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RECENSIONE "HIDDEN IN THE DARK" di Stefania Auci

Creato il 07 giugno 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
oggi vi recensisco il libro della italianissima e bravissima "Stefania Auci" ovvero "Hidden in the Dark" romanzo che racchiude 3 storie brevi con protagonisti dei vampiri uscito a marzo per la collana Rosso Cuore della 0111 edizioni. Presto anche l'intervista all'autrice per il blog Italian Emerging Writers.
Sito dell'autrice: QUI
Estratto dal libro: QUI
RECENSIONE Stefania Auci è nata in una piccola città che rappresenta, letteralmente, il suo porto sicuro: Trapani. La sua famiglia le ha insegnato molte cose, prima fra tutte, un amore immenso per i libri e per la lettura, l’arte e la musica. Dopo aver girato un po’ per l’Italia, si è stabilita a Palermo, con il marito ed i figli. Ha alle spalle esperienze differenti, che hanno rappresentato altrettanti modi per cercare la sua identità lavorativa e personale: segretaria d’orchestra, insegnante di diritto, per un breve periodo anche avvocato e cancelliere presso un Tribunale del centro Italia. Proprio quest’ultima esperienza, (conclusasi in maniera infelice a causa di una dirigenza che non ha ritenuto utile salvaguardare una madre lavoratrice) l’ ha riportato sui passi del primo amore. La scrittura. Scrive da quando aveva dodici anni. A sedici ha scritto il suo primo paranormal, su tre quaderni a quadri che conserva come un tesoro.
RECENSIONE Trama:
Tre racconti. Tre slices of life, tre storie che si svolgono in epoche differenti. Due protagonisti. Due vampiri: Samuel, angelico e distaccato, incapace di provare pietà fino a che un misero essere umano non entra nella sua vita, stravolgendola. Oliver, un assassino gelido senza rimorso, incapace di amare ma che protegge la sua compagna come un lupo. Personaggi non annacquati, anche se le loro vite si intersecano con quelle degli umani, finendo per esserne parte. Oscuri e intensi, privi di rimorso, amorali. Approfonditi psicologicamente, con uno stile forte, graffiante, queste storie sono brevi ma intense, difficili da dimenticare. Per tutti, uno scenario: Edimburgo, città di una bellezza struggente e terribile, elegante, fatta di ombre, che cela oscuri segreti.
La mia opinione:
Stafania Auci nonostante sia al suo primo libro pubblicato svela ai lettori uno stile impeccabile nel raccontare 3 storie di vampiri. Vampiri non come li conosciamo da Twlight o da altri paranormal romance che li dipingono come esseri affascinanti, che combattono la loro natura a favore dei sentimenti umani, per non lasciarsi trascinare nel vortice della forocia assassina che li caratterizza... ma veri vampiri. Esseri soprannaturali che abbracciano con piacere la loro natura spietata e che non ammette remissione. In un'ambientazione cupa e misteriosa, come è quella di Moray Place in Scozia, Stefania esalta il loro lato oscuro raccontandoci 3 storie che vede protagonisti 2 vampiri ultracentenari: Samuel e Oliver. Entrambi non possono essere redenti dai loro atroci delitti e dalle loro effezzate azioni ma Stefania concede loro di provare, per il breve tempo di una vita umana, una parvenza del sentimento umano che vedevano come troppo effimero per essere veramente reale: l'amore. Questo sentimento ha sconvolto le loro esistenze rendendole migliori ma nient'affatto cambiandole, perchè la loro indole è l'indole di un'assassino spietato che non può mutare nemmeno di fronte alla persona amata.
I tre racconti hanno tutti un filo conduttore. I protagonisti sono sempre Samuel e Oliver ma in differenti contesti e situazioni. Nel primo racconto (a mio parere il più bello) "La signora in viola" vediamo Samuel e Oliver alle prese in un gioco perverso con Elizabeth Duskell, una giovane donna che si è arresa alla vita cadendo in un oblio di abitudine perchè costretta in un marimonio senza amore in cui il marito si fa beffe di lei davanti all'intera Edimburgo mantenendo un'amante fissa. Ella sentiva la vita come un peso gravoso sulle sue spalle e aveva un disperato bisogno che qualcuno la confortasse e la sollevasse da quell'esistenza grigia fatta di umiliazioni e stanchezza in cui il suo unico rifugo era la lettura. Una donna di grande intelligenza e dignità che cattura l'attenzione dei due vampiri che abitano al numero 12 di Moray Place. Oliver è attratto dalla sa grande sete di conoscenza mentre Samuel è attratto dalla sua bellezza e dal suo fascino elegante. Ed ecco che appena i loro occhi si sono posati sulla donna ha inizio una caccia lunga ed estenuante. Per Samuel e Oliver, Elizabeth rappresentava una sfida irresistibile: volevano piegarla poco a poco, volevano vedere l'angoscia e la disperazione riflessa nel suo volto, scorgere nei suoi occhi la voglia di vivere quando le avrebbero tolto anche l'ultimo alito di vita.
Il più lungo dei tre racconti e decisamente quello che ho preferito. Stefania non ha bidogno di molte parole e lo dimostra appieno descrivendo le sensazioni in poche righe in un modo estremamente efficace ed evocativo. Utilizzo del lessico sorprendente unito ad una grande capacità espressiva donano a questo romanzo quel qualcosa in più che me lo ha fatto amare. Aggiungeteci un'analisi introspettiva della protagonista molto azzeccata e coerente (io amo l'analisi psicologia dei personaggi) e avrete il perfetto racconto di vampiri.
Seguono a "La signora in viola" altri due racconti ambientati però in epoche diverse e successive a questo racconto dove, come ho accennato prima, Samuel e Oliver trovano la loro compagna che in entrambi i casi sa condividere con loro la gioia di una relazione riuscendo ad accettare la loro natura perversa di non-morti. Nonostante questi due vampiri, che guardano il mondo degli umani con svogliatezza a malapena celata e con occhio disilluso, trovino dopo decenni di omicidi e altre ignominie la persona amata e che riesce ad eccettarli per quello che sono, essi non cambiano il loro modo d'essere perchè in un certo qual modo essi sono vittime di quello che sono diventati e nonostante tutti gli sforzi non potranno mai cambiare ma solamente convivere con se stessi.
Grazie a questo libro ho scoperto un'altra meritevole scrittrice che come Barbara Risoli mi ha appassionata ed entusiasmata. Un piccolo libro dal grande contenuto direi. Mi piace come scrive e soprattutto la grande caratterizzazione psicologica dei personaggi che per me è importante in un libro. Non so perchè e suonera stranissimo anche alle orecchie dell'autrice stessa ma Elizabeth mi ha ricordato la protagonista de "L'esclusa" di Pirandello. Decisamente 2 personaggi femminile accomunati da una situazione gravosa che però sono molto diverse ma la loro analisi psicologica è molto simile. Simbolo di quanto Stefania sia brava. Oppure avrò io le travegole. XD
Alla fine comunque un libro assolutamente consigliato e sono sicura che se lo comprerete sicuramente vorrete leggere moltO altro di lei e speriamo arrivi presto! Una promessa del genere urban fantasy italiano da non perdere assolutamente.

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