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Recensione Film: Jupiter – il destino dell’universo

Creato il 03 febbraio 2015 da Justnewsitpietro

Recensione Film: Jupiter – il destino dell’universo
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Volevo anzitutto ringraziare il Future Film Festival per aver dato sia a JustNews.it sia a molti altri spettatori la possibilità di assistere all’anteprima mondiale di Jupiter – Il destino dell’universo presso il cinema Odeon di Bologna. Personalmente, ho trovato il regalo alquanto obbrobrioso ma, come si suole dire in queste circostanze, “è il gesto che conta”. Perciò grazie. Fatta dunque questa importante premessa, passiamo ora alla disamina del succitato film, firmato Andy e Lana Wachowski, altresì chiamati The Wachowskis.

I creatori dell’arcinoto franchise di Matrix, divenuto un cult generazionale, due anni fa si erano ripresentati sul grande schermo con il tanto discusso Cloud Atlas, un film «magico poiché riesce a fondere libertà, verità e amore con una poesia più unica che rara». L’anno successivo, i fratelli più eclettici nel panorama cinematografico contemporaneo iniziano le riprese di quello che può tranquillamente definirsi non solo il loro peggior film, ma probabilmente anche uno dei peggiori di questo neonato anno solare.

Difatti, mentre Matrix e Cloud Atlas erano fatti di una materia spiccatamente spirituale, Jupiter – Il destino dell’universo (in versione originale Jupiter Ascending) è un film sterile, nel vero senso della parola, dal momento che non è in grado di fecondare nello spettatore neanche uno straccio di emozione o riflessione.

La storia è incentrata sull’immigrata russa Jupiter Jones, orfana di padre, che deve sturare toilettes per sopravvivere. In un altro pianeta, i tre fratelli Abrasax, eredi dei beni materni, tra cui il pianeta terra, e della Abrasax Industries, vogliono catturarla. In particolare, Balem (Eddie Redmayne) la vuole morta dal momento che Jupiter è, casualmente, la reincarnazione genetica della matriarca Seraphi. Sul cammino della giovane ragazza si mette il guerriero interplanetario Caine (Channing Tatum), sopraggiunto inizialmente per sequestrarla su ordine di Titus (Douglas Booth), il fratello minore, ma poi, dopo essersi reso conto delle diaboliche intenzioni degli Abrasax, per aiutarla e difenderla dai loro tentativi di uccisione.

Questa pellicola non è altro che una tremenda accozzaglia di tematiche stereotipate e, peraltro, nemmeno sviluppate a fondo – a un certo punto si parla di reincarnazione (e mi viene in mente Pitagora), in un altro del tempo come l’unico, vero, prezioso bene dell’uomo (e mi viene in mente Seneca) e in un altro ancora del classismo nella società capitalistica (e mi viene in mente Marx) – che fungono da candeline mai accese in una torta smielata foriera, una volta mangiata, di dissenteria immediata.

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Inoltre, non solo manca l’elemento spirituale – filosofico caratteristico dei fratelli Wachowski, ma addirittura le scene d’azione, in quello che non può che essere un action movie, non sono affatto avvincenti, rese, anzi, soporifere da una qualità sonora scadentissima e da effetti speciali che definire superati e acerbi è un eufemismo.

Dunque, che cosa rimane? Ah giusto, gli attori. Sì ecco, anche sugli attori è meglio stendere un larghissimo e lunghissimo velo pietoso. Mila Kunis, che recita sempre le stesse battute – peraltro dia-loghi scritti, a esser buoni, coi piedi – ci offre la peggiore performance della sua breve carriera, dotata di un’espressività degna di una gallina malata di aviaria. Channing Tatum, che tatum – ops, lapsus – tanto mi ha entusiasmato in Foxcatcher, il capolavoro di Bennett Miller e quasi certamente il miglior film dell’anno, è davvero bestiale, non solo perché è stato truccato pessimamente, ma anche lui, come Mila, per l’espressività che lo accompagna fedelmente lungo tutta la durata del film. Perfino Eddie Redmayne, candidato all’oscar come migliore attore protagonista per la La teoria del tutto, nonché, a mio avviso, il favorito per la vittoria finale, precipita inesorabilmente nell’inferno degli attori canini, interprete di un malvagio antagonista la cui credibilità in termini di età e cattiveria rasenta il ridicolo.

In conclusione, se non assegno zero stelle a questo terribile film è solo perché ho avuto, grazie al cielo, la fortuna di vederlo gratuitamente usufruendo in qualità di recensore di justnews.it del mio biglietto omaggio. Ah, il 3D è tremendamente inutile.

Cast – Jupiter – il destino dell’universo

Un film di Lana Wachowski, Andy Wachowski. Channing Tatum, Mila Kunis, Sean Bean, Eddie Redmayne, Douglas Booth

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