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Recensione di Il paese dei coppoloni di Vinicio Capossela

Creato il 29 maggio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Il paese dei coppoloni di Vinicio CaposselaVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Vinicio Capossela
Pubblicato da:Feltrinelli
Collana:I narratori
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Il racconto del riconoscersi col corpo e con l'anima nei luoghi, nelle persone, nelle storie credute inventate e scoperte reali.


Il viaggio de Il paese dei coppoloni inizia da una stazione abbandonata in cui si trovano il viaggiatore narrante e il tenente Dum, persi per i tornanti deserti di una strada sterrata. Ricevono un passaggio da Scatozza, guidatore di cambion, che suona il clacson del suo bestio in continuazione e gli parla del fratello che è molto bravo a ripararlo, quando si rompe, anche se poi gli avanza sempre qualche pezzo. Il viaggiatore non è nato in quei luoghi, ma i suoi avi sì, ed egli è alla ricerca delle sue origini e del paese dell’Eco e della musica e dei musicanti. Nel suo andare vede paesi e incontra persone, ognuna con la sua storia da raccontare, e da ognuna riceve consigli e indicazioni per il suo cammino: c’è Mandarino che è il padrone della sala da ballo, detta la casa dell’Eco; c’è Camoia ex bandito insieme alla Marescialla, la sua compagna, con la quale ama guardare la luna; c’è Ottolino, che alleva faraone da corsa e le fa correre su una pista come fossero trenini; la Totara, l’oracolo dell’albero; Carminizzi, che alleva giumente ed è rimasto da solo a lavorare la terra dei suoi padri, terra arida che richiede sacrifici e ti succhia il sangue; c’è ziàh Catarina, la mammanonna, e le altre anziane custodi del fuoco, che curano gli accidenti con formule e preghiere; c’è Cazzariegghio l’aggiusta ossa, che fa solo scena e in realtà non guarisce niente; c’è Vituccio il Conserviere, che non butta via niente e ha tutto catalogato e puntella la casa in continuazione, la quale, piena com’è, gli può cascare addosso in qualsiasi momento.

Tutti gli fanno le stesse domande: “chi sei?”, “a chi appartieni?”, “cosa vai cercando?”. “Cerco le mie origini e musica e musicanti” risponde il viaggiatore e, in effetti, tutti gli parlano di feste di matrimoni nella casa dell’Eco, con balli estenuanti che ti lasciano a terra morti dalla stanchezza. Tutti ricordano i bei tempi, prima che la terra tremasse e cambiasse tutto con l’avvento del Contributo. Il contributo ha rovinato tutto, la gente non ha zappato più la terra ma si è dedicata alla Rrobba, ai denari. È arrivata anche la televisione, la busciarda, a raccontare un mondo diverso, che non è reale. La gente non si sponsava più come baccalà e non si facevano più bambini. Solo i Carianesi, con i loro coppoloni calati sulla testa, si sono salvati perché con quei cappelli non sentivano e non vedevano e vivevano dei loro sogni nel loro paese arroccato sulla montagna, circondata dalla nebbia. Il viaggiatore termina il suo viaggio buttandosi giù dalla trebbiatrice volante del tenente Dum, dove era salito per raggiungere la luna e l’aveva trovata piena delle lacrime e dei dolori del mondo. Cade nella fonte dei Tauri, al Guarramone, che era poi il luogo da dove originava il suo stortonome: Guarramon ‘r Pacchi Pacchi.

Approfondimento

Come un novello Dante, il protagonista de Il paese dei coppoloni si avventura in un mondo sconosciuto, pieno di malie, di magia, alla ricerca delle sue radici. Lo accompagna il tenente Dum, che, come Virgilio, sembrerebbe essere stato creato per guidare il protagonista, ma, già dalle prime pagine si capisce che il tenente Dum è un’anima irrequieta, sempre intento a costruire marchingegni, poco incline ad accompagnare qualcuno. Le sue sono brevi apparizioni: all’inizio della storia, quando balla con la scopa e alla fine del racconto, sulla sua trebbiatrice volante, come un inventore pazzo. Considerato ciò, ci si chiede: “Perché il tenente Dum, cosa o chi rappresenta?”.

La storia, comunque, affascina anche se all’inizio si è distratti da parole non sempre immediatamente comprensibili. Anche per questo motivo è bene, soprattutto per chi non conosce la lingua dei paesi dell’Irpinia, conoscere prima il significato di alcune parole. Si entrerà più agevolmente nel racconto e si apprezzerà pienamente la magia di quelle stesse parole.

Punto Fermo

About Vinicio Capossela

Vinicio Capossela è nato ad Hannover il 14 dicembre 1965. Autore, cantore e compositore italiano, ha scritto “Non si muore tutte le mattine” (Feltrinelli, 2004), “In clandestinità” (Feltrinelli, 2009; con Vincenzo Costantino), “Tefteri. Il libro dei conti in sospeso” (il Saggiatore, 2013) e “Il paese dei coppoloni” (Feltrinelli, 2015).




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