16 Flares 16 Flares × La curaRobin Cook
Pubblicato daSperling & Kupfer
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Pandora
Genere:Medical Thriller
Pagine:
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Il libro su Goodreads
La trama:
Laurie Montgomery non sa che il corpo sul quale sta lavorando è quello di Satoshi Machita, ex ricercatore e titolare di un importante brevetto. Quello che circonda l’omicidio è un giro d’affari internazionale. Dietro le quinte ci sono persone disposte a tutto pur di veder archiviata l’indagine. Nonostante il rischio e le intimidazioni, Laurie va avanti per la sua strada finché a essere minacciata è la persona che ama di più al mondo: suo figlio.
Oggi vi parleremo di un nuovo libro che abbiamo letto per voi, si tratta di La cura di Robin Cook. Prima di immergersi completamente nella lettura l’autore elenca tutti gli attori presenti in questo racconto. Una lunga, lunghissima lista. Era indispensabile? Anche no! Perché durante lo svolgersi dei fatti, li troveremo tutti uno a uno e sicuramente capiremo quale lavoro svolgono e soprattutto quanto siano importanti nello svolgimento dei fatti. Elencare tutti i nomi sicuramente non aiuta il lettore, chi potrebbe mai ricordarli? I protagonisti principali? I taccuini, proprietà di Satoshi Machita, primo produttore di cellule iPS. Nella prima scena incontriamo Ben Corey, fondatore della iPS USA, che spalleggiato dalla Yamaguchi-gumi -una organizzazione criminale giapponese- sottrae questi stessi taccuini dall’Università di Kyoto. Machita quindi ha la possibilità di lasciare il Giappone e di ricominciare il suo lavoro di ricerca a New York.
In La cura di Robin Cook Corey quindi diventa suo datore di lavoro e proprietario del brevetto iPS e, udite udite, anche fiduciario di tutti i suoi beni, nonché tutore del figlio, in caso di morte prematura del giapponese. Cavolo doveva proprio sentirlo che stava per essere assassinato, perché avviene subito dopo. –Troppa violenza per una signorina come me!- Il racconto si svolge su più scenari quasi contemporaneamente. A questo punto devo trattenere il respiro perché tutti questi nomi giapponesi rallentano la mia lettura. Sono troppi! L’Aizukotetsukai, è la famiglia mafiosa rivale che uccide (con una morte apparentemente naturale) il povero Machita lasciandolo senza documenti, e secondo voi cosa cercano? I taccuini naturalmente! In questo scenario fatto di mafia, brevi inseguimenti in una grande città e uccisioni non potevamo mancare noi italiani. Vi starete chiedendo qual è il nostro ruolo e che lo chiedete a fare, facciamo i mafiosi noi! Comunque, a occuparsi della salma troviamo Laurie Montgomery, che risolvere da sola l’intricato omicidio.
La famiglia dei Vaccaro, complici della yakuza dell’Aizukotetsukai, per paura di scatenare la polizia decide di prendere le redini in mano e di calmare gli animi dei colleghi giapponesi uccidendo alcuni dei membri di quest’ultima, facendo così una sorta di doppio gioco. Allo stesso tempo teme che la patologa forense possa scoprire il loro coinvolgimento nell’omicidio di Machita, perciò –da bravi mafiosi- rapiscono il figlio della dottoressa. Ma alt! Entrano in gioco degli agenti specializzati nel ritrovamento di ostaggi. -Pane per i miei denti li immagino già in qualche romanzetto harmony, concedetemelo, sono una ragazza!- Gli omaccioni avventurosi, con metodi poco galanti, scovano il nascondiglio e trovano il bambino. Alla fine della fiera tutti, o quasi, vengono incriminati, e la patologa nonostante la disavventura decide di continuare a incastrare i prossimi criminali che si troverà a fronteggiare.
La cura di Robin Cook è sicuramente una lettura interessante, in alcuni punti però il lato da medico dell’autore predomina sul racconto. Nei dialoghi tra i personaggi riesce, sapientemente, a infilare spiegazioni mediche e giuridiche dell’America affarista che, sotto una facciata puramente altruista, nasconde invece affari sporchi. Come ho precedentemente scritto gli innumerevoli nomi giapponesi hanno creato non poche difficoltà nella lettura, un aspetto cha ha sicuramente inciso sul voto finale. Merita di essere letto? Sì!
Irene Pastorelli