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Recensione: Il baco da seta di Robert Galbraith

Creato il 13 novembre 2014 da Coilibriinparadiso @daliciampa

Sono stata per tre giorni senza connessione internet, e di conseguenza gli appuntamenti con Teaser Tuesday e WWW…Wednesday, che dopo settimane non vedevo l’ora di aggiornare, sono saltati di nuovo! Come se non bastasse il mio telefono cellulare non dà segni di vita da questa mattina! Un disastro…
Spero che almeno la recensione, a cui mi sono dedicata nonostante l’impossibilità di pubblicarla, sia venuta bene! Vi lascio il link alla recensione del primo capitolo della saga, Il richiamo del cuculo.

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  • Titolo: Il baco da seta (The Silkworm)

  • Autore: Robert Galbraith (J. K. Rowling)

  • Casa Editrice: Salani
  • Data pubblicazione: 9 Ottobre 2014
  • Pagine: 560
  • Genere: Giallo
  • Trama:  Londra. L’eccentrico scrittore Owen Quine non si fa vedere da giorni. Non è la prima volta che scompare improvvisamente, ma non è mai stato via così tanto tempo e la moglie ha bisogno di ritrovarlo. Decide così di assumere l’investigatore privato Cormoran Strike per riportare a casa il marito. Ma appena Strike comincia a indagare, appare chiaro che dietro la scomparsa di Quine c’è molto di più di quanto sua moglie sospetti. Lo scrittore se n’è andato portando con sé il manoscritto del suo ultimo romanzo, pieno di ritratti al vetriolo di quasi tutte le persone che conosce, soprattutto di quelle che ruotano attorno al suo mestiere. Se venisse pubblicato, il libro di Quine rovinerebbe molte vite: perciò sono in tanti a voler mettere a tacere lo scrittore. Appassionante e ricco di colpi di scena, uno spaccato degli intrighi del mondo editoriale londinese, “Il baco da seta” è il secondo romanzo della serie che ha per protagonisti Cormoran Strike e la sua assistente, la giovane e determinata Robin Ellacott.

Opinione personale:

Ho impiegato circa due settimane, se non di più per leggere questo libro. Era sì un po’ lungo, ma non così tanto. Forse è dipeso più dal periodo movimentato. Ad ogni modo mi è piaciuto tantissimo leggere questo libro, in un modo che per me è la parte più bella del leggere: ogni volta che la sera mi rifugiavo a letto con il mio kindle, avvertivo proprio questo, un rifugio, un porto sicuro. Credo che sensazioni del genere siano dovute alle straordinarie abilità che hanno alcuni scrittori, ovviamente la Rowling (che si cela dietro Robert Galbraith) è tra questi, di creare

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un mondo perfetto, nel modo in cui è raccontato e strutturato, a tal punto da rendere rassicurante anche un giallo. Non so se si riesce a capire bene ciò che ho provato nella lettura, forse basterebbe dire che io e zia Jo ci siamo ritrovate! 
Questa donna ha il dono di dare vita alle città, alle persone e, in questa saga particolarmente, a scene che parlano da sole: la vicenda narrata ha di nuovo per protagonista Cormoran Strike, che ho apprezzato di più come personaggio in questo libro che nel precedente, investigatore privato, ex militare, gigante con una sola gamba, profilo da pugile ecc. e la sua assistente Robin. Il caso che questa volta si trova a dover risolvere è quello della scomparsa di Owen Quine, eccentrico scrittore non molto conosciuto con la passione per il macabro e la simbologia, a seguito della diffusione del suo romanzo inedito Bombyx Mori, che vuol dire proprio Baco da seta. Bombyx Mori non è altro che una critica, una satira a tutte le persone intorno a Quine, con la rivelazione di numerosi segreti compromettenti. È quindi chiaro che molte persone potrebbero avere a che fare con la scomparsa.

…la rabbia è un sentimento molto faticoso.

Nella prima parte si tesse molto velocemente una rete fittissima di personaggi (ammetto di essere stata costretta a prendere qualche appunto per non fare confusione), tutti possibili sospettati di un sequestro o di un omicidio, nonostante Quine non sia nuovo a sparizioni volontarie per attirare l’attenzione. Gli artisti di Londra sono particolari, carichi di vecchi rancori e passioni: se ne Il richiamo del cuculo ci era stata presentata la stranezza dell’alta società londinese di giovani modelle e cantanti, qui il palcoscenico viene occupato da editor, direttori di case editrici, scrittori di successo, agenti letterarie e segretarie. Non starò di nuovo qui a elogiare la caratterizzazione dei personaggi, perché questa caratteristica della Rowling è ormai nota in tutto il mondo, ma vi lascio immaginare come le sia riuscito bene un libro in cui i personaggi sono molti e molto particolari: sono arrivata a riuscire a mettermi nei panni di un personaggio fittizio più di quanto non riesca con le persone reali.

Non ci amiamo l’un l’altro. Amiamo l’idea che abbiamo gli uni degli altri.

Fin dall’inizio gli indizi sono numerosi, presentati quasi come insignificanti dettagli: qualsiasi cosa, da una brutta tosse a un cane malandato sono appunti da prendere mentalmente! Contribuisce poi a questo, il  fatto che nel romanzo di Quine, ogni persona sia mascherata dietro uno stravagante personaggio, e ogni segreto sia invece svelato in modo allegorico, e fornisca quindi ulteriori indizi.
Il quadro che si prospetta alla fine è quello di una geniale ragnatela, tessuta davanti ai nostri occhi, ma senza attirare troppo l’attenzione.
Penso sia chiaro che io abbia trovato questo libro molto migliore del precedente, ma forse non riesco a spiegarmi bene neanche io il perché: credo che intanto i personaggi siano stati presentati in ogni loro aspetto più umano e personale, anche se non apparentemente utile ai fini delle indagini. Ogni relazione è stata articolata e spiegata in modo che fossero

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chiare le ragioni di ognuno. Al contrario nel primo capitolo ho trovato che ogni personaggio fosse sospettato per la semplice parte oscura del suo carattere. Strike poi mi è piaciuto molto di più, è intelligente, ma coerente e gentile. Emerge di più il suo carattere, mentre la sua storia era stata più o meno già raccontata.
Una nota negativa mi resta per il fatto che, come nella scorsa volta, quando Cormoran giunge alla soluzione, il lettore è ancora in alto mare e gli indizi che verranno dati da lì in poi sono troppo pochi per risolvere autonomamente il mistero (forse pretendo troppo, avete ragione!).
Comunque giudizio estremamente positivo, con mia estrema gioia! Ve lo consiglio assolutamente: mentre ne Il richiamo del cuculo sono riuscita ad ammirare uno sfoggio di tecnica, qui ho colto tutto lo spessore narrativo ed emotivo.
Penso di aver già detto altre volte che il giallo non è esattamente il mio genere preferito: preferisco altri generi che riescono ad emozionarmi molto di più, libri che magari fanno riflettere, ridere e piangere. Ma ovviamente la Rowling è riuscita a superare anche questo ostacolo.
Continuerò a dichiarare il mio amore immenso per questa donna.

Strike aveva sentito dire molte volte che chiunque può diventare un assassino, ma sapeva che era una menzogna. C’erano senza dubbio persone per le quali uccidere era facile e perfino piacevole, lui ne aveva conosciute alcune. A milioni, poi, erano stati addestrati a togliere la vita ad altri; Strike era una di queste. Gli uomini uccidevano per opportunismo, per vantaggio, per difesa, scoprendo in loro stessi la capacità di essere fatali quando non c’erano alternative possibili. Ma c’erano anche persone che si fermavano prima, che anche sotto la pressione più intenza erano incapaci di approfittare della situazione, di cogliere l’opportunità, di violare l’ultimo e più grande tabù.

Il mio voto:

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L’autore:
Robert Galbraith è uno pseudonimo per J. K. Rowling: autrice britannica famosa in tutto il mondo grazie alla saga fantasy Harry Potter composta di sette libri tra i più venduti nella storia. Nel 2012 pubblica Il seggio vacante, primo libro non appartenente alla saga, e nel 2013 con Il richiamo del cuculo inizia una nuova saga di genere giallo che comprende anche Il baco da seta (2014). E’ considerata una delle donne più influenti e più ricche al mondo.


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