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Recensione di “Una bomba a mano sul cuore” di Marco Cubeddu

Creato il 01 agosto 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Una bomba a mano sul cuore, romanzo, recensione, Marco Cubeddu, Mondadori

Photo credit: gualtiero / Foter / CC BY-SA

Caso editoriale dell’anno o semplice romanzo che rimarrà nell’oblio? È una domanda da porsi prendendo in mano C.U.B.A.M.S.C, acronimo per Una bomba a mano sul cuore, romanzo di esordio di Marco Cubeddu, edito da Mondadori. Scrittore genovese con l’aria da bad man, ha dato vita ad un libro post-moderno, in cui realtà, finzione, iperboli e sentimento si uniscono.

Dalle prime pagine si potrebbe rimanere delusi: l’esordio non avrebbe nulla di originale, difatti il manoscritto del protagonista, Alessandro Spera, che ora si trova in una sorta di esilio volontario dopo aver causato una strage, è stato ritrovato e sarà pubblicato. L’idea sembra essere stata riciclata da secoli di letteratura nostrana. Ma la copertina con il parziale di un viso femminile accattivante e le pagine seguenti aiutano a ritrovare la voglia di continuare la lettura di una storia al limite della realtà. Il vero motore della trama è la scostante e maliziosa Mallory, la bomba a mano sul cuore di Spera. L’amore tormentato, sempre al limite (anche del possibile) sfocerà in una tragedia alla Tarantino. Per stessa ammissione dell’autore i suoi modelli sono stati proprio il regista americano e Nabokov, e dalla trama questo emerge chiaramente.

C.U.B.A.M.S.C però non è solo questo: il romanzo, apparentemente solo sentimentale, è una fotografia minuziosa degli anni ’90. Le pagine più belle e più realistiche sono proprio quelle in cui l’autore si diverte a delineare la sua generazione, nata poco prima del crollo del Muro di Berlino e cresciuta con gli 883 e “Non è la Rai”. Grazie a queste descrizioni emerge la vera condanna degli anni ’90: la macchia del consumismo si è allargata sempre più.

Sebbene Cubeddu sia giovane, ha usato la sua penna per condannare egregiamente una realtà che evidentemente gli sta troppo stretta. Ed è quindi difficile non pensare che Spera sia lo stesso Cubeddu, anche se lo stesso autore, durante la presentazione al Circolo dei Lettori, ha precisato che il suo romanzo di esordio non è un’autobiografia.

Nonostante sia un esordio, il lettore può ritenersi soddisfatto dalla lettura di una bomba a mano sul cuore”, al limite del paradossale. Sia che si voglia leggere come un romanzo da spiaggia, sia che si voglia leggere come un romanzo dissacrante e critico, Cubeddu ha colpito, come una bomba a mano. Impresse rimangono le parole, rivolte alla sua – nonché nostra generazione: “il miglior prodotto dello spettacolo delle macerie”. Una critica forte dalla quale ripartire.

Articolo di Alessandra Coppo


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