Canada, neve, una scuola, scolari che fanno ricreazione, bucolica scena di quotidianità sino a quando un allievo rientra anzitempo e trova la maestra senza vita in classe. Bambini turbati e adulti nel panico. I grandi sono scossi forse anche più dei piccoli allievi e dimostrano come non siano in grado di gestire la situazione. Poi arriva Bachir Lazar. Algerino, educato, riservato, estremamente attento, dall’animo davvero gentile, competente e molto composto ed impostato grazie ad un immenso autocontrollo. Egli, appresa la notizia dai giornali, si presenta a scuola per supplire alla cattedra vacante.
Bachir saprà farsi amare e stabilire un dialogo, talvolta anche complice, con la sua classe. E nonostante venga da terre lontane, dimostra di avere meno tabù dei colleghi del luogo. Quella che era divenuta in un attimo la classe più problematica dell’istituto ora è la sua, i piccoli devono fare i conti con un trauma e pure con un nuovo maestro dai modi e dalla mentalità molto differenti da quelli di Monique, la giovane e fragile maestra che ha preferito chiudere anzitempo il suo viaggio in questo mondo. Il confronto è inevitabile e diventa di genere e culturale. Monsieur Lazhar è diverso, il suo metodo è di altri tempi e luoghi, ma produrrà inaspettati effetti positivi sugli allievi. Tutto con lui è quieto e ovattato quasi un confortevole abbraccio che permette a tutti di superare gli ostacoli interiori.
Anche Bachir Lazhar infatti ha un problema, anzi più di uno, che si porta dentro dal giorno in cui ha lasciato l’Algeria. Per sopravvivere egli contiene il suo immenso dolore col silenzio, per non dimenticare è disposto a non condividere il suo passato, ma esso riaffiorerà involontariamente proprio in classe, difronte a quei piccoli innocenti che hanno appena assistito a qualcosa di traumatico che pare aver segnato molto più gli adulti di loro. L’elaborazione del lutto quando si è imbrigliati nelle convezioni tipiche dell’età adulta è molto più difficoltosa di quanto riescano a fare infatti, con la loro innocenza, i più giovani. Il silente insegnante, grazie al suo dolore, aiuterà i bambini a superare il proprio… la vita è davvero ironica!
Intelligente opera che dimostra come con delicatezza si possano narrare storie tristi che appaiano come poetici racconti di vita. Adattamento di una pièce teatrale di Evelyne de la Chenelière (“ Bachir Lazhar”) che con semplicità riesce ad affrontare temi importanti legati alla vita, alla morte, ai traumi vissuti in due diversi mondi e modi (quello dei bambini e degli adulti). Il film è leggero pur affrontando molto, il segreto è che ogn’uno di noi può cogliere quello che preferisce: dalla fiaba, al dramma del suicidio, dalla famiglia alla perdita, tutto è possibile, nulla è scontato, non frastorna ed induce a pensare solo se si vuole.
Voto:7 ½. Consigliato a tutti coloro in grado di sentirsi appagati anche senza pallottole a pioggia, rumori assordanti ed altre magnificenze 3D. Qui sono importanti soprattutto le parole ed i silenzi!