso, formale, tranne che in alcuni momenti in cui l’autore decide di far aprire il cuore al protagonista e al suo amato. E in quei punti l’amore sgorga, vivo, raggiungendo l’apice. Questo libro è un piccolo labirinto che può interessare chiunque non abbia mai letto un testo del genere, le caratteristiche menzionate all’inizio lo rendono alla portata di tutti senza che, per esempio, il tema esoterico annienti l’interesse per l’intreccio della trama. L’unica debolezza, nata forse dal fatto che l’autore ha assecondato la sua ispirazione senza imposizioni di strutture, è la gestione dei tempi, la storia appare sbilanciata. Viene dato grande spazio ai sentimenti d’amore tra Vanthur e il genio e ne resta poco per il resto.

Il mangiatore di lacrime è un viaggio verso una Storia, impervia, sconosciuta, imperiosa. Sono mondi che iniziano e finiscono dentro la carta, o forse anche nella realtà, soltanto celati ai nostri occhi, ma non a quelli di chi ci crede.




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