Recensione di Marilù Oliva presa QUI: LINK DIRETTO
Fabrizio Lorusso è nato a Milano 33 anni fa e vive da quasi 9 anni a Città del Messico dove si dedica a diverse attività ludiche e culturali tra cui un dottorato in Studi sull’America Latina, l’insegnamento dell’italiano, la traduzione di testi e l’interpretariato, i viaggi di ricerca e d’esplorazione oltre a collaborare con alcuni media e web-zine come Carmilla On Line, Carta, Latino America, Peacereporter, Globalproject, Rebelion, Kaos en la Red, Revista Isla Negra, Radio Popolare e L’Unità.
I suoi temi d’interesse prediletto sono il culto alla Santissima Muerte, la poesia in tutte le salse, la politica, la storia e l’economia dei paesi latino americani, i movimenti e i fenomeni sociali (specialmente) in Messico, il (sotto o sovra)sviluppo economico.
Cura un blog personale chiamato L’AmericaLatina.Net (http://lamericalatina.net/) che è fonte d’ispirazione e consigli, ma anche inquietudini, per numerosi italiani in partenza per la gran urbe, Mexico City, (anche fosse solo col pensiero) o per gli altri territori centro e sudamericani.
Ha presentato il prestigioso premio internazionale di poesia Nosside edizione 2008, (premio spesso assegnato a un poeta del paese in cui l’organizzatore ama di più viaggiare in quel momento) e ha pubblicato in Messico nel 2009 la sua prima raccolta di poesie in spagnolo chiamata Memorias del Mañana (Memorie del domani) con la Editorial Quinto Sol.
Dal 2008 una mostra di fotografie di Edoardo Mora e poesie di Fabrizio chiamata “Altri occhi e parole per Roma e Venezia” sta circolando per il Messico in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. Perde pezzi e didascalie ad ogni viaggio ma tutte le poesie si trovano sul suo blog!
Con un prologo di Valerio Evangelisti, “Los latidos del mar y del corazón…”, e una conclusione dell’autore, i cinquantasette componimenti di “Memorias del mañana“, nascono molto prima del 2009 (anno di pubblicazione per Ediciones Quinto Sol). La loro origine, anche solo a livello embrionale, è da far risalire a una lettera che Lorusso scrisse al liceo (“Lettera al futuro” ) e alla risposta che lui stesso si diede (“Risposta al passato”). Un dialogo immaginario tra quello che è stato e quello che è ora, tra vite parallele ma mutate nel tempo. Ci sono diversi elementi che rendono prezioso questo gioiello letterario di 76 pagine. In
primis la peculiarità della lingua, ovvero l’utilizzo dell’idioma spagnolo come lingua eletta (cfr bio di cui sopra). Al lettore finale questa lingua – per via della sua dolcezza, della sua musicalità, della chiusura evanescente di alcune parole – si presenta come mezzo idoneo di comunicazione di una materia anche astratta, ma non solo. Il tempo è il grande leitmotiv che scorre attraverso le poesie, ma ciascuna racchiude un senso più intimo legato alla politica, alla comunicazione, al dubbio e, perché no? anche all’amore.Momenti intensamente lirici sono alternati a toni ironici (meravigliosa la pagina di letteratura comparata e la rivisitazione dell’ungarettiano “M’illumino d’immenso” in “M’affumico d’incenso”), immagini potenti (la Solitudine personificata, nuda e disperata, sempre avvinghiata a qualcuno e la sua ombra sorride da lontano), colori in blanco e nigro che si alternano alle luci (luz è parola ricorrente) in un rimando di ombre e di chiaroscuri che il poeta proietta oltre i versi.
Le sovrapposizioni di epoche vengono evocate attraverso l’utilizzo di una terminologia ricca di rimandi temporali: questa la funzione degli aggettivi e dei sostantivi riferiti alle suddivisioni del giorno (nocturno, crepuscolares, vespertina, medianoche, alba mexicana, etc) e questa la funzione di verbi di percezione (e non percezione, primo tra tutti i verbi per eccellenza incatenati al tempo e al suo fluire irreparabile che implica una cancellazione: dimenticare, perder, olvidar). Significativa l’opzione di un lessico legato alla dimensione in cui il tempo si può concentrare o si sottrae al conteggio: dormir, oscuridad, adormecido, las oníricas incociencias.
Un bellissimo libro, “Memorias del mañana“: qui ogni pagina è un momento prezioso, piacevole, libero. Leggendolo vi verrà voglia di rileggerlo, sottolinearlo, copiare qualche verso, vi verranno in mente delle domande. E qualche risposta l’autore ce la svela in “Dudas temporales”, con cui chiudiamo questa recensione:
Siempre jugamos a perder el momento justo
y el pasado está echo de momentos injustos
caídos como perlitas entre dedos distraídos
mientras que el presente de ahora es ficcion
que se admira en una vida frente al espejo
y nos hace creer que el futuro también existe
aunque el vago tiempo humilde no sabe
de relojes.