Il giudizio della redazioneSummary:
Recensione Film Diana – La storia segreta di Lady D.
“Povera Principessa Diana. Ho esitato ad usare il termine ‘incidente cinematografico’ ma questa è la terribile verità. 16 anni dopo quel tremendo giorno nel 1997, è morta di un’altra terribile morte.” Così il celebre quotidiano inglese The Guardian ha introdotto ai suoi lettori la recensione del film Diana, il biopic sugli ultimi due anni di vita della Principessa, diretto da Oliver Hirschbiegel ed interpretato da Lee Asquith-Coe, Naomi Watts e Naveen Andrews. Per quanto triste questo commento possa apparire, dopo la visione di Diana non si può che concordare pienamente. Che portare sul grande schermo la tanto cara e compianta Lady D non sarebbe stato semplice l’avevamo immaginato, ma il risultato è davvero abominevole. La pellicola si concentra sui due anni successivi alla separazione di Carlo e Diana e soprattutto sulla relazione che la donna intrattenne con il chirurgo di origini pachistane Hasnat Khan. E’ la storia di un amore inconciliabile tra la donna più famosa del pianeta ed un serio e riservato professionista. Il film mette in luce come le azioni che resero Diana la principessa amata che tutti ricordiamo furono guidate dall’amore per Hasnat. La rottura con quest’ultimo la condusse invece verso la disperazione più cupa fino al tragico epilogo della sua esistenza.
Il regista tedesco dell’apprezzato La Caduta – Gli Ultimi Giorni di Hitler aveva per le mani una materia troppo calda per le sue modeste qualità. La sceneggiatura di Stephen Jeffreys, ispirata al libro Diana: Her Last Love di Kate Snell, lascia davvero a desiderare. Quanto a Naomi Watts basterebbero le sue sgradevoli considerazioni sulla presenza mistica di Diana sul set a commentare la sua misera performance. Pare che l’attrice inglese abbia rifiutato il ruolo due volte prima di accettare la parte. Avrebbe certamente fatto meglio a rifiutare anche una terza volta visto la totale mancanza di empatia della sua interpretazione. Basti pensare che le espressioni di profondo turbamento nel viso di Lady D, che l’hanno resa per tutti “la principessa triste” vengono ridefinite dalla Watts con mere smorfie e frequenti piagnucolii. Fin troppo generosi i media britannici con lei, nel cui tritacarne sono finiti il regista e lo sceneggiatore. Gli imbarazzanti dialoghi suggellano l’indecoroso ritratto di una principessa che, seppur mossa da un sentimento puro come l’amore, viene dipinta come un’adolescente isterica, sbandata e terribilmente egoista. A ciò si aggiunge la pressoché totale assenza dei figli William e Herry e del Principe Carlo che, seppur in maniera negativa, ha rivestito un ruolo determinante nella vita della donna. L’amore folle che legava la Principessa Diana al medico Hasnat Khan viene narrato con le sembianze di una soap-opera. Come se non bastasse, il vero Hasnat Khan si è rivolto alla stampa per lamentare la mancanza di veridicità del film. “La pellicola è il frutto di storie raccontate da amici di Diana e mie lontani parenti che poco o nulla sapevano circa la nostra relazione. E’ tutto basato su ipotesi e gossip. Sono tutte menzogne e non avrei mai potuto dare la mia approvazione.” Queste le sue dichiarazioni al Mail on Sunday.
Se qualcuno si stesse chiedendo che figura rivestisse in tutto questo il povero (si fa per dire!) Dodi Al-Fayed, sappiate che qui viene rappresentato come un semplice oggetto nelle mani di Diana, oggetto di cui la principessa si serviva per attirare l’attenzione dei paparazzi, i cui scatti, a loro volta, avrebbero fatto ingelosire Hasnat. Potrebbe essere questa la realtà dei fatti ma si tratta indubbiamente di una visione troppo semplicistica e riduttiva. Non parliamo poi della scelta dell’attore che interpreta Dodi, che viene rappresentato come un rapper sbruffone o peggio ancora come un tronista di Uomini e Donne. Difficile immaginare di peggio. Scrive il Telegraph: “Il film è davvero poco affascinante. Non aggiunge nulla di nuovo sulla vita della principessa. Né tantomeno ne spiega la complessità o le contraddizioni. Mettendo insieme questi elementi ne sarebbe venuto fuori certamente un film migliore.” Diana è piuttosto l’ennesima incursione privata nella vita di una donna violata nella sua intimità fino all’ultimo respiro. Come non essere d’accordo con il Times che ha definito imbarazzante la sceneggiatura di un film atroce ed invadente. Dubitiamo fortemente che ci fossero degli elementi per rendere la storia d’amore tra principessa Diana e Hasnat Khan un buon soggetto cinematografico. Ma qualora ci fossero stati, Hirschbiegel, Naomi Watts e Stephen Jeffreys avrebbero comunque fatto in modo di svuotarli di qualsiasi potenziale. Restiamo dell’idea che personaggi del calibro di Lady D, così amati nell’immaginario collettivo, possano essere rappresentati sul grande schermo per ciò che più li ha resi celebri, amati od odiati. La condizione, non ultima, è che la loro privacy, la loro sensibilità e la loro dignità non vengano mai calpestate.
Diana – La storia segreta di Lady D uscirà in Italia a partire dal 3 Ottobre 2013
di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net