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[Recensione] Diecipercento e la Gran signora dei tonti di Antonella Di Martino

Creato il 20 dicembre 2011 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Diecipercento e la Gran signora dei tonti di Antonella Di MartinoTitolo: Diecipercento e la Gran signora dei tonti
Autore: Antonella Di Martino
Editore: Autodafé Edizioni
ISBN: 978-88-97044-20-8
Prezzo: 13€
Numero pagine: 128
Voto:[Recensione] Diecipercento e la Gran signora dei tonti di Antonella Di Martino

Trama: Il fantasma di un uomo politico osserva il proprio funerale dall’alto: nella sua regione, e soprattutto nella sua città, era noto come Diecipercento, Dieci per intimi e familiari. Tra i volti in chiesa, il fantasma riconosce Margherita, una nipote fuggita anni prima lontano dalla famiglia. La donna, che non crede alla versione ufficiale della morte dello zio, è tornata in incognito per cercare la verità.
Nei giorni seguenti il fantasma di Diecipercento segue Margherita nella sua indagine, nella speranza di scoprire l’identità del suo assassino. La ricerca, però, si complica e diventa esplorazione delle memorie e confronto tra i valori che dividono i due protagonisti.

Recensione: Comincia con il funerale di uno dei due protagonisti, Diecipercento, politico di professione soprannominato così perché in grado di ottenere sempre le percentuali desiderate. Il fantasma dell’uomo osserva la scena dall’alto, osserva le reazioni dei propri cari e il proprio cadavere. Da tempo riceveva minacce da qualcuno che diceva di volerlo morto, e pare che quella persona sia riuscita nel suo intento mentre era a caccia con l’amato cane Sissi. La sua morte è stata attribuita a un tragico incidente con il fucile, eppure Margherita non ne è convinta. Margherita è la nipote di Dieci, scappata lontano anni addietro perché considerata troppo scema invece che troppo buona, visto che nella famiglia la furbizia è un pregio, così come il voler far soldi a tutti i costi.
L’autrice dimostra una notevole abilità nel creare molta atmosfera con le parole, anche il titolo è molto suggestivo. È riuscita a descrivere in poco più di un centinaio di pagine la storia di una famiglia intera, storia che si capisce tramite un alternarsi di passato e presente. Il libro è molto riflessivo e poco d’azione. I due personaggi sono ben costruiti e piuttosto profondi, soprattutto Diecipercento: uomo tutt’altro che buono e perfetto, molti lo ricordano come privo di coscienza e incapace di provare affetto. Pian piano si scoprirà che non è così, perché sebbene gran parte di ciò che si dicesse di lui fosse vero, si trattava comunque di una persona con dei valori, per quanto discutibili.
Qual è il difetto più significativo che ho riscontrato, invece, è presto detto: la quarta di copertina. Non so di chi sia la responsabilità e potrebbe essere solo un mio problema, ma secondo me si focalizza l’attenzione su tematiche che poi passeranno in secondo piano. Mi immaginavo un libro simile a un giallo, invece l’indagine perde importanza dopo non molto. Il difetto è comunque marginale, quindi si tratta di un ottimo libro. Dimenticate la quarta di copertina e godetevi una buona lettura.


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