Recensione di Millennium – Uomini che odiano le donne

RECENSIONE Sono sempre dell’opinione che, quando un film ha avuto abbastanza successo, non va replicato con un ramake. Gli americani forse non la pensano allo stesso modo, e siccome hanno sempre bisogno di sentirsi migliori, ecco che ti rifanno Uomini che odiano le donne. La versione svedese di Niels Arden Oplev è stata già eccezionale di suo, quindi perché farne un’altra? David Fincher cosa pensava di poter fare in più? La storia è quella, non poteva far altro che copiare di pari passo l’altro…cosa che in effetti è avvenuta. Oltretutto i personaggi di Fincher non li ho trovati ben caratterizzati. La stessa Lisbeth, che nella pellicola svedese era molto attiva, aveva un suo carattere, qui sembrava trascinata dall’onda. Insomma, non voglio dire che sia un cattivo film, ma purtroppo è arrivato dopo, e quindi il confronto con il suo predecessore c’è…e lo perde nettamente.

TRAMA Mikael Blomkvist è un giornalista celebre per il suo impegno e per una condanna di diffamazione, collezionata dopo aver attentato alla reputazione di un infido uomo d’affari. La sua scrupolosità zelante e il suo recente rovescio gli attirano le simpatie di Henrik Vanger, potente industriale svedese che da quarant’anni cerca la verità e il corpo della giovane nipote, probabilmente assassinata da un membro della sua numerosa e disturbata famiglia. Lasciata Stoccolma alla volta di Hedestad, una cittadina battuta dal vento e assediata dall’inverno, Mikael si avvale della collaborazione di Lisbeth Salander, agente investigativo intuitiva e hacker virtuosa con un passato abusato e un presente intimidito. Selvatica e bellicosa Lisbeth è attratta dalla riservatezza e dall’integrità di Mikael, che seduce, corteggia e prova a innamorare. Fuori dal letto e dalla loro intesa intanto i fantasmi del passato si risvegliano e provano a ostacolarne l’indagine e a minacciarne la vita.

NAZIONE Stati Uniti | ANNO 2011 | GENERE Drammatico | REGIA David Fincher