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Recensione di Prima della neve di Alix Olhin

Creato il 13 luglio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

16 Flares 16 Flares × Recensione di Prima della neve di Alix OlhinPrima della neveAlix Olhin
Pubblicato daGarzanti
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Narratori moderni
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Grace e John s’incontrano sulla neve in un momento tragico: quando lui ha appena tentato il suicidio. Le premesse non sono delle migliori ma la forza di volontà della donna e il suo desiderio innato di aiutare le persone la porteranno a prendersi cura di John per salvarlo da ferite apparentemente indelebili. Ma anche Grace ha bisogno di essere salvata in un modo che neanche lei osa immaginare. Prima della neve è un romanzo che racconta dei mille modi in cui si può salvare una persona e dei mille volti dell’amore, dell’affetto e della gratitudine. Una grande storia di bellezza e umanità.

«Non t’importa niente, vero? Di quello che ho fatto, o stavo per fare.»

«Certo che m’importa», ribatté lei. «Solo che non mi scoraggia.»

Prima della neve di Alix Olhin è un romanzo che tocca le parti più intime e nascoste del cuore, raccontando con semplicità e delicatezza i sentimenti più profondi e imperituri raccolti nel fondo dell’animo umano, quegli stessi sentimenti che ci legano irrazionalmente ad un’altra persona, facendoci sentire vivi e parte vibrante di questo mondo. La protagonista di nome Grace, durante una sciata sul Montreal,in una giornata in cui la neve è caduta copiosa, imbiancando tutto, persino lo sguardo di chi la osserva, imbiancato anch’esso ed accecato da tanta purezza, si trova davanti un ostacolo nero ed ingombrante che non riesce ad evitare. Esso non è altro che il corpo di un uomo riverso a terra che ha appena tentato di impiccarsi. La scena sconvolge la tranquilla vita della donna che nonostante la serietà della situazione e la consapevolezza di essere completamente estranea all’accaduto, non riesce a tenersi fuori dalla vita di quell’uomo, seguendolo fino in ospedale. Lo sconosciuto non parla e non dice nulla di sé. Grace scopre che si chiama John Tugwell esclusivamente dai suoi documenti ma l’apparente distacco dell’uomo non basta a farla allontanare. La donna è una terapeuta affermata, con un divorzio alle spalle e con una difficile situazione lavorativa ed umana a causa di una paziente abbastanza problematica.

“Malgrado quella confessione, Grace sentiva di aver fatto un passo indietro. Tug le aveva offerto dei frammenti del suo passato, sì, ma soprattutto per tenerla a distanza. C’era una differenza tra i fatti riguardanti una persona e la verità, e lui lo sapeva. Non si era illusa tanto da non rendersi conto che le aveva chiesto ben poco di personale, mentre lei voleva essere considerata una persona con cui stabilire un rapporto. Sarebbe stato un modo di sentire quanto pesava nel mondo. Si domandò se, nel tempo che avevano passato insieme, lei avesse lasciato una qualche impressione su di lui.”

Ciò che Alix Olhin mette in scena in questo romanzo è l’interiorità dei suoi personaggi, non a caso il titolo originale è “Inside”, ossia ciò che si nasconde dentro ciascuno di noi. Grace e John sono due anime ferite, e ognuna di esse ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro ma nello stesso tempo necessitano la possibilità di dare amore e rispetto verso quel qualcuno che credono lo meriti. La scrittrice racconta di un mondo in cui c’è dolore e sofferenza. John è un ex operatore umanitario che ha vissuto la terribile tragedia del genocidio in Ruanda e da lì il suo cuore non ne è più uscito vivo. Si mostra freddo e distaccato nei confronti della donna che lo ha salvato perché non vuole farla avvicinare, essendo la sua esistenza piena di sofferenza e disillusione. Ma Grace, il cui istinto è sempre stato quello di aiutare gli altri, perché solo in questo modo riesce sentirsi realmente appagata e meritevole di questa vita, non si lascia intimidire dal silenzio e dalla reticenza dell’uomo. Quando in ospedale gli stringerà per la prima volta la mano, si renderà conto che è la stretta di un uomo deciso ma devastato da una forza contro cui è difficile combattere ed è la morte. Altri personaggi calcheranno la scena ed impreziosiranno la tela di rapporti umani che l’autrice è abile a tessere senza mai cadere in banalità, come l’ex marito di Grace, anch’egli terapeuta, che ha deciso di andare a lavorare nella regione artica del Canada dove la popolazione lotta per la sopravvivenza. E’ evidente quanto l’autrice abbia lavorato per creare una trama ben delineata in cui le storie personali dei personaggi si uniscono perfettamente alla grande storia dell’umanità che è poi quella di ciascuno di noi. Questo significa che possiamo ritrovarci nelle stesse paure, dolori ed emozioni raccontate senza esserne feriti ma soltanto invogliati ad andare avanti nella lettura, consapevoli e speranzosi di poter trovare la chiave della salvezza. Perché di salvezza si tratta. La scrittrice non lo nasconde. Prima della neve è un romanzo che parla di salvezza e di amore. Che parla della possibilità che ha ciascuno di noi, superando le difficoltà iniziali, di poter trovare nell’altro il motivo della propria felicità, il punto di slancio che ci permette di ritrovare la forza per combattere, per crederci e per andare avanti.

Un romanzo carico di ottimismo e positività che non lascia delusi e soprattutto infelici. La volontà di scoprire il lati più nascosti dell’animo umano, i mille volti e modi di essere di una persona, ripaga donando al lettore la sensazione che ci sia sempre una possibilità di venirne fuori anche dall’inferno della più nera solitudine. Il titolo del libro così suggestivo ed evocativo ci riporta ad un periodo dell’anno in cui il freddo ed il gelo rendono le strade deserte e il silenzio padroneggia incontrastato sulla frivolezza del mondo. Quasi un senso di abbandono, di sonno dolce e cauto, delicato, che favorisce il guardarsi dentro e l’introspezione dell’animo umano. E’ questo quello che emerge dal libro e che si riflette nei personaggi così inermi di fronte alla forza ammaliatrice della scrittrice che si prende cura di loro e di noi donandoci parole e immagini tanto poetiche quanto stimolanti. Lo stile di scrittura è pulito, dimostra grande capacità descrittiva e consapevolezza che per narrare davvero una storia e farla entrare nel cuore e nella mente di chi legge, bisogna amarla in prima persona. Ed è quello che riesce benissimo ad Alix Olhin, e che rende il suo romanzo un indimenticabile affresco di emozioni e bellezza, seppur addolorata e sofferente ma pur sempre bellezza umana.

Antonietta Mirra



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