Recensione “Fateful” di Claudia Gray
Pubblicato da Valentina Coluccelli
RECENSIONE
“C’è un punto, oltre il terrore, dove tutto diventa quiete.Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 si consumò una delle tragedie che più hanno segnato la coscienza storica occidentale e influenzato l’immaginario collettivo. L’imponente ed elegante nave passeggeri Royal Mail Ship Titanic, massima espressione della tecnologia navale dell’epoca e del lusso di cui potevano circondarsi aristocrazia e borghesia, affondò in meno di tre ore dopo la collisione con un iceberg, portando con sé nel buio e nel silenzio delle profondità oceaniche 1523 vite, il sogno della Belle Ėpoque e la fiducia nelle mitizzate scienza e tecnologia. L’impatto destabilizzante che ebbe dunque a livello storico, come quello più immediato e circostanziale sulla popolazione civile dell’epoca (che portò alla convocazione della prima conferenza sulla sicurezza della vita umana in mare), hanno acquisito, nel corso di questo secolo, i contorni di un mito romantico e le sfumature di un fascino ambiguo e crepuscolare. A toccare il cuore e solleticare la fantasia dei posteri sono le drammatiche scene della tentata fuga dalla nave che si inabissava, che videro protagonisti eroi e vigliacchi, ricchi e poveri, gesti di cavalleria e atti di egoismo, salvataggi miracolosi e separazioni devastanti di madri e figli, di mariti e mogli, di amici e compagni di una vita; e, altrettanto fortemente, il pensiero nostalgico, che ha il sapore del rimpianto e della compassione, che quell’inatteso e imprevedibile incidente abbia messo fine ai sogni e alle speranze di centinaia di passeggeri, che contavano di farsi una nuova vita nella liberale America, dove tutto pareva potesse realizzarsi!
Non posso fare niente per salvare me stessa, niente per salvare Alec o gli altri. E men che mai posso distogliere lo sguardo dall’orrore che ho di fronte.”
« L’affondamento del Titanic rappresentò la fine di un’epoca, il sogno infranto della Belle époque. Come per la caduta dell’Impero babilonese, l’affondamento del Titanic ha rappresentato il simbolo dello sgretolamento di orgogliosi imperi, con una simile mescolanza di ricchi, borghesi e poveri tutti destinati insieme all'abisso. Era la fine di una leggenda che sposava la tecnologia alla ricchezza, il materialismo al romanticismo, l’illusione alla fantasia.» ("Grandi misteri della storia", Massimo Polidoro)In Fateful – rivisitazione letteraria in chiave fantasy della tragedia, che va ad arricchire la lunga lista di iniziative che in questo primo centenario intendono omaggiarne e riaccenderne la memoria –, Claudia Gray tratteggia nei suoi personaggi proprio alcune delle più rappresentative di queste figure legate intimamente a quel sogno di gloria, libertà e amore infranto. I Lisle, la famiglia aristocratica per cui lavora la protagonista Tess, cieca alle esigenze e alla dignità della servitù e di chiunque ritenga inferiore, impegnano forse gli ultimi denari rimasti per andare in America, nella speranza di procurare due solidi matrimoni per i propri figli con i borghesi che tanto disprezzano, ma dei cui soldi hanno così bisogno. La giovane libanese Myriam, che condividerà la ristretta cuccetta di terza classe con Tess e due anziane signore norvegesi, affronta sola il lungo viaggio per raggiungere il fratello e la cognata a New York, dove sono riusciti ad avviare una piccola attività nel campo dell’abbigliamento. Ned, il fidato amico di Tess e come lei al servizio della famiglia Lisle, viaggia per stare accanto alla donna che ama, anche se nel silenzio e nel segreto, e forse spera in un futuro insieme a lei, alla luce del sole, una volta sbarcati. Howard e Alexander Marlowe, padre e figlio, a capo di una delle nuove giganti e ricche imprese dell’industria statunitense, fuggono dall’Europa per trovare rifugio nelle terre di frontiera americane. E infine, immagine più rappresentativa e simbolica del sogno di rivincita di chi viaggiava in terza classe, Tess, la intrepida, dignitosa, forte protagonista che, non vinta dai soprusi, dalle angherie e dalle privazioni subite per la sua condizione di serva, negli ultimi due anni ha messo da parte i soldi, con pazienza e sacrificio, per abbandonare finalmente i Lisle una volta messo piede sul promettente suolo americano e iniziare una nuova vita da donna libera. Il background storico dei primi del ‘900 nel quale si muovono questi personaggi, così credibili che facilmente si riescono a immaginare mentre si muovono tra sfarzo, lusso e rigida disparità tra classi sociali, è ricostruito sapientemente dall’autrice (se pur con qualche licenza) e raccontato attraverso gli occhi di Tess, in una visione dal “basso” della sua condizione e dall’invisibilità che le conferiscono i suoi spenti abiti da serva. Ma questo palcoscenico storico, i suoi attori credibili e il copione già scritto che stanno inscenando, vanno inaspettatamente a intrecciarsi con una dimensione fantasy e con personaggi di natura soprannaturale, in un modo che non sempre appare riuscito. Perché l’elemento fantastico, anche se giustificato e contestualizzato dalla Gray, a tratti da l’impressione di essere fuori luogo e un di più non necessario. Tuttavia, è proprio l’elemento fantastico a legittimare una certa libertà narrativa e creativa all’autrice (come lei stessa afferma nella nota che chiude il libro: “Scrivere un’avventura paranormale ambientata all’interno di una tragedia realmente accaduta sarebbe stato poco rispettoso se quella storia non fosse stata totalmente di fantasia, senza supposizioni sui comportamenti, le ragioni e la colpevolezza di chiunque si trovasse a bordo.”) e a consentire a due personaggi di ceti e condizioni tanto diversi come Tess e Alec di incontrarsi e innamorarsi nella noncuranza delle rigide etichette sociali.

