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Recensione "Hidden. La prigioniera" di Sophie Jordan

Creato il 11 giugno 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Vittoria L.A
Cari lettori, dopo Vanish. La traditrice, ecco a voi la recensione del terzo e conclusivo capitolo della Firelight trilogy, Hiden. La prigioniera, nata dalla penna della Texana Sophie Jordan. Recensione Un esperimento, quello nel campo dello Young Adult, che sembra aver fruttato in patria numerosi consensi, tanto da spingere l’autrice ad aggiungere una Novella per approfondire il mondo dei Draki nato con Firelight. La ribelle

“Breathless” è infatti uscito in America nel Dicembre 2012 esclusivamente in formato digitale e vede come protagonista Az, la migliore amica di Jacinda (potete trovare maggiori info sul sito dell’autrice QUI)
Recensione Autore: Sophie Jordan  Titolo: Hidden. La prigioniera  Titolo originale: Hidden

Traduzione di Luca Fusari Casa Editrice: PIEMME  Collana: Piemme Freeway  Pagine: 288  Prezzo: € 16,50  Data di uscita: 30 Aprile 2013  Trama: Jacinda avrebbe dovuto legare con Cassian, il "principe" del loro branco. Ma ha resistito a lungo prima di innamorarsi di Will, un essere umano e, peggio ancora, un cacciatore. Quando è scappata con Will, è finita in un disastro, con la sorella di Cassian, Miram, catturata. Oppressa dal senso di colpa, Jacinda sa che deve salvarla per sistemare le cose. Ma per farlo si dovrà avventurare in profondità nel cuore del territorio nemico. L'unico modo che Jacinda ha per raggiungere Miram è fingersi lei stessa una prigioniera, anche se una volta assunto il travestimento, le cose rapidamente sfuggono dal suo controllo. Mentre impara a conoscere meglio i suoi rapitori, si rende conto che, anche se Will e Cassian riuscissero a svolgere la loro parte del piano, non c'è alcuna garanzia che ne usciranno tutti vivi. Ma ciò che Jacinda non avrebbe mai potuto prevedere è che la fuga sarebbe stato solo l'inizio... 
 RECENSIONE
 “Lo sconosciuto mi dà un altro strattone, e le corde mi affondano nei polsi a tal punto da convincermi che se non mi muovo mi mozzeranno le mani. Lo guardo torva, colpita dall’assenza di vitalità in quegli occhi azzurri. Non c’è niente, neanche quello che mi aspettavo. Non l’odio, non la cattiveria. Perché non gliene importa nulla. È convinto di trovarsi nel giusto.”
Hidden. La prigioniera si riallaccia al finale di Vanish. La traditrice, non ci sono sbalzi temporali o cambi di scena e la storia fluisce come se non fosse mai stata interrotta. Ritroviamo quindi Jacinda con il gruppo dell’operazione “salviamo Miriam dagli Enkros”: Will, Tamra e Cassian.

L’unico modo per penetrare nella fortezza ben sorvegliata dove i draki vengono rinchiusi è quello di fingersi una preda appena catturata e di distrarre gli uomini. Chi meglio di una rara Draki Sputafuoco può attirare l’attenzione?

“L’idea l’ho avuta io, è ovvio che ne sia sicura. Li ho persuasi tutti, ribattendo alle loro proteste fino a convincerli. Will. Cassian. Tamra. Ormai ci siamo. Mia sorella attende l’arrivo di Will e Cassian nascosta a qualche chilometro da qui.” 
La fortezza degli Enkros si rivelerà un luogo interessante, una sorta di immenso laboratorio con gabbie e sale per esperimenti. Le descrizioni non sono purtroppo molto dettagliate e al lettore non resterà che riviverle attraverso gli occhi spaventati e spesso doloranti della protagonista. Bella la frase, che ho anche riportato in apertura di recensione, che mette in evidenza un discorso più ampio che affonda le sue radici nello scottante dibattito sulla giustezza o meno della sperimentazione sugli animali. Gli Enkros infatti appaiono come uomini normali, ricercatori che vogliono vedere, capire, scoprire tutto sui draki, considerandoli cose prive di sentimenti o emozioni.
“La stanza gira. Le facce mi sfilano davanti. Persone. Come me. Vorrei gridare sono come voi! State torturando qualcuno che fa le stesse vostre cose, grandi e piccole. Qualcuno che pensa, vive, ama e odia. E odia... Vi odia tutti.”
Recensione Ma questo terzo capitolo della saga ha in serbo altre novità, oltre al diverso setting. Verranno introdotti infatti nuovi personaggi e scopriremo l’esistenza di altri clan conoscendone nuovi membri, anche loro catturati dai cacciatori. Spicca su tutti Deghan, il Grigio, che entrerà a far parte del gruppetto al seguito di Jacinda aprendo così nuove dinamiche di legami e intrecci. Purtroppo, ancora una volta, un grande potenziale rimane inespresso. I nuovi personaggi incontrati e poi spariti “col calar della notte”, rimangono nella memoria del lettore il tempo di un battito di ciglia. Peccato, perché questa poteva essere una buona occasione per approfondire il discorso sui clan e i loro usi. Stesso discorso si può fare per il personaggio di Deghan: nonostante ci accompagni fino alla chiusura del libro, rimaniamo con l’impressione di una conoscenza si intrigante, ma solo superficiale. Di lui, si poteva dire e approfondire maggiormente. Può anche darsi che la Jordan voglia lasciarsi qualche porta aperta per future storie su di lui e la sua compagna, ma per il momento si poteva almeno accennare ad uno sguardo più ampio sulle sue origini e la sua storia. Peccato.

Se Vanish. La traditrice è stato un capitolo di passaggio (potete leggerne la recensione QUI), con una trama un po' piatta e poca azione, Hidden. La prigioniera cambia decisamente registro, offrendo scontri, fughe e colpi di scena totalmente imprevedibili. Ed è proprio sul colpo di scena che vorrei spendere due parole. Esistono scrittori che ne hanno fatto un’arte: molti gialli o thriller non sarebbero gli stessi senza quel tocco che lascia il lettore a bocca aperta, ma in tutti c’è sempre una preparazione, a volte più grossolana, altre sottile e nascosta tra le righe. Alla fine, il risultato sarà, sì un colpo di scena inaspettato, ma darà modo al lettore di ripercorrere con il senno di poi, tutti gli indizi che aveva tralasciato e poter dire “certo vista così era ovvio”. In Hidden, la Jordan propone la soluzione a vecchi e nuovi problemi che sembra uscire dal cilindro, senza spiegazioni o percorsi plausibili. Il finale, dopo “la grande battaglia” è frettoloso.


Il clan sconvolto e provato da tutte le vicende, rimane ancora una volta sullo fondo. Sappiamo solo le notizie principali, ma invece di viverle con i nostri occhi o attraverso quelli di Jacinda, le sentiamo riportate e brevemente riassunte. 
Recensione Altro tasto dolente è la storia d’amoreIn Firelight (QUI la recensione ) l’attrazione tra Will e la protagonista è palese e ben costruita. Manca sicuramente il tempo materiale per far conoscere i personaggi e per farli innamorare, ma bene o male crediamo possibile la loro unione. Il triangolo amoroso palesato, sarebbe potuto essere meglio sfruttato, giusto per aggiungere pepe, ma rimane blando e senza corpo. Con Vanish, un po' dell’attaccamento alla coppia Will/Jacinda svanisce e il triangolo prende maggiore corpo, fino a quando, non si capisce bene come, tutto va in stallo. In questo terzo capitolo infatti non ci sono scossoni emotivi e l’unica scena che dovrebbe avere un alto contenuto sensuale, risulta piattaIl trio Cassian/Jacinda/Will non ha altro da dirci o regalarci.

Nota positiva è l’addio finale che risolve e conclude definitivamente il balletto per scegliere il fidanzato ufficiale della Draki sputafuoco.
“Mi scosto una ciocca di capelli dal viso, e lo guardo negli occhi. «Ti auguro di trovare quello che cerchi.» Quello che meriti. Con la mano mi sistema la ciocca ribelle. «Anche tu, Jacinda.» Senza aggiungere altro, si rialza e rientra in casa. Sulla soglia, mi guarda e dice: «Addio, Jacinda». Faccio un respiro profondo e tremante, so che forse non lo rivedrò mai più.” 
Per concludere, nonostante alcuni buoni spunti e la novità dei personaggi fantastici scelti dalla Jordan, questo libro e, in maniera più ampia tutta la trilogia, hanno poco da regalare al lettore. Sono stata la prima a sperare che dopo Fireligh arrivasse un’ inversione di rotta che potesse approfondire maggiormente la mitologia Draki e quella degli Enkros, dare maggiore spessore ai personaggi e creare più tensione e aspettativa nel lettore. Purtroppo tanti buoni spunti sono andati sprecati e le potenzialità che avrebbero dovuto esprimersi con lo scorrere della storia, sono rimaste latenti. Peccato.

 LA SERIE- LA FIRELIGHT TRILOGY  1. Firelight, 2010 (Firelight. La ribelle, Piemmefreeway 2011)  2. Vanish, 2011 (Vanish. La traditrice, Piemmefreeway 2012)  3. Hidden, 2012 (Hidden. La prigioniera, Piemmefreeway 2013)  4. Breathless, novella, 2012 (solo in formato digitale, inedito in Italia) 

Recensione L’AUTRICE È cresciuta in una piantagione di noci pecan, in Texas, dove ha coltivato fantasie riguardanti draghi, principesse e guerrieri fino a che non è diventata un’insegnante d’inglese. Quando non è impegnata a scrivere, esagera con la caffeina (preferibilmente caffè macchiato e diet cherry coke), discutendo di trame con chiunque abbia voglia di ascoltare (figli compresi) e intasando il lettore dvd di serie poliziesche. Attualmente vive a Houston con la famiglia. Sito dell’autore QUI 

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