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Recensione di Le stanze dello scirocco di Cristina Cassar Scalia

Creato il 20 giugno 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Le stanze dello scirocco di Cristina Cassar ScaliaVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Cristina Cassar Scalia
Pubblicato da:Sperling & Kupfer
Collana:Pandora
Genere:Sentimentale
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Vicki si trasferisce con la famiglia da Roma a un piccolo paese della Sicilia. Tra Montuoro e Palermo si ricostruirà una vita e sconvolgerà le menti rigide e ancorate alle regole di buongusto dei suoi compaesani, facendogli storcere il naso più di una volta a causa delle sue idee e dei suoi comportamenti da cittadina. Per alcuni però sarà anche la scintilla che farà vedere il progresso e nuovi modi di vivere la propria vita.


Quando si apre la prima pagina de Le stanze dello scirocco si sente subito un profumo di Sicilia che pervade la stanza in cui ci si trova. La prima scena è su un traghetto che sta attraversando lo stretto di Messina. Il padre di Vicki sta indicando con entusiasmo per l’ennesima volta la sua terra alla figlia e quest’ultima lo ascolta, felice di vederlo felice. Vittoria Saglimbeni, detta Vicki, è nata in Sicilia per volontà del padre, ma è cresciuta a Roma. Nelle vene ha sangue siculo e torinese, ma è di certo il primo che lei sente più prominente, anche grazie al padre, il quale le ripete spesso, con il suo inconfondibile accento, “Siciliana sei”. Nel 1968 il padre decide di tornare al paese con la famiglia e di restarci per sempre.

Per quanto A Vicki sia dispiaciuto abbandonare la sua Roma, non sembra particolarmente disperata come potrebbe esserlo un’altra ragazza della stessa età. Sa che dovrà rimboccarsi un po’ le maniche per rimettere in sesto la sua vita, ma è anche consapevole di non essere sola in questo nuovo viaggio: oltre alla famiglia infatti, potrà contare anche su tutti quegli amici con cui ha condiviso molte estati da piccola, tutti i giorni in giro in bici tra le strade di campagna o al mare insieme alle rispettive famiglie. Quello che però non aveva messo in conto era la differenza di prospettiva che c’è nella grande città del continente rispetto al piccolo paese dell’isola: in paese bisogna mantenere le apparenze, nessuno può permettersi di non seguire le regole.

Le donne non possono essere indipendenti e rovinarsi la reputazione è questione di attimi: anche solo farsi vedere da sole con un uomo che non sia il proprio padre o lo zito può condannare una donna per la vita.

Un piccolo assaggio del libro “Le stanze dello Scirocco” di Cristina Cassar Scalia, della mentalità siciliana dei suoi protagonisti e dello spirito che pervade queste pagine. Manca davvero poco per la #recensione ! #sperling #kupfer #booklovers #lac #leggereacolori #citazione #stanzedelloscirocco #lestanzedelloscirocco

Una foto pubblicata da Leggere a Colori (@leggereacolori) in data: 19 Giu 2015 alle ore 05:42 PDT

Ma Vicki può permettersi qualche libertà in più, perché lei è ‘u continentale: arriva in paese con una MG rossa fiammante, guida fino a Palermo (già disdicevole solo questo) per andare all’università nonostante sia pieno periodo di occupazione e rivoluzioni (anche peggio), vuole fare la fotografa e guadagnarsi da vivere per diventare indipendente, mette le minigonne per uscire, e chi più ne ha più ne metta. Ammirata in segreto per il suo coraggio da molte delle ragazze di Montuoro, viene però additata da tutti gli altri, che in lei non vedono nulla di buono, solo una minaccia per la loro tranquillità. E infatti continuerà a stravolgere le quiete vie del paese, creando con le sue azioni una scia di pettegolezzi continua, riguardanti soprattutto le sue presunte storie d’amore con i figli della stimata famiglia Ranieri. E proprio una di queste due storie diventerà il fulcro della sua nuova vita siciliana, che la porterà a conoscere nuovi sentimenti mai provati prima.

Approfondimento

Leggere Le stanze dello scirocco è un tuffo in un passato che poi tanto passato non è. Mi ha fatto vivere il 1968 dalla parte di una donna con un carattere forte e indipendente, che al giorno d’oggi sarebbe una delle tante, ma che allora doveva essere la pecora nera in una società estremamente benpensante. Ho apprezzato come il racconto si sia preso il tempo per evolversi, come non abbia accelerato il ritmo. È stato infatti proprio quella calma a farmi percepire la Sicilia in tutte le sue sfumature, dal ricorrente profumo della zagata in fiore fino all’accento inconfondibile della parlata.

Ogni riga, ogni parola, tutto tende a quell’intonazione particolare che diventerà parte di chi legge: più si legge e più i dialoghi andranno a prendere quella particolare cadenza. L’equilibrio che Cristina Cassar Scalia ha creato tra le parole siciliane che pervadono le pagine del libro e tutto il resto è ammirevole.

Pochi altri sono stati i libri che ho letto e mi hanno fatto sentire parte di una cultura come Le stanze dello scirocco. Aprire gli occhi su un mondo che diamo troppo spesso per scontato dovrebbe essere il compito di chi crea cultura, e qui ne abbiamo avuto sicuramente un esempio.

About Cristina Cassar Scalia

Cristina Cassar Scalia è nata nel 1977 ed è di Noto. Medico chirurgo specialista in Oftalmologia, attualmente vive e lavora a Catania. Il suo primo romanzo, La seconda estate, è stato insignito del Premio Internazionale Capalbio Opera Prima ed è stato tradotto in Francia. Per Le stanze dello scirocco l’autrice ha scelto come teatro la sua terra, la Sicilia.

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