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Recensione Gli Amanti passeggeri di P. Almodovar

Creato il 14 marzo 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Recensione Gli Amanti passeggeri di P. Almodovar

Recensione Gli Amanti passeggeri di P. Almodovar

La frase chiave del film: “Durante questo viaggio capiterà qualcosa di molto grosso che ci toccherà tutti”.

L’ultima attesissima opera di Pedro Almadovar è il film della leggerezza, della commedia svitata e metaforica a tutto spiano, forse troppo. Il kitch, anche se con grande maestria, quando è portato all’estremo alcune volte può rischiare di diventare volgarità, così come l’osservazione ad oltranza delle macchiette gay, che a dirla tutta sono più aderenti alla realtà degli anni ’80 che non alla nostra.

Alcol, droghe, grandi catarsi, corruzione ed esplosioni sessuali questi temi vengono plasmati dal regista per costruire la sua metafora della società spagnola, che vive una situazione di rischio galoppante. Con Gli amanti passeggeri certamente Almadovar ha stupito ancora una volta e ci accompagna ad una inevitabile riflessione, forse un pò nostalgica, della fasi della sua creatività artistica, ad partire dai suoi capolavori assoluti e universalmente riconosciuti come Tutto su mia madre e Parla con lei , dove il suo genio riusciva a fondere la sua sensibilità mediterranea con l’amore per il grande cinema hollywoodiano dei tempi d’oro, impreziosendo il tutto con splendidi ritratti maschili e femminili. Il resto è storia e un infinità di sue imitazioni che vengono elaborate sotto il vessillo del cinema a tematica gay (non basta un bell’arredamento con i colori accessi per essere dei nuovi Almodovar!).

Questo è l’Almodovar che oggi il pubblico più borghese conosce e apprezza, quello di Penelope Cruz, Cecilia Roth, Marisa Paredes e Carmen Maura, quello che commuove e in alcuni momenti fa anche ridere, quello che riesce a portare fino alla fine una storia rendendo plausibile tutto, anche l’impossibile. Ma c’è anche un altro Almodovar, antecedente a questa fase, quello dello sfogo franchista, dell’eccesso e della follia. Labirinto di passioni, Legami, Matador, Pepi, Lucy e Bo e le altre ragazze del gruppo, fino a quel capolavoro che è Donne sull’orlo di una crisi di nervi, un poker di situazioni, leggerezza e grandi attori con un ritmo sfrenato e insostenibile. Nei vorticosi anni 80, quelli della dittatura spagnola di Franco, forse Almodovar non sapeva fare ancora al meglio il suo cinema, non conosceva ancora tutte le infinite possibilità che il mezzo poteva offrirgli, ma una cosa è certa: era assolutamente folle, visionario e geniale.

La cosa che sorprende in maniera piacevole inizialmente ma che alla fine lasci un senso di amarezza è che Gli amanti passeggeri segna il suo ritorno alle atmosfere liberatorie e sfrenate dei suoi primi film. Già la storia ci fa capire la direzione del regista, troppo semplice e banale e, appunto per questo, scatola cinese per situazioni grottesche e irresistibili. Su un volo diretto a Citta del Messico, un gruppo di viaggiatori si viene a trovare in una situazione di pericolo a bordo. Una girandola di imprevedibili confessioni aiuterà i passeggeri a distrarsi in un momento tanto difficile. Almodovar sa che c’è la crisi in Europa ed in particolare nella sua Spagna, quindi, non può non inserire una piccola frecciata al sistema. Ma solo piccola, perché per il resto si scatena premendo il pedale sull’accelleratore della battuta, dei caratteri e delle situazione comiche e paradossali, inserendo persino un siparietto musical molto divertente.

Pochi, bisogna dirlo, riescono bene come lui nel fare una messa in scena kitch, consapevolmente, ma che alla fine non risulta mai tanto di cattivo gusto, ed è questo il suo lato più spagnolo e irriverente. Non mancano le strizzate al cinema classico, quello che lui adora, ed ecco pronti una serie di intrecci e situazioni melò che coinvolgono i passeggeri. Il connubbio funziona per la prima parte del filma ma poi, pure divertendo molto, lascia una strana sensazione. È come se Almodovar, pur rimanendo fedele alla sua vena autoriale, stesse facendo non l’omaggio a film degli altri ma ai suoi stessi film, in un crescendo di autocitazioni che sorprende ma che non incanta o tocca come accaduto in passato.

Nelle sale dal 21 marzo.

A cura di katya Marletta


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