Buonasera, pelatini! <3"><3"><3"><3
Nuova settimana, nuova puntata di Gotham e nuova recensione, of course!
Per prima cosa, da maniaca dei previously on quale sono, non posso non saltellare dalla gioia per quello di questa settimana *.*
Ragazzi, è avvenuto un miracolo!
Evidentemente, qualche addetto al mixaggio era malato, hanno chiamato un sostituto e quello che credevo impossibile si è realizzato!
Hanno ordinato le scene in maniera coerente!!!
Vi rendete conto dell’immensità di questa cosa?
Esiste una Giustizia Divina, non ne ho mai dubitato! (In realtà sì, ne ho dubitato tantissime volte, ma questo non diciamolo alla Giustizia Divina, altrimenti s’offende, ok?).
Neanche a farlo apposta, un altro miracolo è occorso quando ho notato che hanno in qualche modo ripreso quest’episodio dal punto in cui ci eravamo lasciati la scorsa
settimana.
Wow, Gotham, stiamo facendo (percaso) progressi?
Eravamo rimasti nel punto in cui la nave sulla quale stava viaggiando Fish Mooney veniva presa d’assalto da dei non meglio identificati banditi. Fish era pronta a lottare e la tensione sembrava essere sul punto di esplodere e noi, in questo episodio nuovo di zecca, la ritroviamo imprigionata in una pseudo-prigione sotterranea.
Ora, come ci sia entrata e chi l’abbia portata lì, non è dato sapere, ma tant’è, è in mezzo ad un mucchio di gente prigioniera che sembra saperne il doppio di lei.
Il capo della banda non ha intenzione di cedere il potere, né di collaborare tanto facilmente con Fish affinché sia lei a guadagnarlo a suo discapito (e chi sarebbe d’accordo?), ma lui è l’unico possessore di un arma che, ci risiamo, non si sa come, non si sa perché, Fish riesce a sfilargli per pugnalarlo, mandarlo al Creatore e guadagnare il controllo della pseudo-prigione.
Perché?
Una delle mie teorie è che, probabilmente, sta tentando di ricreare un esercito (stile Voldemort, per intenderci) e tornare a Gotham più forte che mai; ma è solo un’ipotesi.
D’altronde, non sappiamo nulla di chi l’ha rapita, né di che cosa voglia da lei, perciò potrebbe essere anche un azzardo il mio.
Nel frattempo, Pinguino prega Falcone di fornirgli protezione da Maroni e il buon Don decide di cedergli il locale di Fish, di mettere in chiaro che adesso lavora con lui e per lui; nel mentre, si lavorerà Maroni, consegnandogli uno dei più (a detta loro) insulsi, figli di Peppa Pig del tribunale, che ha anche fatto condannare diversi uomini di Maroni stesso.
L’accordo è siglato e quando da buon ex-partner Maroni va al locale di Pinguino per rassicurarlo circa la loro faccenda in sospeso, Pinguino non sembra molto entusiasta della cosa, né tanto meno sembra volerlo apparire.
Per il momento, però, quello che ottiene é più che vantaggioso: la sua vita… e un locale vuoto.
Evidentemente le ri-decorazioni non sono bastate.
Trama piuttosto debole in quest’episodio per i partners-forever Gordon e Bullock. Sono sempre alla ricerca del Dottor Crane, ma non hanno molto su cui indagare, perciò tutto quello che fanno è gironzolare intorno alla Dottoressa Tompkins, nuova recluta del GCPD in qualità di medico legale.
Jim cerca di spiegarle che sul luogo di lavoro non ha intenzione di spendersi in smancerie et similia, ma lei non sembra afferrare il messaggio e continua a fare di testa sua.
Sul versante Dottor Crane siamo ad una svolta: pare che abbia trovato il quantitativo esatto di ormone della paura da utilizzare per il suo siero, dopo aver torturato un suo collega insegnante.
Lo inietta prima a se stesso in due dosi e poi al figlio Jonathon.
Perché vuole a tutti i costi creare questo siero?
Vuole liberarsi dalla vergogna di non essere riuscito a salvare la moglie da un incendio avvenuto in casa (mente perfino sulle cause, dicendo a tutti che si è trattato, in realtà, di un incidente d’auto).
Sebbene riesca a sconfiggere la paura, non può nulla contro la morte, perché nel disperato tentativo di fuggire con il figlio per permettergli di completare la cura anti-paura, viene ucciso da Bullock e Gordon, dopo aver tentato a sua volta di sparare.
Jonathon costretto ad un’iniezione frettolosa e, soprattutto, esagerata di siero, si salva per miracolo, ma, come spiegheranno i medici a Gordon, probabilmente, non si riprenderà mai dallo shock subito; senza contare che il quantitativo elevato di ormoni ha ormai distrutto una parte del suo cervello.
Jonathon dovrà convivere per tutta la vita con la paura, nello specifico di un demoniaco spaventapasseri che prende fuoco.
Bruce Wayne, nel frattempo, decide di partire per una scampagnata nei boschi a ricordo di quella che faceva con il padre.
Le cose sembrano procedere bene per la prima parte della gita, poi si complicano quando Bruce inciampa e cade per un pendio, slogandosi una caviglia.
Quando riuscirà a darsi forza per risalire il pendio e cercare la strada di casa, trova Alfred lì, in attesa, con tanto di fuocherello e thè caldo, che lo sfida a non addormentarsi per guardare il sorgere del sole, proprio come Bruce faceva con suo padre.
Sostanzialmente, l’episodio è così snodato.
Non l’ho trovato malvagio come quello della scorsa settimana.
Molte parti sono state più che godibili (l’incontro tra Pinguino e Nygma, le facce buffe di Jim alla testardaggine di Lee, il rapporto Bruce-Alfred…), ma sul versante opposto non è accaduto molto e Gotham rimane comunque una serie TV ancora troppo ancorata alle moltitudini di personaggi (dei quali seguire sviluppi e futuro è quasi impossibile in appena quaranta minuti di show), e al classico schema da cattivo della settimana.
Molte serie TV sono sviluppate così per quanto riguarda i bad guys, ma è pur vero che la maggior parte delle serie TV di questo genere hanno ben altro che tiene sveglia l’attenzione: caratterizzazione più profonda dei personaggi, trama coerente, risvolti passati, rivelazioni più o meno scottanti a cui tener testa… elementi che, a mio avviso, mancano in Gotham.
Continuo a domandarmi cosa s’inventeranno per la seconda stagione.
Molti probabilmente non sentono affatto la mancanza di Barbara come personaggio, ma io devo dire che, sì, un po’ mi manca.
Voglio dire, con tutta questa gente in giro, perché non seguire anche la sua di storia?
Cos’ha in meno delle altre?
Misteri degli sceneggiatori.
Nel complesso, l’episodio mi è stranamente piaciuto, perciò il mio voto per la puntata é sette e mezzo.
E’ un sette e mezzo e non un otto pieno perché la puntata non è immune da difetti, primo fra tutti l’inutilità degli screzi tra Gordon e la Dottoressa Lee e, soprattutto, la fine ingloriosa e assolutamente frettolosa del Dottor Crane.
Avrei nominato anche la scampagnata di Bruce fra i difetti, ma tra pochi giorni è San Valentino, un po’ di affetto nell’aria lo si respira già e la scena di Bruce addormentato addosso ad Alfred che vigila sulla nascita del sole mi ha riscaldato il cuore e messo di buon umore, perciò ho deciso di soprassedere.
Staremo a vedere cosa combineranno con le prossime puntate.
E a voi, è piaciuto l’episodio?
Alla prossima settimana e ricordatevi che walking with a friend in the dark is better than walking alone in the ligh, parola di Oswald ;)
Un P.S. per Bruce: nella scampagnata, comunque, un cellulare potevi portarlo, no?
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