Cari lettori,
oggi ho il piacere di presentarvi un libro che mi è entrato nel cuore, poco a poco, come succede con le nuove persone care! Questo nuovo lavoro di Cecilia Randall pubblicato da Mondadori è nelle nostre librerie dal 19 ottobre del 2010, e quindi forse il mio consiglio arriva un po' in ritardo, ma ve lo inoltro ugualmente: viaggiare accanto a Valiano, Manente e Selvaggia è un'esperienza da provare! Non facile, non leggera e a volte nemmeno troppo allegra... ma giunti alla fine del viaggio guardandosi alle spalle non la si potrà trovare che appagante!!!
Per leggere il primo capitolo: QUI
Trama: Firenze, 1478. Valiano de’ Nieri discende da una delle più antiche e autorevoli famiglie di Arcani, uomini e donne dotati della facoltà di invocare la quinta essentia, il quinto elemento della natura, capace di combinarsi con gli altri quattro – aria, acqua, terra e fuoco – e di controllarne la forza. In pochi al mondo conoscono l’esistenza di tali dinastie millenarie. La Chiesa e i governi secolari la tengono nascosta persino alle loro gerarchie inferiori e si servono degli Arcani, ricambiandone i servigi con onori e ricchezze mentre ne sorvegliano attentamente l’operato. Il potere arcano è immenso, si tramanda attraverso il lignaggio del sangue e può sovvertire l’ordine del mondo: per questo la stessa Inquisizione ne protegge il segreto nel più spietato dei modi. Valiano era nato per essere un capo tra gli Arcani, ma ha rifiutato il suo dono e la primogenitura, ha lasciato tutto per inseguire il sogno di una vita normale, lavorando come apprendista liutaio. Quando però suo padre Bonconte muore in circostanze misteriose e l’amato fratello Angelo viene preso in ostaggio da chi invece avrebbe dovuto proteggerlo, Valiano non può più sottrarsi al suo destino. Il cugino Folco de’ Nieri sta scalando il potere all’interno della famiglia e, pur di realizzare la sua ambizione e liberarsi di qualunque controllo, è pronto a sfruttare una conoscenza proibita e potenzialmente devastante. Folco ha inoltre alleati temibili: creature possenti, nel cui corpo ricoperto da sinistri segni di morte convivono, imprigionati, un’anima umana e un elementale della natura. Solo Valiano può fermarlo, ma per riuscirci dovrà fare appello a tutto il suo coraggio, riscoprire uno a uno poteri e segreti rifiutati per anni, fronteggiare nemici e amici indimenticabili: dal mercenario Manente da Erto alla scaltra Selvaggia, dall’inquisitore Corso da Viterbo a mastro Johannes, che tra i primi si cimenta nell’arte della stampa...
RECENSIONEPrima di prendere in mano questo libro sapevo quanto alte fossero le mie aspettative e quindi quanto “rischiosa” avrebbe potuto essere la delusione se non fossero state almeno in parte soddisfatte. Aver nel cuore l’altro grande e magico universo creato da Cecilia Randall, la saga di Hyperversum, era al contempo una garanzia per trovare meravigliosa anche questa nuova opera, e un termine di paragone piuttosto alto che avrebbe potuto invece rendere il mio giudizio eccessivamente severo nei suoi confronti. In modo inaspettato, si sono realizzate entrambe le condizioni! Perché la prima parte del libro, così lenta e quasi “fredda” per i rapporti tra i personaggi, ha raffreddato anche il mio entusiasmo, ma sono lieta di essere riuscita a trattenere un giudizio perché invece la seconda parte ha confermato, e se possibile accresciuto, la mia stima per la capacità della Randall di creare magia e poesia con le sue parole.
Valiano de Nieri è il primogenito di una famiglia antichissima e potente, sia a livello politico che metafisico, intoccabile da chi detiene il potere terreno e protetta dalla Chiesa, che ha voltato le spalle sia ai suoi privilegi sia ai suoi doveri, abbandonando la famiglia, il suo ruolo e la sua eredità. In nome di quale libertà sembra sfuggire a volte durante la lettura, così che il giovane a tratti appare solo come un adolescente che per mero senso di ribellione e desiderio di libertà/anarchia rifiuta un destino tanto importante e a ben vedere prestigioso, se non agli occhi degli uomini certamente a quelli di Dio e del mondo non empirico.
Quando lo incontriamo, Valiano sta fuggendo da ignoti inseguitori che lo braccano con l’unico fine di catturarlo, vivo o morto poco importa. Perché Valiano, se pur ripudiato dal padre e non preparato come un vero Arcano, per le leggi del mondo degli Arcani è ancora il capofamiglia dei Nieri e per questo è depositario del vinculum aetheris che consente solo a lui l’accesso alla Domus, il luogo segreto in cui sono custoditi i tesori delle grandi famiglie della progenie aetheris. Tesori che sono nelle mire di suo cugino Folco.
Folco ha già ucciso il padre di Valiano, e imprigionato il suo fratellino minore, Angelo, uno dei più grandi arcani mai esistiti, divenuto Magister (cioè arcano supremo) all’età di 16 anni, e ora vuole Valiano per far sì che o apra la Domus per lui oppure muoia lasciando la primogenitura, e quindi l’accesso alla Domus, alla sua mercè!
Ma Valiano sa molto poco riguardo queste cose: ha abbandonato gli studi sui propri poteri come arcano e su quelli degli Elementali (creature viventi il cui corpo è costituito da uno solo dei quattro elementi: acqua, aria, terra, o fuoco che possiedono una grande forza), ha una preparazione lasciata a metà, e ha abbandonato la sua famiglia di cui non ha notizie da tre anni.
Sulle sue tracce non ci sono solo gli sgherri di Folco, ma anche un mercenario, pagato sempre dal cugino, inarrestabile e dotato di poteri straordinari. Manente da Erto è infatti un simulacrum elementi, cioè una creatura ibrida, nata dall’unione forzata tra un essere umano e un elementale, nel suo caso un elementare della Terra. Questa simbiosi innaturale da una parte gli conferisce poteri soprannaturali, quali la forza e uno speciale legame con la Terra, ma dall’altra danneggia progressivamente il suo corpo umano distruggendolo lentamente dall’interno. L’unico modo che ha Manente per seprarasi dal suo elementale è recuperare il suo cuore di pietra, oggetto che sancisce il rituale proibito che ha imprigionato l’elementale dentro di lui, contenuto proprio nella domus dei Nieri. Ma Manente, che scova Valiano prima degli altri sgherri di Folco, invece di consegnarglielo, stringe un patto con il giovane: lo accompagnerà a liberare il fratello Angelo e insieme apriranno la Domus cosicchè lui possa riprendersi il cuore di pietra.
Inizia proprio qui, dall’incontro di questi due nemici naturali, l’arcano e il simulacro, la preda e il cacciatore, la vera storia di Gens Arcana.
Il loro viaggio verso Castelnero, la residenza dei Nieri, sarà impervio sia per gli ostacoli che dovrano affrontare, sia per il loro rapporto conflittuale… Ma sarà anche allietato da incontri che sapranno toccare il loro cuore: con Selvaggia, una giovane ladra incontrata a Firenze che si fa passare per un ragazzino, di cui entrambi finiscono con innamorarsi; con mastro Johannes, un artigiano del nord che si cimenta nell’arte della stampa e che offre loro rifugio più volte; e infine con Angelo, il gentile e responsabile fratello abbandonato da Valiano e con il quale lui rinsalderà il profondo affetto reciproco e dal quale avrà molto da imparare!
E sembra infatti una scelta originale scegliere Valiano come protagonista, e non Manente oppure Angelo, candidati ben più validi al ruolo. Valiano è stato un mediocre allievo ed è quindi un mediocre Arcano ora; ha rinunciato alla sua famiglia per liberarsi dal giogo dell’onere dello studio e della responsabilità del condurre la famiglia con tutti i doveri che questo comporta; la sua ricerca di libertà fa quasi eco a quella che ha spinto il cugino Folco ai crimini di cui si macchia lungo il romanzo… e per questo risulta ancor più ingiustificata, anche se, all’apparenza, innocua. Dico solo in apparenza perché in realtà provoca una certa rabbia comprendere che se Valiano avesse assunto responsabilmente il ruolo a lui destinato come Arcano e come capofamiglia dei Nieri, probabilmente, avrebbe potuto evitare che suo padre venisse ucciso dal nipote, suo fratello fosse imprigionato e che Folco acquisisse tanto potere. Lui non è l’eroe che ci si aspetterebbe. E a ben vedere, nemmeno la sua crescita effettiva lungo il cammino, che lo conduce alla vittoria dove perde quasi tutto, è così lodevole.
Ma è proprio qui che risiede la vera forza del libro, perché i personaggi della Randall sono straordinari proprio perché non sono i tipici eroi che incontriamo nel fantasy. Sono imperfetti.
"Nonostante il fiato corto, Valiano non provò paura per la minaccia. Da tempo ormai aveva smesso di averne: da quando aveva perso tutto e nella sua testa era rimasto solo l'odio. Non aveva paura di morire, non aveva paura di soffrire; voleva solo uccidere Folco a qualsiasi costo, con qualsiasi mezzo. La rabbia, come una sferza potente, lo fece rialzare in piedi, a maggior ragione perché il corpo martoriato di Manente era sempre là, immobile, abbandonato in un angolo."
Questa coerenza si riscontra anche sia nella “mitologia” creata dalla Randall, che oltre ad essere originale e accattivante, è solida e ben costruita, sia nell’impianto narrativo in generale: non ci sono errori nel testo, è tutto saldo, certo, fedele, non ci sono dettagli lasciati al caso o argomentazioni che non risultino coerenti e credibili. E se questo già non bastasse a fare di Gens Arcana uno splendido libro, l’autrice ha saputo aggiungere poesia e sentimento, con la sua capacità di creare immagini bellissime (come quella della morte di un protagonista e quella di un amore che si svela…), che mi hanno fatto commuovere e vibrare.
L'AUTRICE:
Cecilia Randazzo è nata a Modena e si è laureata in lingue e letterature straniere presentando una tesi sul Romanticismo tedesco e le sue influenze sulla cultura italiana dell'Ottocento. La sua avventura editoriale è iniziata nel dicembre 2006 con la pubblicazione del romanzo Hyperversum, con il quale si è aggiudicata nel 2007 il Premio Letterario Nazionale Insula Romana (XXX edizione) per la sezione “Narrativa edita ragazzi”. Nell'ottobre 2007 è stato pubblicato il secondo romanzo della serie, Hyperversum - Il falco e il leone e il 14 gennaio 2009 il terzo romanzo, Hyperversum - Il cavaliere del Tempo. Il 19 ottobre 2010 è stato pubblicato il romanzo Gens Arcana, ambientato nella Firenze rinascimentale di Lorenzo de' Medici. Ha inoltre partecipato alla stesura delle antologie L'ombra del duomo e Mutazioni insieme ad altri scrittori, utilizzando il proprio vero nome. Nel 2009 ha dato alle stampe il racconto Angeli e Uomini, nell'antologia Sanctuary. Sito dell'autrice: http://www.ceciliarandall.it/Cecilia ha la capacità di creare personaggi a tutto tondo, concreti, che non si tradiscono mai, sui quali non si può contare che facciano sempre la cosa giusta (anzi!), ma che comunque in qualsiasi situazione rimarranno fedeli a se stessi. Non hanno mai due dimensioni, ma prendono vita pagina dopo pagina, ed è straordinario vederli animarsi e sentirli entrare poco a poco nel cuore.