0 Flares 0 Flares × Marmellata d’aranceRosalia Messina
Pubblicato daArianna
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Romanzi
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:
“Non è sempre colpa delle madri, per quello che va storto ai figli”. Una specie di auto-clemenza che permette di arrivare all’accettazione «La vita non è facile né difficile, si sopporta quello che viene, ci si rimbocca le maniche e si va avanti. E’ inutile coltivare la rabbia, è solo dolore andato a male» . Fabrizia ed Emma ce la mettono tutta, a loro modo. Non sanno fare di meglio, le forze consentono a loro questo.
Rosalia Messina, nata a Palermo, vive a Catania, fa parte di quella “Sicilia che scrive” in maniera semplice ma penetrante, fluida e scorrevole nel modo giusto, non banale né sciatto. Riesce a tirar fuori da un canovaccio che all’apparenza sembra lapalissiano poiché basato sull’ intreccio di avvenimenti minimi di vita quotidiana, storie che trasmettono emozioni. Si è fatta conoscere nel 2010 attraverso la raccolta di racconti ora diventata un e-book Prima dell’alba e subito dopo. Ha vinto con il romanzo breve più che un racconto lungo, Più avanti di qualche passo, edito da Città del Sole Edizioni,come inedito il Premio “Angelo Musco” nel 2012, mentre si è classificato al primo posto alla Premio Narrativa e Poesia”Città del Tricolore” a Reggio Emilia nel 2013. Chiude il 2013 con la presentazione di “Marmellata d’arance”, edito da Edizioni Arianna.
Un racconto lungo di dinamiche familiari, a mio avviso troppo ambizioso definire ottantotto pagine suddivise in due parti come un romanzo, sebbene sia l’estensione di un precedente raccontino con lo stesso titolo, brevissime quattro-cinque pagine, scritto per un’antologia di Giulio Perrone dedicata al colore arancio. Una storia al femminile -ricorda Va dove di porta il cuore della Tamaro- di recupero di memoria per far nascere da un lutto una riconciliazione. Con una scrittura quasi epistolare, che si potrebbe tramutare in sceneggiatura tanto suggestiva in immagini, Fabrizia, donna di trentadue anni, cresciuta senza la presenza della madre e con la spada di Damocle “suicidio paterno” infissa nel cuore, cerca di esprimere alla nonna-mamma paterna defunta, ma soprattutto a se stessa i suoi sentimenti di commiserazione mischiati ad astio per volontà di comprensione di senso di gesti passati. Ne vengono fuori flash-back infantili che hanno forgiato il carattere acido e “roccioso” apparente della voce narrante, e nello stesso tempo la fragilità di fondo reale.
Alla fine trapela la consapevolezza che il dolore va rispettato. Si costruisce su macerie, si sopravvive ai lutti. Bisogna cambiare, non c’è alternativa per farcela. Senz’altro niente di così nuovo né niente di speciale, tuttavia conquista il pubblico di lettori il modo elegantemente colto di bella scrittura di Rosalia Messina e in particolar modo alcune frasi che potrebbero essere messe come aforismi di vita, da manuale come ad esempio ognuno cresce in una direzione che non dipende soltanto da quanto è stato bravo chi l’ha allevato. Crescere significa inventare una ricetta tutta tua prendendo qualcosa da quelle degli altri. Ecco perché voglio finire dicendo che nella mia ricetta-visto che non smettiamo mai di crescere, guai al mondo! – ci metto volentieri alcuni ingredienti delle voci di Marmellata d’arance, Bianca/Emma/Fabrizia ma soprattutto di Lia e chissà, speriamo che io me la cavi