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Recensione di "The Lone Ranger" di Gore Verbinski

Creato il 29 luglio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Sara Guglielminetti

In sala dal 3 luglio il nuovo film dell’accoppiata Verbinski-Depp: The Lone Ranger Titolo: The Lone Ranger Regia: Gore Verbinski Sceneggiatura: Ted Elliott, Terry Rossio, Justin Haythe Data di uscita: 03 luglio 2013 Genere: western, azione, avventura Distribuzione: Walt Disney Pictures Durata: 149 min. Cast: Johnny Depp, Armie Hammer, Helena Bonham Carter TramaL’indiano Tonto (Depp) e l’ex Texas Ranger John Reid (Hammer), trasformato in “Cavaliere Solitario”, stringono un’improbabile alleanza per vendicarsi del perfido Butch Cavendish e diventano leggenda.

RECENSIONE Alla quinta collaborazione dopo i primi tre episodi della saga dei Pirati dei Caraibi e il film d’animazione Rango, la coppia Gore Verbinski - Johnny Depp torna in sala con il western action The Lone Ranger. Ma stavolta qualcosa non ha funzionato e il film della Disney Pictures, fan del motto Squadra vincente non si cambia (ne è testimonianza il quinto capitolo dei Pirati in cantiere), si è rivelato un sonoro flop incassando un terzo di Cattivissimo me 2 durante il primo weekend di programmazione negli U.S.A. Per Depp è l’ennesimo insuccesso dopo l’inguardabile The Rum Diary - Cronache di una passione e il sottovalutato Dark Shadows: possibile che Depp sia una garanzia al botteghino solo nei panni di Jack Sparrow?

Forse il problema principale di The Lone Ranger, rilettura moderna di due personaggi cult americani nati negli anni ‘30 come protagonisti di uno sceneggiato alla radio, è proprio il tentativo – non riuscito – di strizzare l’occhio alla saga piratesca: stesso regista, stesso protagonista e stessi sceneggiatori (Ted Elliott e Terry Rossio con la new entry Justin Haythe, famoso per Revolutionary Road). Il risultato è un film discontinuo, troppo lungo (149 minuti!) e con due attori fuori parte. Nello sceneggiato originale e nelle successive trasposizioni televisive, il protagonista era il Cavaliere Solitario, ex Texas Ranger mascherato in cerca di vendetta. Nel film di Verbinski, invece, per dare maggiore spazio a Depp, la storia è narrata dal punto di vista dell’indiano Tonto che, ormai anziano e diventato un’“attrazione” delle giostre, racconta a un bambino la nascita del mito del Cavaliere Solitario. Ma il look geniale di Tonto con un corvo morto in testa con cui l’indiano interagisce, scelto dallo stesso Depp e ispirato al quadro I’m a crow di Kirby Sattler, è l’unica novità, il resto (gesti, movimenti, espressioni) sa di già visto: un po’ Jack Sparrow, un po’ Cappellaio Matto, un po’ Barnabas Collins, un po’ Willy Wonka, Depp sembra non riuscire più a uscire dal personaggio alternativo, folle e sopra le righe in cui è ormai imprigionato dai tempi de La maledizione della prima luna. Accanto a un Johnny Depp sempre più “vittima” di Jack Sparrow troviamo un Armie Hammer al primo ruolo importante dopo parti minori in The Social Network, J. Edgar e Biancaneve: scelta azzardata e poco felice, visto che il giovane attore è poco credibile nei panni del Cavaliere Solitario e offre una performance poco incisiva e noiosa. Anche Helena Bonham Carter – alla sesta collaborazione con Depp ma la prima senza la regia del marito Tim Burton – non convince nei panni di una maitresse di bordello – con il dettaglio extra kitsch della gamba finta in avorio – e sembra la parodia di sé stessa.
Se l’ottimo cast, almeno sulla carta, di The Lone Ranger appare sprecato e “fuori parte”, forse è anche colpa di un regista poco ispirato che esegue il suo “compito” senza guizzi né idee. Anche la sceneggiatura che attinge a piene mani ai classici cliché da film western (la strage degli innocenti, la prostituta dal cuore d’oro, la sete di vendetta, il cattivo di turno, l’inseguimento finale ecc.) risulta prevedibile ed eccessivamente lunga. Dopo un buon inizio, infatti, il film si dilunga troppo nella parte centrale – un paio di sforbiciate in sala di montaggio avrebbero sicuramente giovato – per riprendersi poi con un finale ritmato che ci regala la chicca che i fan del Cavaliere Solitario aspettavano: l’inseguimento finale sulle note celeberrime del Guglielmo Tell di Rossini, un must della saga! Sicuramente una delusione per i fan di Johnny Depp che non si aspettavano una sua performance così sottotono. The Lone Ranger è un blockbuster mancato privo del ritmo e dell’inventiva della sua fonte di ispirazione, la saga dei Pirati dei Caraibi. In attesa di vedere Depp nel quinto capitolo, in arrivo nel 2014, noi di Diario travolti dall’effetto nostalgia vi consigliamo di riguardare Edward mani di forbice per vedere il nostro Johnny al suo meglio. Eh sì, sembra passato un secolo…


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