DI DANIELA MEROLA
Rob Reiner è un regista bravo e di grande esperienza, ha diretto tra gli altri il celeberrimo Harry ti presento Sally, Misery non deve morire ed è un osservatore attento del cinema globale e tutte le sue mutazioni. Mai così vicini, interpretato da due premi Oscar quali Michael Douglas e Diane Keaton, è un film che tratta un argomento molto in voga oggi, ovvero l’amore della terza età.
Il film è una commedia romantica ma che in realtà tratta temi quali la solitudine, la riscoperta dell’amore in età matura, una commedia sofisticata che mescola ironia, eros, sarcasmo, speranza e vitalità. La trama dello sceneggiatore Mark Andrus è apprezzabile nel suo sforzo di non essere banale e ripetitivo e vi riesce grazie alla presenza dei due grandi interpreti.
Trama
Oren e Leah sono due vicini di casa che non si conoscono affatto, nonostante i molti anni di vicinanza e che senza motivo apparente non si sopportano. Lei è vedova, gentile e ospitale, pronta ad aiutare i vicini, lui è scorbutico, anch’egli vedovo, arrogante, maleducato, cinico, è un agente immobiliare prossimo alla pensione, lei si diverte come coroner. La situazione peggiora quando il figlio di Oren, Luke (Scott Shepherd), ex tossicodipendente, gli porta la figlia Sarah (Sterling Jerins) che sarà sua ospite per un breve periodo di tempo quando lui dovrà scontare una breve pena detentiva. Oren non vuole ospitare la nipote che invece risulta subito simpatica a Leah che invece la ospita e da qui la situazione precipita tra i due. Il film decolla da questo punto perché la trama risulta molto divertente, ironica, piena di gag e battute che i due protagonisti reggono alla grande. Il finale è scontato ma è la parte centrale del film che è accattivante, frizzante, piena di spunti che offre uno spettacolo leggero e positivo.
Commento
Il segreto di Rob Reiner è quello di inserire nei suoi film elementi verosimili che catturino lo spettatore, è quello di creare personaggi “sporchi” e “reali”, inserendo quella punta di £realtà che tutti hanno già vissuto” che creano un film con un “contesto di naturale tendenza umana”.
DANIELA MEROLA