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[Recensione] Fratelli dello spazio profondo di Erika Corvo

Creato il 14 dicembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Fratelli dello spazio profondo di Erika CorvoTitolo: Fratelli dello spazio profondo
Editore: BookSprint Edizioni
Autore: Erika Corvo
Genere: Fantascienza
Num. Pagine: 340
Anno: 2012
ISBN: 9788865957783
Prezzo: 18,40 €
Disponibile in eBook
Voto[Recensione] Fratelli dello spazio profondo di Erika Corvo

 

Trama: Ci troviamo all’interno di un istituto scolastico, un luogo che appare subito poco rassicurante: gli allievi che lo frequentano, o almeno alcuni, sono sottoposti alle angherie più inverosimili per uno scopo che trapelerà più avanti. I più forti, spregiudicati, violenti e capaci di resistere a stress terrificanti, saranno reclutati per contrastare la Fratellanza dello Spazio Profondo, un’accozzaglia di pirati che porta trambusto e caos all’interno della Federazione Interplanetaria. Tuttavia proprio le qualità ricercate, coltivate e sollecitate (anche in modi discutibili) negli studenti più promettenti si rivolteranno contro la Federazione. Tra costoro c’è Brian Black, nativo di Bagen. Una volta caduto il velo dagli occhi, scoprirà i crimini efferati commessi dalla Federazione, la triste sorte del suo pianeta e soprattutto un organizzatissimo traffico di schiavi. Arruolatosi nella stessa Fratellanza che avrebbe dovuto osteggiare e divenutone il capo con il nome di Black Diamond, scatenerà una caccia all’uomo senza precedenti:

Io, lo studente isolato e messo al bando, quello deriso e sbeffeggiato, quello per cui nessuno aveva mai mosso un dito… Ora avevo centinaia di uomini disposti a farsi ammazzare al comando di un mio schioccar di dita.

Recensione: Tralasciando qualche refuso che si incontra qua e là nel testo, devo ammettere di aver avuto tra le mani una storia ben strutturata e convincente. Niente è lasciato al caso; l’autrice, scena per scena, dimostra di essersi documentata adeguatamente su ogni aspetto. Ha consultato le biografie di Cesare e di Annibale per studiarne la strategia militare oltre testi di chimica e di divulgazione scientifica. E ha fatto benissimo perché si vede, non c’è improvvisazione,  sa di cosa si sta parlando. Interessante è stato dare voce via via ai singoli personaggi, i quali raccontano e si raccontano in prima persona, alternandosi tra loro. A ogni capitolo immagino un primo piano in cui Brian, Stylo e gli altri prendono la parola, interrogati da un regista che non si vede.

Non parlo a sproposito di scene  perché si ha veramente l’impressione di vedere un film trasposto su carta come confessa l’autrice in un’intervista. Tutto gira intorno a Brian Black: è il perno, la colonna portante, la calamita. Una volta scoperchiato il vaso di Pandora e resosi conto dei progetti che la Federazione aveva predisposto per lui, si trova al primo giro di boa. Se i Federali volevano trasformarlo in una vera e propria macchina da guerra per ostacolare il Cobra, il capo della Fratellanza dello Spazio profondo, cosa gli impedisce di essere lui stesso un pirata e di condividerne gli ideali? Domanda apparentemente peregrina, avendo tutte le carte in regola. Da che parte deve stare se non dove più si riconosce? Questo è l’effetto collaterale imprevisto dell’addestramento.

Carte in regola in che senso? Ciò che Brian è o presto diventerà è ciò che sopravvive di un programma disumano, durante il quale lui e altri sono sottoposti a violenze psicologiche e a inaudite pressioni. Brian ha  resistito, non è crollato. Ha resistito tuttavia con la medesima arma rivolta contro di lui: la violenza, a suo dire l’unica soluzione possibile. A poco a poco si profila una realtà inquietante: è proprio la sua capacità di reagire a situazioni avverse ad averlo inserito in un progetto particolare (Hunter). Tra le aule scolastiche è iniziato un duro addestramento per future missioni al momento sconosciute. Ma chi ha dato il consenso a tutto ciò? Una volta evaso dalla sua prigione, in compagnia di Stylo, un insegnante dalla sua parte con trascorsi discutibili, scoprirà una verità amara. Il romanzo si apre a risvolti di un universo distopico. L’inferno non è solo dentro, a scuola, ma soprattutto fuori. La sua casa non è più una casa, il suo pianeta non è più un pianeta, ma una distesa desertica. A questo punto c’è il giro di boa, il cambio di direzione, la vendetta. Una vendetta cieca e assoluta. Black Diamond, questo ora il suo nome, nelle tasche ha una sola moneta: la violenza, non quella degli incapaci ma quella dei disperati, che ha tutto l’aspetto di una grammatica impermeabile ad altri linguaggi. Inavvertitamente l’addestramento sottobanco della Federazione ha creato un pirata, un individuo che non conosce altre modalità di esprimere le sue emozioni, un essere crudele, spietato, un criminale della peggior specie e incapace di controllarsi. Questo il punto:

Se la violenza è necessaria, non è necessario prenderci gusto (Stylo)

A poco a poco si è fatto strada, dentro la sua anima, un mostro che non ha mai cessato (prima a scuola, poi nella vita) di alimentare. Le sfide che deve affrontare sono due (rappresentano il cuore del romanzo):

  1. Riportare ordine e pace su Bagen, suo pianeta d’origine;
  2. Riportare ordine e pace nel suo spirito, ugualmente devastato
In questo breve inventario che ruolo ha la vendetta, che si trova in mezzo? Non porta soddisfazione, non chiude le questioni, può apparire addirittura superflua, eccessiva. Diamond alla fine comprende che la sofferenza provocata da essa si aggiunge a quella subita, in un conto che si incrementa, senza mai diminuire.  Il finale apre a nuove prospettive, nuove direzioni. Un nuovo giro di boa.

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